Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Interni / Attualità

Immigrazione, asilo e cittadinanza: l’appello di Asgi ai candidati in vista delle elezioni

© Depositphoto

Dall’introduzione di canali d’ingresso alla riforma della Pubblica amministrazione, dalla riforma cittadinanza al diritto d’asilo. Le proposte dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione per una riforma integrale. “Va rovesciata la prospettiva con cui si guarda alle migrazioni”

Non rinnovare l’accordo Italia-Libia siglato nel 2017 che scadrà a novembre 2022. Introdurre effettivi canali di ingresso in Italia per i cittadini extracomunitari. Riformare l’amministrazione pubblica che si occupa di persone straniere, la legge sulla cittadinanza e quella sul diritto al voto. Assicurare l’effettivo esercizio del diritto di asilo e tutelare le vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento lavorativo. E ancora garantire il rispetto del principio di non discriminazione e parità di trattamento, processi equi e unitari a tutte le persone straniere. Sono alcuni dei temi che l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) ha indicato come prioritari in un appello lanciato in estate e rivolto alle forze politiche in corsa per le elezioni del 25 settembre: “A chi si candida a far parte del Parlamento chiediamo di impegnarsi con coraggio nella nuova legislatura per una riforma che porti l’Italia ad adeguare le norme del diritto dell’immigrazione, dell’asilo e della cittadinanza alle attuali esigenze della società”.

“Tutte le nostre proposte muovono dal presupposto di volere rovesciare la prospettiva con cui si guarda alle migrazioni. La normativa italiana in materia necessita una riforma strutturale: alla sua base c’è ancora il Testo unico del 1998 ma per stare al passo con un fenomeno sociale così rilevante come l’immigrazione per qualsiasi Paese è fondamentale dotarsi di strumenti legali e amministrativi adeguati”, spiega l’avvocato Dario Belluccio, segretario del Consiglio direttivo di Asgi. Sebbene il tema dell’immigrazione sia presente nei programmi elettorali di quasi tutti i partiti “manca la consapevolezza della sua importanza -continua-. O si parla alla pancia degli elettori o si ha il timore di affrontare in maniera profonda questo fenomeno, che è innanzitutto sociale”.

Per ciascuno degli 11 punti contenuti nell’appello, Asgi propone alcune sintetiche misure -concrete e non demagogiche- volte a promuovere adeguate politiche di integrazione sociale dei cittadini stranieri nel rispetto dei diritti fondamentali previsti dalle normative italiane, europee e internazionali. Il primo punto è la richiesta ai futuri deputati e senatori di non rinnovare l’accordo con la Libia “che ha reso l’Italia complice nella commissione di gravissimi crimini contro l’umanità e della tortura e della morte di centinaia di migliaia di esseri umani che sono stati arrestati dalle autorità libiche grazie agli aiuti e ai finanziamenti offerti dall’Italia in forza di detto accordo”.

Il secondo tema posto da Asgi è la richiesta di introdurre effettivi canali di ingresso in Italia per i cittadini extracomunitari, abbandonando “l’anacronistico sistema dei decreti flussi” e delle relative quote. “L’ultimo decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale a gennaio 2022 prevede infatti l’ingresso di 69mila persone a fronte delle quali le richieste da parte dei datori di lavoro sono state circa 205mila: questo dà il segno di quanto la politica di programmazione dei flussi non risponda né alle esigenze sociali né a quelle del mercato del lavoro -sottolinea Belluccio-. Per questo è importante prendere atto della realtà e permettere la programmazione di ingressi fuori quota nel momento in cui vi sia la disponibilità del datore di lavoro ad assumere”. Sul punto una seconda proposta è l’introduzione del visto per ricerca lavoro, con un permesso di soggiorno della durata di almeno un anno poi convertibile in caso di assunzione e che, in caso contrario, preveda la possibilità di rientrare volontariamente nel Paese di origine tramite un programma di supporto.

“Sarebbe poi necessario introdurre meccanismi di regolarizzazione permanenti per chi si trova in Italia in una situazione di irregolarità -aggiunge Dario Belluccio-. Invece di prevedere una sanatoria ogni cinque o dieci anni, con tutti i problemi che questa comporta, se una persona ha la possibilità di stipulare un contratto di lavoro e ha solidi legami con il nostro Paese non vi è ragione per non regolarizzare la sua posizione”. Un meccanismo che esca dalla logica “eccezionale” delle emersioni periodiche dunque, e che avrebbe inoltre il vantaggio di favorire l’emersione del lavoro nero aumentando la platea dei contribuenti.

Imprescindibile è poi la riforma dell’amministrazione pubblica che si occupa delle persone straniere: semplificare le procedure per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, allungarne la durata e trasferire le competenze in materia agli enti locali come chiesto, tra l’altro, anche dai sindacati maggiormente rappresentativi delle forze dell’ordine. “Attribuire alle questure, che non hanno le risorse per affrontare questa immensa mole lavoro, la gestione dei permessi di soggiorno significa assimilare l’immigrazione al tema della sicurezza: occorre rovesciare la prospettiva -argomenta Belluccio-. Al contrario, assegnarle agli enti locali non solo ne permetterebbe una gestione più rapida e diffusa sul territorio; significa anche portare la gestione dell’immigrazione nel sistema ordinario della pubblica amministrazione”.

Al Parlamento che uscirà dalle urne il 25 settembre, Asgi chiede poi di garantire ai cittadini di origine straniera parità di trattamento e il rispetto del principio di non discriminazione, ad esempio eliminando le restrizioni all’accesso al pubblico impiego e semplificando il riconoscimento dei titoli di studio ottenuti all’estero. Sul fronte della giustizia, l’associazione chiede di garantire “processi equi e unitari a tutte le persone straniere”, ripristinando il doppio grado di giudizio in materia di protezione internazionale e speciale. Non poteva poi mancare la richiesta di riformare la legge sulla cittadinanza (riconoscendo il diritto di acquisirla in tempi rapidi e con procedure trasparenti “adeguando la legge ai mutamenti sociali intervenuti a seguito del fenomeno migratorio e al radicamento nelle comunità territoriali” e valorizzando il principio dello ius soli) e di riconoscere il diritto di voto alle elezioni comunali per le persone straniere residenti in Italia da almeno cinque anni.

Asgi chiede inoltre ai parlamentari di agire affinché venga garantita a tutti coloro che ne hanno diritto la possibilità di esercitare il diritto di asilo. La prima proposta in questo senso è quella di evitare alle persone viaggi pericolosi (nelle mani di trafficanti) garantendo la possibilità di ottenere un visto d’ingresso per asilo. “C’è poi la questione hotspot -riprende Belluccio- la cui funzione non è quella di fornire un primo supporto a chi attraversa il Mediterraneo quanto piuttosto di distinguere a priori chi ha il diritto di presentare domanda di protezione e chi no. Questa prassi illegittima deve essere interrotta”. Anche il sistema di accoglienza deve essere profondamente ripensato, superando la logica dei centri straordinari e mettendo al centro il sistema Sai (già Sprar e Siproimi) diffuso sul territorio “rendendone obbligatoria l’attivazione da parte dei Comuni”, come si legge nel documento. Un sistema d’accoglienza capillare e che garantisca un buon accompagnamento dei richiedenti asilo è fondamentale anche per supportare le persone più fragili, come le vittime di tratta e i minori stranieri non accompagnati.

C’è poi un focus dedicato ai Centri per il rimpatrio (Cpr) dei quali Asgi chiede la chiusura “in quanto l’attuale disciplina del trattenimento viole le norme costituzionali, internazionali ed europee”. Inoltre per quanto riguarda le espulsioni si chiede che il provvedimento venga limitato solo alle violazioni più gravi. L’ultima richiesta riguarda la cessazione della criminalizzazione della solidarietà: si chiede infatti una modifica dell’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione che, nella sua attuale formulazione, “ha reso possibile l’apertura di molti procedimenti penali a carico delle Ong che lavorano in ambito search and rescue o sui confini terrestri: la sanzione penale deve rimanere solo per condotte di favoreggiamento caratterizzate da approfittamento e finalità lucrativa”.

© riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.


© 2024 Altra Economia soc. coop. impresa sociale Tutti i diritti riservati