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Far germogliare la passione per le scienze tra gli studenti africani
SeedScience è un progetto che punta a formare gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie con l’obiettivo di proporre un metodo d’insegnamento diverso, sperimentale e capace di appassionare chi frequenta. Dal 2018 a oggi sono stati coinvolti circa 13mila bambini e ragazzi, come racconta l’ideatore Michele Raggio
Quando è atterrato per la prima volta in Ghana nel 2018 per avviare i primi corsi di formazione rivolti agli insegnanti di scienze, Michele Raggio aveva stipato in valigia circa trenta chilogrammi di materiale didattico e per gli esperimenti da lasciare nelle scuole: “Ma in poco tempo ho capito che molti erano reperibili in loco a un costo accessibile, utilizzando anche oggetti d’uso quotidiano o di recupero”. Bottigliette di plastica, bicchieri e cannucce per illustrare le proprietà chimico-fisiche dell’acqua. Mentre palloncini e candele permettono di studiare i gas e così via. Creatività è una delle parole d’ordine di SeedScience, un progetto che ha come obiettivo quello di migliorare l’educazione scientifica dei giovani africani attraverso la formazione dei loro insegnanti, spargendo in questo modo sul terreno una metaforica manciata di semi capaci di far germogliare nei loro studenti una passione per queste materie.
“Siamo attivi in Ghana, Uganda e Tanzania, in questi sei anni abbiamo formato circa 170 docenti delle scuole primarie e secondarie, questo ci ha permesso di raggiungere circa 13mila bambini e ragazzi di età compresa tra i dieci e i 18 anni”, spiega Raggio ad Altreconomia, che ha dato vita a questo progetto unendo le proprie competenze accademiche -una laurea in chimica e un dottorato in Scienza dei materiali all’Università Tor Vergata di Roma- alla passione per la divulgazione scientifica. Il punto di svolta: un’esperienza di volontariato svolta nel 2016 nella scuola di Kasoa, città a quaranta chilometri da Accra, capitale del Ghana.
SeedScience, che lavora in stretta collaborazione con partner locali, offre agli insegnanti interessati una formazione della durata di circa tre mesi -che si svolge sia di persona sia online– il cui obiettivo è presentare ai docenti un metodo d’insegnamento diverso da quello che solitamente utilizzano, in grado di rendere le scienze più interessanti e coinvolgenti. Una sfida non facile in un contesto in cui l’istruzione, anche quella di base, deve già affrontare sfide importanti: nelle classi sono presenti fino a 40-50 alunni (e non è raro che i numeri siano più elevati), i materiali didattici sono scarsi, internet non è sempre accessibile e capita spesso che un singolo professore sia chiamato a insegnare più materie.
“In queste condizioni spesso l’insegnamento si riduce nel far apprendere a memoria dei concetti agli studenti -continua Michele Raggio-. Noi andiamo a lavorare con gli insegnanti proponendo un metodo che permette ai ragazzi di ‘toccare con mano’ quegli argomenti che altrimenti rimangono solo sui libri, anche a partire dall’esperienza quotidiana. Prendiamo ad esempio un problema molto concreto in diversi Paesi africani: l’erosione del suolo, invece di limitarsi a spiegarlo in maniera astratta, i nostri insegnanti sanno proporre agli alunni degli esperimenti molto efficaci, ad esempio chiedendo loro di versare dell’acqua su zolle di terra prive di piante e altre in cui queste sono presenti. In questo modo non solo comprendono un principio scientifico, ma lo collegano all’importanza di tutelare le foreste, anche se nell’immediato abbattere delle piante può offrire legna da ardere”.
Gli esperimenti proposti riguardano una serie di argomenti diversi: dall’acqua all’ igiene, dall’inquinamento all’alimentazione alle energie rinnovabili. “Puntiamo molto sulle tematiche ambientali, ma quello che per noi è importante è aiutare i giovani a sviluppare un pensiero critico, che è fondamentale in un mondo che sarà sempre più digitale e tecnologico -spiega Raggio-. Siamo di fronte a un’emergenza educativa: oggi fornire un’educazione di qualità cambia nell’immediato la qualità della vita di chi la riceve. La scienza è qualcosa con cui tutti noi dobbiamo confrontarci tutti i giorni: comprendere un determinato problema, capire che cosa sta succedendo per poi adottare comportamenti adeguati è fondamentale, anche per contrastare la diffusione di fake news. E queste competenze saranno sempre più importanti”.
Nei diversi Paesi in cui il progetto è attivo hanno inoltre preso vita iniziative finalizzate a dare risposte ad hoc alle esigenze locali: in Ghana, ad esempio, l’organizzazione Patriots Ghana ha lanciato “Girls in Stem” con l’obiettivo di avvicinare le studentesse alle materie scientifiche (science, technology, engineering e mathematics da cui l’acronimo Stem).
Uno dei punti di forza del progetto sta nel coinvolgimento di un’ampia rete di insegnanti locali che a loro volta diventano formatori per i propri colleghi. È il caso ad esempio di Joseph Laurent, uno dei primi docenti coinvolti da SeedScience nel 2019 e che oggi è ideatore e responsabile di un progetto di formazione rivolto ai docenti tanzaniani finanziato dal National Geographic: “Sta facendo crescere una foresta -commenta Raggio-. Nel 2024 avvieremo nuove iniziative formative in una regione diversa rispetto a quella in cui siamo già attivi con un nuovo gruppo di insegnanti. Complessivamente, entro il 2025 puntiamo a formare almeno 240 docenti in tutti i Paesi in cui siamo attivi, raggiungendo così circa 23mila studenti”.
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