Le strette di bilancio promosse durante la crisi dalle istituzioni finanziarie internazionali -come il Fondo monetario o la Banca mondiale- hanno prodotto effetti devastanti. Qualcuno ne risponderà? Intervista all’esperto Onu Juan Pablo Bohoslavsky
Il 2019 ha visto migliaia di persone tornare a scendere in strada in tutto il mondo. Manifestazioni che hanno ottenuto vittorie significative, come la destituzione del regime di Omar al-Bashir in Sudan. O che hanno rappresentato l’inizio di processi di innovazione, come le onde verdi contro il cambiamento climatico
Riduzione del personale, ridimensionamento delle strutture ospedaliere, divario nella quantità e qualità dei servizi forniti dalle singole Regioni, crescita del settore privato e scarsi investimenti pubblici nel confronto internazionale. Il Servizio sanitario nazionale del nostro Paese fotografato nel dettaglio dall’Ufficio parlamentare di bilancio
Mentre il Viminale si dice “molto attento” alle “condizioni di vita” dei titolari di protezione umanitaria, assicurando che nessuno perderà il diritto a essere accolto, diverse prefetture continuano in maniera disparata a dichiararne la cessazione dell’accoglienza nei centri applicando retroattivamente il “decreto Salvini”. Una prassi illegittima, come riconosciuto da ultimo anche dal Tar del Veneto, diffusa da Benevento a Milano
A 45 mesi dall’assassinio della leader indigena del COPINH, uccisa da sicari a colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2016, un’inchiesta dell’Intercept ha ricostruito i meccanismi di comunicazione dietro la costruzione del delitto. Coinvolti anche i vertici di DESA, la società legata al progetto idroelettrico Agua Zarca, un’infrastruttura che andrebbe a stravolgere il rio Gualquarque
Nei primi nove mesi di quest’anno, su 4.862 naufraghi salvati nel Mediterraneo Centrale e condotti in Italia, i mezzi dell’Unione europea (dall’operazione SOPHIA all’Agenzia Frontex) non ne hanno soccorso nessuno. Almeno 6.807 invece i respingimenti in Libia operati dalle “autorità libiche”. Parte di questi sarebbero stati supportati da mezzi di SOPHIA. La denuncia di Riccardo Gatti, direttore di Open Arms Italia
I Paesi riuniti alla COP25 di Madrid hanno rimandato decisioni importanti sui meccanismi di “loss and damage”, ovvero i danni e le perdite causati dagli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici. “La nostra gente sta già soffrendo”, denuncia il rappresentante dei Paesi in via di sviluppo di fronte all’inazione dei principali responsabili delle emissioni di gas climalteranti
Secondo l’ultimo rapporto redatto dall’organizzazione Reporter senza frontiere, quest’anno nel mondo sono stati uccisi 49 giornalisti. È il dato più basso negli ultimi sedici anni. Tuttavia aumentano i cronisti incarcerati: sono stati 389, in particolare in Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Cina e Vietnam
Secondo Mediterranean Hope, il 90% di chi ha fatto domanda d’asilo ha ottenuto protezione. A dicembre 2018, i beneficiari sono stati 50% donne e 50% uomini, accolti principalmente in Piemonte, Lazio e Lombardia. Secondo l’Asgi è un’iniziativa “lodevole” ma in aggiunta al sistema di asilo, non in alternativa. Il nodo della base giuridica e degli strumenti per i ricorsi
Salman Khairallah e Omar Khadhem Al-Ameri sono scomparsi il 10 dicembre a Baghdad. Secondo fonti non ufficiali, sarebbero stati fermati dalla polizia per il loro sostegno alle manifestazioni di piazza Tahrir. Si moltiplicano i manifestanti scomparsi ogni giorno per mano delle forze di sicurezze e delle milizie nel Paese
La prima settimana di incontri di Cop25 non è stata facile. Nei tavoli tecnici si è discusso degli strumenti di mercato per lo scambio delle quote di emissioni di CO₂ e del meccanismo che regola i finanziamenti ai Paesi che devono affrontare le conseguenze peggiori del climate change. Tra i padiglioni inizia a serpeggiare il timore che anche quest’anno i negoziati si possano chiudere solo con dichiarazioni di intenti
Il 10 dicembre ha luogo una cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace quasi inedita: il premier etiope Abiy Ahmed, insignito in ottobre, ha fatto sapere che non parteciperà alla conferenza stampa. Sullo sfondo, la tensione crescente degli ultimi mesi nel Paese, gli scenari bui per le libertà civili e il complicato accordo di pace con l’Eritrea