Altre Economie
Fette di pane contro la Tangenziale
A Melzo, la Retina dei Gas della Brianza distribuisce i frutti del progetto "Spiga&madia" durante la manifestazione contro la Teem. Lunedì 11 giugno l’apertura dei cantieri, senza posa della prima pietra. La "celebrazione" si è tenuta nella sede della Provincia di Milano
Tra i manifestanti in strada a Melzo (Mi) domenica 10 marzo, per protestare contro l’inaugurazione dei lavori per la Tangenziale Est esterna di Milano, in programma il giorno dopo, c’erano anche i gasisti della Retina della Brianza.
Riconoscibili, tra tutti, perché si sono presentati con ceste piene di fette di pane. È il frutto del progetto “Spiga&madia”, quello che ogni settimana viene distribuito nelle case di circa 500 famiglie dei gruppi d’acquisto solidali brianzoli, punto d’arrivo di una filiera corta che dal campo alla madia. Campi che (come scriviamo su Ae dal maggio 2011), rischiano adesso di lasciare il posto ai cantieri della nuova autostrada a pedaggio, a Est del capoluogo lombardo, oltre 30 chilometri per collegare l’A1 (Milano-Napoli) e l’A4 (Torino-Trieste).
(foto di Giuliana, del Gas di Onsnago; la galleria completa è qui)
“Chi semina strade raccoglie traffico”, era scritto sui cartelli e nell’appello con cui associazioni ambientalisti e comitati hanno convocato la manifestazione. “Secondo uno studio del 2007 commissionato dalla stessa Regione Lombardia, la Teem porterà un aumento del 50% del traffico sulle provinciali Cassanese e Rivoltana, che non sarà compensato dal calo ipotizzato sulle altre strade -ha scritto in un comunicato la campagna “Ferma la banca”, che ha aderito alla manifestazione-. Anche la contrazione di traffico sulla Tangenziale Est e sulla A4 sarà marginale, contro un incremento intorno al raccordo di Agrate e l’aumento fisiologico di veicoli che normalmente si registra sulle grandi arterie. In compenso l’autostrada attraverserà tre parchi e verranno colpite 200 aziende agricole in una delle zone più fertili d’Italia, aumenterà il cemento e l’inquinamento atmosferico, che ogni anno causa 7000 morti nella Pianura padana”.
Dario Balotta, responsabile Trasporti e infrastrutture di Legambiente Lombardia ha invece posto l’accento sui rischi legati alla natura finanziaria dell’operazione: “Credo che nessuno voglia esporsi a una deflagrazione finanziaria, in stile Lehman Brothers, in cui protagonista rischia di essere la concessionaria Serravalle, chiamata a finanziare i circa 2.5 miliardi di costo e oneri dell’opera, visto che è il maggior azionista con il 38% di Tem, insieme a Benetton, Gavio e Banca Intesa. Non solo: ma Serravalle è impegnata anche nel finanziamento di Pedemontana (dove controlla il 68% delle azioni) e con il 7,2% anche la Brebemi. Da dove arriveranno tutte le risorse necessarie?”.
Serravalle che è, tra l’altro, al centro dell’inchiesta della Procura di Monza che vede indagato l’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati.
Lunedì 11 giugno, intanto, i manifestanti del Presidio Martesana di Pessano con Bornago (Mi) hanno denunciato che “dopo la notte passata a presidiare uno di noi, di ritorno a casa in mattinata per andare a lavoro, ha trovato il camper e la macchina con le gomme tagliate.
Nella stessa notte non risultano altre denunce per atti vandalici nella zona, questo ci fa pensare che il collegamento con il corteo ben riuscito del pomeriggio non sia casuale. Non ci facciamo intimidire da questi gesti che accadono proprio quando la popolazione locale supporta maggiormente il movimento No Tem. Rivendichiamo il nostro diritto ad opporci alla costruzione di questa grande opera inutile”.
Nelle stesse ore, la Provincia a Milano (che attraverso la controllata Serravalle spa è azionista della società che sta realizzando la nuova Tangenziale) ha ospitato la celebrazione di “un’infrastruttura per il lavoro e la crescita”. La cerimonia d’apertura dei cantieri, per una volta, non è coincisa con la posa della prima pietra ma con un “convegno” presso la sede istituzionale di un ente. Per giustificare la Tangenziale Est esterna, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà ha spiegato che “purtroppo le difficoltà di circolazione creano un nodo che riduce la capacità competitiva del sistema Milano e del sistema Lombardia. Proiettandoci nei prossimi tre anni noi avremo, invece, ultimato Pedemontana, Brebemi, e Teem e le altre arterie di completamento. Sarà l’occasione, quindi, per far crescere le nostre imprese e creare maggiore occupazione, tutti strumenti necessari al rilancio della crescita economica del nostro Paese. Per coloro che hanno contestato la realizzazione di Teem, ricordo che tutti hanno avuto possibilità di dire la propria opinione ai tavoli e alle riunioni ufficiali svolte in questi anni, quasi 200 incontri, cui hanno partecipato anche gli ambientalisti. Alla fine credo si sia trovato un punto di equilibrio dove da un lato viene salvaguardata l’opera ma, dall’altro, esistono anche delle ricadute positive sul territorio dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Tengo a precisare che se dovessimo idealmente unire tutte le piste ciclabili connesse all’opera arriveremmo a toccare i 150 chilometri. Proprio un segno tangibile del rispetto che nutriamo nei confronti del territorio stesso”.
A Milano c’era anche il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, che da ad di Intesa Sanpaolo è stato un grande sponsor delle nuove autostrade lombarde, ed ha spiegato che la Teem “è uno dei pezzi importanti di un sistema di infrastrutture che si sono messe in moto”, e che “rende possibile sia la Brebemi (autostrada Brescia-Bergamo-Milano, ndr), sia mette a posto tutta la circolazione intorno a Milano. È un pezzo veramente importante”.
Peccato che nessuno voglia pagarla.