Un fantasma si aggira per l’Italia ed è quello della neutralità tecnologica. Un concetto sbandierato dagli esponenti del governo e dai loro compagni di partito a livello regionale ed europeo. Molto spesso senza aver chiaro in che cosa consista davvero, senza aver valutato la sua effettiva praticabilità, i costi reali e i benefici nel breve, medio o lungo termine. Uno slogan, una scialuppa di salvataggio per dire qualcosa contro la politica europea sul clima. Per fare finta di avere un’alternativa che permetta di dire qualcosa su un tema, la transizione energetica nel settore dei trasporti, a lungo messo da parte, trattato con sufficienza o superficialità.
In sintesi, la neutralità tecnologica è un principio secondo cui si definisce un obiettivo ambientale o climatico (ad esempio ridurre le emissioni di gas climalteranti) ma non si indica una specifica tecnologia per raggiungerlo, si lascia così determinare al mercato la soluzione migliore. Nel settore automobilistico, secondo i prop
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