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“Crisci ranni” e la scommessa di un cantiere educativo a Modica

La struttura in cui ha sede “Crisci ranni”. L’edificio si trova nell’ex Foro boario, un quartiere a cavallo tra Modica alta e bassa © Luca Rondi

Il progetto nasce dalla volontà della cooperativa Don Puglisi di essere presente in uno dei luoghi più fragili della città siciliana. Gli adolescenti diventano punto di riferimento per i più piccoli. Un modello che è stato riproposto in altre località

Tratto da Altreconomia 264 — Novembre 2023

Ci sono luoghi che segnano un’intera città: per l’esempio concreto di accoglienza delle fragilità, per l’attenzione a quei giovani che spesso rischiano di scappare via troppo presto da un contesto difficile, per la necessità di scambio continuo con la comunità di riferimento. Ai piedi di Modica alta (RG), quello che a prima vista sembra solamente un esperimento riuscito di libreria-caffè, in una delle vie centrali della cittadina, è in realtà molto di più. “È il tentativo di avere uno sguardo attento alle relazioni aiutando chi vive una condizione di svantaggio. E farlo su più fronti”, spiega Cristina Scuderi, direttrice della cooperativa Don Puglisi, da cui prende il nome anche la bottega.

La cooperativa è nata all’inizio degli anni Novanta su invito di don Giacomo Panizza: “Non sono pacchi”, disse riferendosi alle giovani mamme in condizioni di fragilità che venivano trasferite nella sua comunità a Lamezia Terme (CZ) da Modica a causa dell’assenza di strutture di accoglienza. E un gruppo di persone, tra cui Maurilio Assenza, professore e presidente della cooperativa, accettano la sfida. Nasce così un percorso che oggi è strutturato su tre livelli: un periodo di accoglienza protetta comunitaria, un secondo step di semi-autonomia in appartamenti gestiti dalla cooperativa e poi la fase di sgancio con un sostegno che prosegue sotto il profilo socio-educativo. E soprattutto lavorativo. Nel 2005 nasce un laboratorio dolciario: la trasformazione del cioccolato locale diventa l’occasione per le persone accolte di sperimentarsi in un contesto professionale che nel 2012 si estende alla produzione di focacce. “Non sono solo luoghi produttivi ma di relazione e riscatto”, spiega Assenza.

Oggi sono 15 le mamme ospitate e gli interventi di accoglienza sono promossi anche con il “Portico di Betsaida”, un’esperienza di housing first per situazioni di pronta accoglienza e nella Casa Piero Iemmolo in cui si dedica attenzione a persone migranti in condizioni di difficoltà. Ma tutto questo non era abbastanza.

Nei desideri del gruppo fondativo, infatti, c’era quello di dare un segno concreto di presenza anche in strada, nei luoghi più fragili della città. Nel 2010 la cooperativa avvia un nuovo progetto nell’ex Foro boario, in un quartiere a cavallo tra Modica alta e bassa che aveva visto cambiare radicalmente la sua popolazione di riferimento. Verso la fine degli anni Novanta, infatti, i residenti di quest’area della città si erano trasferiti verso i nuovi quartieri residenziali e gli affitti si erano abbassati, favorendo soprattutto la presenza di persone con lavori precari, in prevalenza stranieri. “Questo fino a dieci anni fa era pura utopia -racconta Fabio Sammito, direttore della Caritas locale indicando la struttura di ‘Crisci ranni’, il progetto sostenuto da Casa Don Puglisi-. Era un luogo di spaccio, visivamente degradato e distrutto. Tanto che all’inizio è stato molto difficile far accettare la nostra presenza”. Ma l’obiettivo, come detto, era stare sulla strada: anno dopo anno, la presenza dei “cantieri educativi” è diventata sempre più un punto di riferimento per le famiglie del quartiere e non solo.

Maurilio Assenza nella bottega dove vengono venduti i dolci prodotti nei laboratori della cooperativa Don Puglisi © Luca Rondi

Durante tutto l’anno in questa struttura vengono proposte attività di accompagnamento allo studio, sportive e di aggregazione; mentre nei mesi di giugno e luglio circa 250 bambini partecipano al centro estivo. Un’esperienza che poi è stata replicata in altre località: nel quartiere nuovo di Modica, a Pachino (cittadina in provincia di Siracusa dove si concentra la produzione dei “famosi” pomodori in condizioni lavorative spesso di sfruttamento), in un’area particolarmente complessa di Ispica e a Scicli. “In totale d’estate seguiamo circa 500 bambini -spiega Sammito- e lo facciamo grazie all’aiuto di adolescenti che si sperimentano come animatori in un contesto di emergenza. Tocchiamo con mano la solitudine dei più giovani, la difficoltà di aprirsi all’altro, di trovare spunti e segni concreti per affrontare un momento così delicato del percorso di crescita. ‘Crisci ranni’ è un’occasione sia per loro, sia per i bambini che seguono”.

“D’estate seguiamo circa 500 bambini grazie all’aiuto di adolescenti che si sperimentano come animatori in un contesto d’emergenza” – Fabio Sammito

Un intervento di ristrutturazione, sostenuto dal Comune, ha permesso anche di recuperare il parco antistante la struttura rendendolo un polmone verde della città, uno dei pochi luoghi di aggregazione presenti. Un bene comune: “Crisci ranni” infatti è sede di incontro per diverse realtà locali, da Legambiente al presidio locale di Libera contro le mafie, seguendo un’ottica di scambio e condivisione di spazi, attività con grande attenzione verso la crescita civica, sociale e culturale della comunità. La struttura prende il nome da un rito che si svolgeva negli anni precedenti al Concilio Vaticano II nei giorni di Pasqua: i genitori alzavano i figli verso l’alto dicendo “cresci grande”. Un augurio collettivo perduto nel corso degli anni e recuperato a partire dal 2010 con l’avvio di questo cantiere educativo. Uno dei primi passi, infatti, è stato coinvolgere scuole elementari e materne della città, chiedendo ai bambini di intervistare i nonni per ricordare questa tradizione. E così, farla rivivere: nel periodo pasquale, nella piazza principale, l’augurio è collettivo con decine di famiglie. Uno slancio verso l’alto, verso l’altro. Un augurio di buona crescita non solo per i bambini, ma per la città intera.

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