Economia / Opinioni
Energia elettrica, tra la fine della maggior tutela e l’opportunità della “tutela graduale”
Dal primo luglio i clienti domestici che risulteranno ancora serviti nel regime di maggior tutela per l’elettricità passeranno automaticamente al Servizio a tutele graduali, mentre i clienti domestici vulnerabili continueranno anche oltre la scadenza. Di che cosa si tratta, quanto dura e a quanto ammontano le quote fisse annuali. L’analisi-proposta di Remo Valsecchi
Il 30 giugno 2024 l’attuale mercato tutelato dell’energia elettrica resta in vigore solo per i soggetti vulnerabili. Ricordiamo di chi si tratta secondo la normativa: over 75, chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio, percettori di bonus), se presso l’utenza viene utilizzata un’apparecchiatura medicale salvavita alimentata dall’energia elettrica, soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 della legge 104/92, se l’utenza serve una abitazione di emergenza a seguito di eventi calamitosi, se l’utenza si trova in un’isola minore non interconnessa.
Chi alla scadenza non fosse ancora passato al mercato libero, però, non resterà senza luce e gas ma passerà automaticamente al Servizio di tutela graduale per una durata di 36 mesi a un gestore individuato in aree geografiche definite, mediante asta, che è stata aggiudicata alla proposta dell’importo della quota fissa annuale inferiore, come indicato nella tabella qui sotto.
Tutte le altre componenti di tariffa non variano perchè fissate dal mercato o dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) o dall’Erario. Può cambiare solo il contributo al consumo, chiamato anche costo della commercializzazione o spread e che può essere di qualche centesimo di euro, cioè 10 euro ogni 1.000 kWh.
Dalla tabella in alto ciascuno può rilevare la propria zona di competenza per determinare quale sarà, nel Servizio a tutela graduale, l’importo in bolletta della quota fissa per la materia prima che, essendo in tutti i casi inferiore a quella attualmente applicata, sia nel mercato libero, mediamente 120 euro all’anno, e nel tutelato, per il trimestre aprile-giugno 2024, 69 euro all’anno, il risparmio è notevole.
La media della quota fissa nel Servizio a tutela graduale è di -73 euro l’anno, il che significa, rispetto al mercato libero, un risparmio di 193 euro l’anno e, nel tutelato di 142. Individuando l’area di competenza e accertando sulla bolletta il costo fisso annuo per la materia prima si può perciò quantificare l’esatto risparmio.
Attenzione: chi attualmente è in regime di mercato libero può chiedere di essere riportato nel mercato tutelato entro il 30 giugno di quest’anno, lo prevede Arera e il fornitore non può affatto impedirlo. Forse ne vale la pena. Peraltro, e lo precisa sempre l’Autorità Arera, si può sempre tornare al mercato libero in qualsiasi momento anche prima della scadenza dei 36 mesi di durata del Servizio a tutela graduale.
Ultima osservazione ma non per importanza. Le condizioni economiche nel Servizio a tutela graduale sono definite da Arera sulla base degli esiti delle aste resi pubblici (si veda la tabella di prima) da Acquirente unico Spa, pertanto non possono essere diverse. È l’ulteriore conferma di un sistema confusionario e paradossale. Come si può accettare che un utente tutelato perchè vulnerabile debba pagare più di un utente del mercato tutelato ma non vulnerabile che semplicemente non ha voluto passare al mercato libero? No comment.
Remo Valsecchi, già commercialista, è autore del nostro dossier “Carissimo gas” e coautore dell’inchiesta “È arrivata la bolletta” pubblicata su questi temi sul numero di dicembre di Altreconomia
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