Altre Economie
Il Lazio alla prova dell’acqua pubblica
Il coordinamento regionale dei comitati per l’acqua pubblica è stato audito oggi in consiglio regionale. Si è parlato del referendum propositivo numero 31 "Tutela, governo e gestione pubblica delle acque". Entro marzo 2014 la Regione deve approvare una legge verso la ripubblicizzazione, altrimenti i cittadini saranno chiamati a una consultazione popolare
Al centro d’Italia c’è il Lazio, al centro del Lazio c’è Roma e a Roma -in centro- ha sede Acea, la più grande utility italiana del servizio idrico integrato, una piovra che ha occupato (quasi) tutti gli spazi in regione: dalla Capitale ai Castelli romani, da Frosinone a Rieti, dove "succhia" milioni di litri d’acqua ogni anno dalle Sorgenti del Peschiera.
Per questo, quando stamani Davide (il coordinamento regionale dei comitati per l’acqua pubblica) è entrato in consiglio regionale, Golia (Acea) deve aver tremato: non era in programma nessuna manifestazione, infatti; gli attivisti erano lì, nel Palazzo lungo la via Pisana, oltre il raccordo anulare, per essere "auditi" dalla Commissione Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica della Regione Lazio, in qualità di promotori dell’iniziativa referendaria propositiva numero 31 denominata "Tutela, governo e gestione pubblica delle acque".
Insieme a loro c’era il vice-sindaco di Corchiano, comune capofila degli enti locali depositari della proposta di legge, sostenuta attualmente da 39 comuni e da 40.000 firme di elettori del Lazio.
La proposta di legge "recepisce a livello regionale, il risultato referendario del giugno 2011, nel quale i cittadini di tutta Italia hanno espresso chiaramente la volontà di una gestione del servizio idrico che sia pubblica e libera dalle logiche di mercato". In Lazio hanno votato 2,5 milioni di persone.
L’audizione è stata fissata a tempo (quasi) record, perché il tempo stringe, e la giunta Zingaretti lo sa bene: "Gli ambiti territoriali ottimali del Lazio sono ‘abrogati’ dal dicembre 2012. A quel punto, non c’era il consiglio regionale: oggi la materia si regge su una deroga, fragile -racconta Simona Savini, del Comitato romano acqua pubblica, che fa parte del coordinamento regionale-. In più, la Regione ha tempo fino a marzo 2014 per approvare una legge in materia, altrimenti dovrà essere sottoposto ai cittadini il nostro referendum propositivo".
I comitati hanno presentato un documento, e chiesto ai membri della commissione, "una delle 4 o 5 cui è stata assegnata la legge", spiega Simona, di essere informati su ogni passo in avanti. Anche perché qualora il testo di legge predisposta dai comitati venisse modificato, "per noi ci sarebbe un’unica strada: quella del referendum" aggiunge Simona, secondo cui "i consiglieri paiono tutti concordi rispetto alla volontà di non snaturare la legge". Il presidente della commissione è l’ex sindaco di Cannepina, Enrico Panunzi, che come amministratore era stato molto attivo sul proprio territorio. Un altro membro della commissione è l’ex sindaco di Ciampino, "uno dei promotori della legge" racconta Simona.
Il prossimo 6 luglio 2013, a partire dalle ore 9, il Coordinamento regionale acqua pubblica Lazio s’incontra a Rieti,"per ribadire l’importanza di tutelare la risorsa idrica dalle speculazioni dei privati avviando un tavolo tecnico partecipato tra istituzioni, comitati e cittadini" spiega un comunicato. Per questo, "come location è stato scelto un luogo simbolo, le Sorgenti del Peschiera nel Comune di Cittaducale (Ri), principale risorsa idropotabile per la Regione e al centro da anni degli interessi speculativi di Acea" di cui abbiamo scritto anche sul numero 128 di Altreconomia. Dopo un’escursione naturalistica per far conoscere, e quindi tutelare, i bellissimi luoghi che circondano le sorgenti presso il Comune di Cittaducale verranno avviati i lavori del tavolo tecnico per l’approvazione della legge di ripubblicizzazione.