Altre Economie
Altremonete come funghi – Ae 55
Numero 55, novembre 2004In Europa ci sono decine di esperimenti di valute locali. Ma esistono anche sofisticati sistemi di baratto tra imprese. Infine c’è una banca che matura punti invece di interessiAnche nella vecchia Europa, come nel resto del mondo,…
Numero 55, novembre 2004
In Europa ci sono decine di esperimenti di valute locali. Ma esistono anche sofisticati sistemi di baratto tra imprese.
Infine c’è una banca che matura punti invece di interessi
Anche nella vecchia Europa, come nel resto del mondo, diverse forme di valute complementari alla moneta ufficiale stanno spuntando come funghi .
Fino a qualche anno fa tra Germania ed Austria si contavano 25 esperimenti di valute locali: oggi sono il doppio e si sta pensando di organizzare una rete di valute regionali (www.regionetzwerk.de , in tedesco).
A luglio 160 persone da una ventina di Paesi si sono trovate a Bad Honnef, lungo il Reno vicino a Bonn, per scambiare esperienze sulle “valute complementari in Europa”. Ne è risultata una miscela di esperimenti, anche molto diversi tra loro, tra cui non è facile districarsi.
Ma, nonostante le diversità, sembra proprio di assistere ai primissimi passi di una innovazione che avrà ancora molto da dire, considerato il fascino che l’agire su di un simbolo così forte come il denaro suscita.
In Europa esistono sistemi ormai abbastanza sperimentati e noti come i Lets (Local Exchange and Trading System) diffusi anche in alcuni Paesi dell’Est.
Ci sono poi valute complementari che hanno una “parità perfetta” con l’Euro, come l’Ecoaspromonte (vedi Altreconomia, gennaio 2004) e una circolazione locale, e altre meno note come il Roland sviluppato a Brema; infine, monete particolari come quelle utilizzate in alcuni ecovillaggi (per esempio Findhorn in Scozia), oppure come il “Credito”, la moneta che da quasi trent’anni viene utilizzata dalla comunità di Damanhur in Valchiusella (Piemonte) e che, come raccontiamo nelle pagine seguenti, è diventato uno strumento per costruire e sviluppare una rete di economia solidaristica.
La moneta in questo caso ha aiutato anche a ragionare sulla raccolta di risparmio e Damanhur è ora pronta a partire con una propria Mutua autogestione (Mag), aiutata a nascere da Mag4 Piemonte.
Molti tra gli sperimentatori visti a Bad Honnef stampano la propria valuta complementare su carta, alcuni realizzano monete, altri agiscono attraverso i conti correnti e c’è chi sta preparando l’introduzione di carte magnetiche.
Ma esistono anche sistemi di baratto tra imprese, e sistemi a punti.
In molti casi si tratta di sperimentazioni.: molte probabilmente non dureranno a lungo, ma quelle che resteranno in piedi potranno anche giocare un ruolo importante nel proteggere le regioni (o comunque le comunità locali) dai terremoti del mercato mondiale.
Nel frattempo si sta cercando di creare un coordinamento europeo delle valute complementari.
Per finire diamo notizia delle banche del sistema JAK (www.jak.se ): 15 in Danimarca ed una in Svezia, che non usano una valuta complementare ma che agiscono ugualmente per una economia libera dall’interesse.
Il sistema JAK si basa sul fatto che una persona in periodi diversi della propria vita può trovarsi ad essere sia risparmiatore che bisognoso di prestiti, e che se si riesce a bilanciare il flusso nel tempo tra debiti e crediti di ogni risparmiatore si può creare un sistema in cui chi oggi deposita i risparmi potrà domani ricevere un prestito.
In pratica, chi deposita i propri risparmi presso la banca JAK ha un interesse nullo sul proprio conto ma acquisisce dei punti in base alla quantità e alla durata del suo prestito.
Quando sarà lui ad avere bisogno di soldi, in base ai punti accumulati, potrà chiedere un prestito a condizioni vantaggiose.
Il costo per la gestione dei prestiti corrisponde ad un interesse del 2,5%, che serve a pagare le spese di struttura della banca. La banca cooperativa JAK svedese conta oggi su 26.000 soci con una raccolta di risparmi per un totale di 75 milioni di Euro. !!pagebreak!!
La più nota in Germania
Christian Gelleri, 30 anni, insegna economia al liceo steineriano di Prien in Baviera del Sud. A gennaio 2003 ha iniziato un progetto con alcune studentesse: la creazione di una valuta locale. Gli obiettivi sono stabilizzare l’economia della regione e rinforzare le relazioni sul territorio. Le studentesse si sono divise i compiti: chi si occupa della gestione, chi della grafica e chi della promozione.
La valuta si chiama “Chiemgauer”, dal nome della regione. È stampata su carta, può essere acquistata e spesa nei negozi della zona. Per ora ne sono stati emessi per un valore di 20.000 euro.
Il Chiemgauer è soggetto a “demurrage”, ogni trimestre è necessario applicare una etichetta che viene acquistata ad un prezzo pari al 2% della banconota. Questa “tassa di circolazione” serve per finanziare il sistema. Quando uno vuole cambiare i “Chiemgauer” in Euro è soggetto ad una “tassa di uscita” del 5% che viene utilizzata per sostenere progetti di utilità sociale.
Le studentesse, insieme al professore e ai genitori, hanno fondato un’associazione no profit. E quando uno studente lascia il liceo il suo posto nella gestione viene preso dai suoi compagni più giovani. Si tratta dell’esperienza di valuta complementare più celebre in Germania, forse perché fondata da teenager. Ora stanno già pensando alla sperimentazione di una versione elettronica.
Buone nuove: da Nord a Sud si studiano altre Mag
Verso la Mag Roma: un primo incontro il 19 novembre
Mag…ari qualcosa si muove. Stanno per nascere nuove cooperative finanziarie autogestite dal Nord al Sud Italia, molto diverse tra loro per le iniziative che promuovono, ma unite dalla stesso spirito mutualistico che pone al centro la qualità della vita dell’uomo e non il profitto fine a se stesso.
È ancora presto per parlare di nuove Mag, però dopo dodici anni che il numero delle Mutuo Auto Gestione si era fermato a cinque -forse per il ruolo predominante di Banca Etica nel mondo della finanza responsabile, forse per le difficoltà imposte dalla legislazione italiana- oggi ci sono nuove iniziative in cantiere che hanno un forte radicamento territoriale.
Partiamo allora dal Piemonte e proprio da Damanhur (cfr pagine 16-17). Lo statuto è già pronto, manca solo l’autorizzazione dall’Ufficio italiano cambi. Des (Damanhur Economia Sostenibile) è un sistema di prestito sociale che permette di raccogliere risparmio tra i propri soci e di utilizzarlo per progetti di alimentazione sana e non ogm, bioarchitettura, cultura, ricerca e arte. Il libretto di risparmio dà la possibilità di aprire un deposito oltre che in Euro anche nella valuta complementare della Federazione di Damanhur il Credito, che da oltre trent’anni circola in Valchiusella.
La quota minima per diventare socio è di 50 Euro o Crediti, restituibili al momento di uscita dalla coopertiva. Periodicamente i soci riceveranno un rendiconto dettagliato per sapere come i loro risparmi vengono impiegati. Per saperne di più: des@damanhur.it
Dalle colline piemontesi alla pianura romagnola, dove a Cesena, MacroCredit -il risparmio raccolto tra i soci della cooperativa Macro Edizioni- si sta trasformando in Mag. Finora i soldi hanno consentito lo sviluppo della casa editrice specializzata nella vendita di libri e cataloghi per corrispondenza e di altre iniziative in campo editoriale e culturale, ma non appena la Mag si sarà costituita verranno finanziate anche attività esterne al gruppo Macro. Si diventa titolari di un risparmio Macrocredit associandosi a Macro Edizioni con l’acquisto di una quota minima di 50 euro. Ogni risparmiatore è così anche socio della cooperativa e può partecipare alle assemblee per conoscere le decisioni del consiglio di amministrazione e controllare la gestione del denaro depositato. (www.macrocredit.it)
Una novità sono le iniziative che stanno per nascere anche da Roma in giù. Finora le Mag erano concentrate in un pugno di regioni del Centro-Nord Italia e solo tal volta hanno finanziato progetti lontani dalla sede della cooperativa. Verso la Mag Roma è l’associazione che sta compiendo tutti i passi necessari per costituire una Mag nella capitale. Primo obiettivo raccogliere 600 mila euro di capitale sociale come stabilito dalla legge (il miliardo di vecchie lire ai sensi della legge “Antiriciclaggio” 197 del 1991). La sottoscrizione di quote di capitale sociale (la quota minima è di 51,64 euro) passa attraverso Mag 2 Finance di Milano che sta accompagnando l’associazione nel progetto mettendo a disposizione la propria struttura.
I nostri lettori di Roma sono invitati a partecipare al primo incontro pubblico (venerdì 19 novembre ore 20.00 presso la bottega Kinkelibà in via Macerata 54, zona Pigneto) che l’associazione ha organizzato per farsi conoscere e trovare nuovi soci. Per informazioni info@magroma.it
Infine, Potenza. Per la prima volta si sta ideando la creazione di una Mag al Sud. Per ora c’è solo un’associazione che si chiama Alias Mag e le attività rientrano nel comprensorio di Mag 2 Finance di Milano. Ma non appena la struttura si reggerà sulle proprie gambe diventerà un punto di riferimento per lo sviluppo di nuove attività di base. !!pagebreak!!
In Piemonte dove Damanhur conia e usa proprie monete
Qui dove vale il “Credito”, di Carlo Gubitosa
“Pronto buongiorno, sono Lepre Viola”.
Il primo incontro con la comunità di Damanhur avviene per telefono, e subito ti chiedi che cosa puoi aspettarti da gente che si fa chiamare con nomi di piante e di animali, che si saluta dicendo “con te” anziché il classico “ciao”, che costruisce templi, si affida a guaritori spirituali e pratica l’arte selfica, basata sull’utilizzo di forme a spirale come “condotti energetici”.
Poi però vuoi vederci chiaro, e allora scopri che dietro il pensiero astratto esiste un’economia molto concreta che ha rivitalizzato un pezzo di montagne della Valchiusella, spopolate dalla crisi di Fiat e Olivetti, e ha coinvolto in un circuito virtuoso anche chi non è interessato ai “percorsi di risveglio dell’uomo” ma vuole semplicemente risparmiare acquistando prodotti equi, biologici e ogm-free “garantiti”.
Arrivando in comunità, dopo le presentazioni di rito, una macchinetta cambiamonete ti mette in mano lo strumento privilegiato di questa economia: il “Credito”, la valuta alternativa sviluppata dai damanhuriani alla fine degli anni ‘70, e che oggi attraverso vari passaggi è agganciata all’Euro con l’equivalenza di 1 a 1.
“All’inizio era solo un accordo tra i membri della comunità”, mi spiega “Elfo” accogliendomi all’arrivo. “I Crediti venivano usati come buoni di scambio a circolazione interna, una specie di banca del tempo dove i servizi venivano pagati con i Crediti, e i Crediti permettevano di ottenere servizi. In questo modo le attività di ciascuno si trasformavano in ricchezza per tutti. Poi il Credito è diventata una vera e propria moneta, che viene accettata da distributori, negozi e fornitori”.
A questo punto la curiosità ti spinge allo “shopping” in crediti, e dopo aver ammirato l’originalità delle monete (il pezzo d’argento da 25 euro è una vera e propria opera d’arte), inizi a chiederti se quelle monetine hanno una parentela più stretta con l’Euro o con i soldi del Monopoli. Si parte dal bar della comunità, un bersaglio facile che ovviamente non batte ciglio quando si paga con i Crediti, e poi il giro di verifiche si allarga alla Pizzeria di Vidracco, il paese che si affaccia sul territorio della comunità, e prosegue fino ad un benzinaio della zona. Il tour di sperimentazione del Credito si spinge fino a Trausella, dove incontriamo “Scarabeo Rafano”, un ex-bancario che oggi gestisce un caseificio locale dopo essersi “convertito” alla creazione di quelle che lui definisce “opere d’arte Casearia”, nuove specialità gastronomiche ottenute combinando in modo originale le quaranta variabili necessarie alla produzione di un formaggio.
Qui scopri che il Credito non è solo una moneta convenzionale accettata da alcuni negozi per la possibilità di riconvertirla sempre e comunque in Euro, ma è anche un volàno che spinge l’economia locale nata attorno alle iniziative della comunità damanhuriana.
Mentre compro per cinque Crediti due ottimi tomini aromatizzati con succo di mirtillo, Scarabeo mi spiega che il caseificio è nato per soddisfare le esigenze interne della comunità, diventando in un secondo tempo una realtà commerciale in continua espansione. “Per fare il formaggio buono -spiega Scarabeo- non bisogna mischiare il latte di mucche diverse, perché ogni latte ha il suo gusto particolare. Ad esempio un certo tipo di formaggio si può fare solo trenta giorni all’anno, quando le mucche mangiano anche i fiori. Prima i contadini vendevano il loro latte ai grandi gruppi caseari, ora glielo compriamo noi per fare prodotti di alto livello, e in questo modo ci guadagniamo tutti”.
Per garantire i prodotti fatti con qualità e passione, il Credito viene utilizzato come “segno di riconoscimento” tra chi vende e chi compra: i commercianti che accettano i Crediti si impegnano ad offrire degli standard elevati per i loro prodotti, e i consumatori che usano i Crediti si fanno riconoscere come acquirenti attenti e consapevoli, ricevendo in cambio degli sconti.
Il caseificio non è la sola realtà commerciale che gravita attorno al Credito: dalla riconversione di un ex-capannone della Olivetti è nato “Damanhur Crea”, un centro polifunzionale con una “scuola familiare” che copre il ciclo dal nido alla scuola media, un istituto artistico di formazione professionale e una serie di esercizi commerciali, tutti rigorosamente aperti all’utilizzo del Credito con sconti riservati a chi adopera la “valuta locale”.
Tra questi esercizi commerciali c’è un supermercato che vende tra l’altro anche i formaggi di Scarabeo, detersivi ecologici e verdura biologica senza ogm.
A garantire che i prodotti venduti siano effettivamente quello che dicono di essere ci pensa eventualmente il laboratorio di analisi Syner Gea, anch’esso ospitato all’interno della struttura, specializzato nella ricerca di ogm negli alimenti, nei mangimi e nelle sementi. Anche questa realtà, che oggi offre anche servizi a tribunali per indagini forensi sul Dna, è nata a partire da esigenze interne della comunità di Damanhur, che dopo aver abbracciato l’alimentazione biologica aveva bisogno di autotutelarsi da possibili “bufale”.
Oggi il laboratorio si fa carico del monitoraggio di molti prodotti venduti nei circuiti che adottano il Credito come valuta alternativa, e garantiti come “ogm-free”. “Damanhur Crea” comprende anche altre attività commerciali inserite in un consorzio di cooperative, tra cui vari laboratori dedicati all’arte orafa, alle sculture in vetro soffiato, alla creazione di tessuti e vestiti, alla scultura, alle vetrate artistiche, al restauro, all’arte selfica, alle coreografie con luce laser da utilizzare per spettacoli e manifestazioni.
Lepre Viola, scappata di casa a 18 anni dopo essersi innamorata della comunità di Damanhur, si occupa delle relazioni esterne ormai da molti anni e mi spiega che “la trasformazione di questo capannone abbandonato in un centro polifunzionale per noi ha un grande significato, e collega le nostre attività al sogno di Adriano Olivetti, l’imprenditore illuminato che voleva fabbriche capaci di promuovere il benessere e la qualità della vita del territorio nel quale erano inserite”.
“In questa visione dell’economia ‘a misura d’uomo’ -prosegue Lepre- il Credito ci permette di rendere immediatamente visibili i negozi che si rispecchiano in certi valori e in un certo modo di intendere i rapporti commerciali. Oggi sono circa duemila le persone che aderiscono al circuito del Credito, caratterizzato da una bassissima emissione e da un’alta circolazione di moneta. Grazie al Credito siamo riusciti a dare un buon impulso all’economia locale, e oggi questa zona si sta ripopolando dopo aver perso il 90% dei suoi abitanti quando l’Olivetti ha smesso di offrire lavoro agli abitanti”.
Sulla strada di casa tornano in mente le stravaganze di questa comunità, che ha case dipinte con fiori enormi, gioca a “tricalcio” con tre porte e un pallone, gioca a “Risiko” con decine di squadre e tabelloni enormi sospesi su carrucole, costruisce piramidi di pietra, giardini per l’attivazione delle energie interiori e conta gli anni a partire dalla sua fondazione.
Una di queste stravaganze, però, la moneta appunto ti fa riflettere, e ti chiedi come sarebbe un mondo in cui tutte le monete fossero al servizio delle persone anziché il contrario, come avviene nella nostra società dominata dall’Euro.
Un’idea di comunità che influenza il modello economico
Damanhur nasce alla metà degli anni ‘70 da un’idea di Oberto Airaudi, che sogna “una società basata sull’ottimismo e sul fatto che l’essere umano può essere padrone del proprio destino senza dover dipendere da altre forze esterne a sè”.
Il tutto ruota attorno ad una visione spirituale basata sul “risveglio del Maestro interiore di ciascuno, attraverso lo studio, la sperimentazione, l’espressione completa delle potenzialità individuali e il superamento di ogni atteggiamento dogmatico”.
Oggi Damanhur è una federazione di comunità con una struttura sociale e politica, una costituzione, oltre 50 attività economiche e di servizio, moneta propria, scuole interne e un quotidiano. La federazione conta oltre 600 cittadini residenti e altre centinaia che vivono nelle vicinanze partecipando alle sue attività. Nel 1977, sorge la necessità di creare una moneta che rispecchi i valori della comunità, con un sistema economico basato sull’idea di condivisione. Da questa esigenza nasce il “credito damanhuriano” che, nel corso degli anni, è stato emesso con conii differenti: in argento, in ceramica, in carta pergamena. Alle persone che avevano un lavoro all’esterno della comunità o un’attività che producesse reddito venne chiesto di trasformare regolarmente una parte delle loro entrate in Crediti, e di metterli in circolazione come valuta alternativa per dare un valore al sistema di scambio di servizi.
Dal 18 al 22 luglio 2004 la comunità ha partecipato alla Conferenza sulle valute complementari in Europa.