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Crisi climatica / Attualità

Il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre

© xavier-coiffic - Unsplash

Secondo il Servizio per il cambiamento climatico dell’Ue i mesi di settembre, ottobre e novembre del 2023 sono stati i più caldi sempre con un incremento di temperatura di oltre 0,8 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni e di ben 1,75 dal periodo pre industriale. Favorendo così gli eventi climatici estremi

Il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre: la notizia non era inattesa, ma è singolare che la nota di Copernicus, il Servizio per il cambiamento climatico della Commissione europea, sia arrivata in pieno stallo della 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop28) a Dubai. Il record per quest’anno si avvicina perché anche il novembre 2023 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media superficiale dell’aria di 14,22 gradi, di ben 0,85 gradi al di sopra della media del mese per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 0,32 gradi al di sopra della temperatura del precedente novembre più caldo, che era stato quello del 2020. 

L’anomalia della temperatura globale per il novembre 2023 è stata pari a quella dell’ottobre 2023 ed è inferiore solo all’anomalia del mese di settembre 2023, pari a 0,93 gradi.

Ad allarmare dovrebbe essere anche un altro dato comparativo: novembre 2023 è stato più caldo di circa 1,75°C rispetto alla stima della media del mese per il periodo compreso tra il 1850 e il 1900, il cosiddetto periodo di riferimento pre-industriale. Infine, per l’anno solare in corso, cioè negli undici mesi da gennaio a novembre, la temperatura media globale è la più alta mai registrata, 1,46 gradi al di sopra della media pre-industriale e 0,13 in più rispetto alla media degli undici mesi del 2016, attualmente l’anno solare più caldo mai registrato. Anche il mare è 0,25 gradi più caldo rispetto al 2015, che in precedenza era registrato come l’anno più caldo. 

Presentando i dati a inizio dicembre, Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus climate change service (C3S), ha ricordato che “il 2023 ha registrato sei mesi e due stagioni da record. Le eccezionali temperature globali di novembre, compresi due giorni più caldi di due gradi rispetto al periodo preindustriale, fanno sì che il 2023 sia l’anno più caldo della storia registrata”. 

Intanto il mese di novembre 2023 è stato più piovoso della media in gran parte dell’Europa: la tempesta Ciarán ha colpito molte aree portando forti precipitazioni e inondazioni, anche in Italia (dove si continua a spalare nella Piana fiorentina, anche se le telecamere dei tg e gli inviati dei giornali sono già spariti). L’autunno boreale 2023 ha registrato precipitazioni superiori alla media anche in un’ampia fascia latitudinale dell’Europa, oltre che nel Regno Unito e in Irlanda, nella maggior parte della Scandinavia e in Turchia. “Durante la stagione, diverse tempeste hanno provocato piogge diffuse e inondazioni a livello locale”, spiega Copernicus. “I cambiamenti climatici ci rendono sempre più esposti agli eventi estremi: è tempo di invertire la rotta -commenta Carlo Buontempo, fisico italiano e direttore C3S-. Finché le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare, non possiamo aspettarci risultati diversi da quelli visti quest’anno. La temperatura continuerà a crescere e così anche l’impatto delle ondate di calore e della siccità. Raggiungere il prima possibile la soglia zero è un modo efficace per gestire i rischi climatici”. 

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