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Il progetto “Se questo è un gioco” per prevenire la ludopatia

Ideata da Avviso Pubblico e dalla Fondazione Adventum, l’iniziativa vuole trovare online le persone a rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo e aumentare la loro consapevolezza sui pericoli legati alle scommesse. Un volume d’affari che in Italia supera i 110 miliardi di euro

© Carl Raw - Unsplash

Nel gioco del lotto la probabilità di realizzare un terno secco su una ruota è dello 0,008%: una su 11.748. Un cinquina secca, invece, si ottiene una volta su 43.949.268. Sono alcuni degli esempi riportati dal progetto “Se questo è un gioco”: ideato da Avviso Pubblico insieme alla Fondazione Adventum -che fornisce sostegno nelle situazioni di sovraindebitamento causate dall’usura- vuole intercettare online i giocatori d’azzardo e le persone a rischio per aumentare la loro consapevolezza sui pericoli legati alle scommesse e alla ludopatia. Secondo l’Istituto superiore di sanità, in Italia sono oltre un milione e mezzo i cittadini che presentano un profilo da giocatore problematico.

L’iniziativa è stata presentata venerdì 19 novembre nell’ambito dell’assemblea nazionale di Avviso Pubblico che a oggi conta l’adesione di 11 Regioni e quasi 500 enti locali. “È fondamentale lavorare sulla prevenzione e intercettare il giocatore prima che arrivi a una condizione di dipendenza patologica. È ciò che il progetto mira a fare proponendo un dialogo con chi è più fragile”, spiega ad Altreconomia Andrea Bosi, vicepresidente di Avviso Pubblico e assessore del Comune di Modena. Il portale fornisce informazioni sui rischi del gioco ed è dotato di una chat di supporto che rimanda ai Servizi per le dipendenze patologiche (SerDp) locali cui è possibile chiedere aiuto.

Una strategia resa ancora più urgente dalla pandemia che ha aumentato la dipendenza dal gioco online. Uno studio dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato nel luglio 2021, ha raccolto dati sulle abitudini nel periodo del lockdown (dal 27 aprile al 3 maggio 2020) confrontandoli con la fase precedente la pandemia e con le successive restrizioni parziali (dal 27 novembre al 20 dicembre 2020). Dai risultati è emerso che la pratica dell’azzardo dal 16,3% del periodo pre-pandemico è scesa al 9,7% durante il lockdown per poi risalire al 18% durante le restrizioni parziali. Il gioco d’azzardo terrestre è diminuito dal 9,9% della fase precedente la pandemia al 2,4% del lockdown ed è arrivato all’8% nel periodo di restrizioni parziali. Il gioco online è passato dal 10% del periodo precedente la pandemia all’8% nel lockdown per crescere al 13% nella fase di restrizioni parziali. Inoltre, si legge nello studio, l’1,1% di coloro che hanno dichiarato di non aver giocato prima della pandemia ha ammesso di aver iniziato proprio durante la restrizione totale. Il 19,7% di chi già giocava ha invece incrementato le sue attività.

“’Se questo è un gioco’ vuole rendere la società consapevole delle conseguenze dei danni sociali, sanitari ed economici che l’azzardo crea sui territori. In particolare in riferimento alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata”, aggiunge Bosi. Un volume d’affari che supera i 110 miliardi di euro. Oltre a lavorare sulla prevenzione, Avviso Pubblico sottolinea la necessità di definire una Legge di riordino del comparto dei giochi. “È ormai improcastinabile e dovrà dare uniformità perché oggi ci sono normative diverse addirittura tra province -prosegue Bosi-. Serve un confronto con lo Stato ma soprattutto il coinvolgimento di tutte le associazioni che lavorano da anni contro la ludopatia e l’azzardo”.

 

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