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Il Paese dei festival: la nuova guida sulla cultura in movimento

Una mappa inedita, e aggiornata, che raccoglie oltre 350 eventi imperdibili dal Nord al Sud Italia: eventi di pensiero, letteratura, cinema, teatro, musica, arte e ambiente. Con una prefazione del musicista Paolo Fresu

Tratto da Altreconomia 259 — Maggio 2023

I festival rappresentano ormai un elemento centrale del panorama culturale italiano, sia a livello quantitativo sia per quanto riguarda la loro funzione. Quando, nel 2016, abbiamo iniziato la mappatura di TrovaFestival, non ci aspettavamo un fermento così importante. A oggi ne abbiamo censiti e catalogati più di 1.100 sparsi su tutto il territorio italiano, isole comprese. Per la precisione 217 festival di cinema e audiovisivo, 274 di musica, 315 di teatro, danza e circo, 70 di arti visive e 311 di libri e approfondimento culturale. È un’offerta impressionante, che coinvolge ogni anno milioni di cittadini: i raduni estivi rock ma anche “Festivaletteratura” a Mantova, il “Festival della filosofia” a Modena, il “Salone del libro” a Torino o “BookCity” a Milano, superano ogni anno le centomila presenze.

Il dato risulta ancora più sorprendente in un Paese come il nostro, che ha consumi culturali molto inferiori rispetto alla media europea. A colpire è anche la varietà dei temi affrontati da questa galassia, per attrarre pubblici di interesse non ancora sollecitati alla partecipazione a eventi culturali. Dal fumetto alla scienza e alla fantascienza, dalla disperazione alla comunicazione, dal nero al rosa, dalla biodiversità alla poesia, dal cinema asiatico a quello latinoamericano, tutto può diventare festival. Ci consentono -e quasi ci obbligano- a scoprire il territorio dove si svolgono e possono diventare un importante attrattore turistico.

Quelli culturali sono un piacere, perché creano un momento di festa: regalano l’opportunità di allontanarsi dalla quotidianità e prendere parte a un rito che ci coinvolge in una comunità. Ci sono anche diversi aspetti problematici di cui è necessario tener conto: i rischi della deriva “pop”, la “eventizzazione”, la gentrification, e poi le possibili ricadute negative sull’ambiente, soprattutto per le manifestazioni più grandi.

Quando Altreconomia ci ha proposto, l’anno scorso, di creare una guida sui festival culturali, dopo il primo momento di euforia, siamo stati presi dal panico, nonostante la nostra decennale osservazione e il nostro amore per questo mondo.

Impossibile -e forse inutile- raccontarli tutti. Dovevamo scegliere e consigliare il meglio. Ma come comprimere questo mondo in 200 pagine, restituendo tutta la varietà di un sistema in continua evoluzione? Per cominciare, abbiamo fissato l’obiettivo simbolico di cento festival che potessero rappresentare l’innovazione, la vivacità e le peculiarità del settore, nelle varie regioni e nelle diverse categorie tematiche. Abbiamo cercato di dare una rappresentanza proporzionale alle realtà attive nei diversi ambiti e territori.

Ma cento festival sono davvero troppo pochi, di fronte a un’offerta tanto ricca e diffusa. Così, oltre ad alcuni approfondimenti sulle maggiori aree metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma) dove la proposta è davvero vertiginosa, abbiamo individuato 14 percorsi tematici trasversali, con prospettive differenti e, speriamo, curiose: dall’alta quota all’ecologia, dalla musica a tutto volume alla spiritualità. Naturalmente tocca al lettore avvicinarsi con la massima libertà al mondo dei festival, seguendo i propri gusti e magari accendendo nuove curiosità.

In giro per festival (edizione 2023-2024)” di Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino. Prefazione di Paolo Fresu, 206 pagine, 16,50 euro

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