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La Controfinanziaria 2023 di Sbilanciamoci!
Online la nuova “Controfinanziaria” di Sbilanciamoci!: l’analisi critica della Legge di Bilancio 2023 del Governo Meloni. Una contromanovra a saldo zero con 75 proposte -quasi 54 miliardi di euro- per una politica economica diversa e per indirizzare la spesa pubblica verso un modello di sviluppo radicalmente alternativo
“La Legge di Bilancio proposta dal Governo Meloni è una manovra sbagliata, ingiusta e inadeguata rispetto alle esigenze del Paese. Non contiene misure contro l’evasione fiscale ma anzi la favorisce, non combatte la povertà ma i poveri e non porta abbastanza risorse a istruzione e ambiente mentre ripropone addirittura la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Infine, non contrasta l’inflazione e la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori”. Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci!, ha presentato così il 21 dicembre alla Camera dei Deputati la proposta alternativa di manovra curata come ogni anno dalla campagna. È dal 2000 che Sbilanciamoci!, che riunisce 50 organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate sui temi della spesa pubblica e delle alternative di politica economica (tra le quali anche Altreconomia), presenta in occasione della discussione della Legge di Bilancio la propria versione. “Nella nostra ‘Controfinanziaria’ disegniamo un’Italia diversa, che punta a un’economia sostenibile e a investimenti massicci nella sanità pubblica, nell’istruzione, nei servizi e delle strutture sociali. Un’Italia che mette al primo posto il lavoro e i diritti, la lotta alle diseguaglianze e un modello di sviluppo sostenibile; che chiede di ridurre le spese militari per destinare risorse alla cooperazione allo sviluppo e alla lotta alla povertà”, ha concluso Marcon. La (contro)manovra è composta da 75 proposte per una spesa complessiva di 53 miliardi e 806 milioni di euro.
Il primo degli argomenti a essere affrontato è il tema della fiscalità. Secondo la Campagna, infatti, le scelte del governo, compresa l’applicazione della flat tax al 15% ai redditi superiori agli 85mila euro, sono un contributo alla disparità fiscale. Invece che combattere l’evasione la si favorisce grazie all’aumento del tetto di utilizzo del contante, allargato fino a cinquemila euro e alla rottamazione delle cartelle fiscali per importi inferiori ai mille euro. La proposta alternativa prevede invece una rimodulazione delle aliquote Irpef in modo da aumentare l’imposizione fiscale per i redditi al di sopra dei 100mila euro e una riduzione della pressione fiscale sulle fasce inferiori. Le entrate maggiori provengono dall’imposizione di una patrimoniale progressiva che dovrebbe garantire entrate per poco più di 16 miliardi di euro, e una di successione per un totale di 6,8 miliardi di euro. Infine si propone di introdurre un’imposta sulle transizioni finanziari che dovrebbe portare nelle casse dello Stato 3,7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro sono stati fortemente criticati i tagli e le limitazioni al Reddito di cittadinanza, visti come “un attacco ai poveri e un passo indietro nella lotta alla povertà”. Il Rapporto Sbilanciamoci! punta sull’aumento del fondo per l’occupazione e la formazione oltre all’aumento di 35 milioni delle risorse per la sicurezza sul posto di lavoro. In totale si prevede una spesa di circa otto miliardi di euro per le politiche legate a lavoro e occupazione.
Un altro tema su cui Sbilanciamoci! ha posto attenzione è stato quello della scuola e del libero accesso all’istruzione. La contro-manovra si basa sull’opposizione alla “scuola del merito” proposta dal governo. Al contrario viene data la priorità all’accesso all’istruzione. L’iniziativa si basa su tre punti fondamentali: il sostegno all’edilizia scolastica non solamente in ottica di sicurezza, il superamento e il ripensamento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Cpto), la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, e infine la garanzia del diritto allo studio. All’edilizia scolastica verrebbero quindi destinati finanziamenti per un miliardo di euro, 2,2 miliardi di euro in politiche di sostegno alla costruzione di residenze universitarie e a sostegno agli affitti per gli studenti e 1,6 miliardi per aiutare la gratuità dell’istruzione universitaria e per il finanziamento alle stesse facoltà.
Il tema ambientale è tra i protagonisti del dibattito. “Il Governo Meloni ha intenzioni di indebolire le garanzie ambientali con la scusa del ‘non disturbare chi vuole fare’ attraverso la riforma del codice appalti mentre fornisce benefici all’industria fossile tramite il cosiddetto ‘decreto sblocca trivelle’. Allo stesso tempo la manovra non fa alcun riferimento a una riduzione dei sussidi ambientali dannosi, come quelli destinati alle fonti fossili”, ha aggiunto Stefano Lenzi responsabile dell’Ufficio relazioni istituzionali del Wwf Italia. Al contrario tagliare quei sussidi permetterebbe di dirottare quattro miliardi di euro a un fondo per la decarbonizzazione. È anche previsto -nella proposta di Sbilanciamoci!- un piano per la biodiversità dal costo complessivo di un miliardo di euro, 200 milioni a favore delle comunità energetiche e 500 per contrastare il rischio idrogeologico.
Uno spazio molto importante della manovra alternativa è stata poi dedicata al welfare e ai diritti. “Il governo ha tagliato ulteriormente dell’8% i fondi per la cooperazione e lo sviluppo che dovevano raggiungere lo 0,7% del Pil ma attualmente sono fermi allo 0,2%. Nel frattempo le spese militari aumenteranno di 800 milioni”, ha aggiunto Marcon. Sbilanciamoci! propone perciò un taglio di 5,05 miliardi alle spese militari ottenute attraverso una riduzione dell’acquisto dei nuovi sistemi d’arma, del personale militare e delle missioni all’estero. Questi fondi verrebbero reindirizzati per incrementare fino al 7% del Pil la spesa per la sanità pubblica, i fondi per la non autosufficienza e per il diritto all’abitare. La Campagna chiede poi di chiuderei i Cpr -invece di finanziarli per oltre 40 milioni di euro- e di destinare il “non speso” a favore di politiche di accoglienza diffusa e per una nuova missione istituzionale di soccorso in mare.
Spazio poi alle risorse per l’altra economia: 212 milioni di euro (oltre ai 200 milioni già promessi alle comunità energetiche) da utilizzare per il sostegno alle cooperative colpite dalla crisi, al commercio equo e solidale, all’economia solidale e alla piccola distribuzione organizzata.
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