Altre Economie / Varie
Dieci anni di turismo responsabile
Il 9 ottobre del 2005 l’Associazione italiana turismo responsabile dettò la propria definizione di una filosofia di viaggio che mette al centro gli interessi e i diritti della comunità ospitante, "attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture". Un modello turistico oggi riconosciuto anche nei documenti della Commissione europea e delle Nazioni Unite
“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”. Il 9 ottobre del 2005, a Cervia (RA), l’Associazione italiana turismo responsabile (AITR: è socia di Ae, e anche Ae è socia di AITR) approvò questa definizione.
“La centralità degli interessi e dei diritti della comunità ospitante è sempre stata ed è tuttora il principio fondamentale della nostra filosofia del viaggio, il punto di riferimento nei nostri progetti, nella nostra attività, nelle relazioni esterne, in tutte le iniziative” spiega un comunicato stampa, diffuso per celebrare il decimo anniversario.
“In questi dieci anni tante cose sono cambiate. Di turismo responsabile non parlava nessuno quando AITR nacque; oggi il turismo responsabile è ampiamente citato nei documenti della Commissione Europea, delle agenzie dell’ONU, di molti stati e nel dibattito sul turismo, cui prendono parte gli enti pubblici, il mondo accademico e della ricerca, l’industria turistica.
Ci piace pensare che anche noi abbiamo contribuito alla crescita di sensibilità per i principi della sostenibilità, della responsabilità, dell’etica, della solidarietà.
Resta tantissimo da fare per giungere ad una reale affermazione planetaria di tali principi, e bisogna anche stare in guardia di fronte a pericolose derive di opportunismo che si generano quando un termine diventa di moda e di tendenza.
Noi proseguiremo nel nostro impegno, facendo conoscere le nostre esperienze, portando il nostro messaggio nelle Università e nelle scuole, dialogando con tutti gli enti pubblici e le imprese del turismo che desiderano il confronto e sono disponibili a compiere pezzi di strada insieme”.
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