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Cultura e scienza / Opinioni

“Abbiamo ragione da vent’anni”. Genova 2001 e le lotte sociali di oggi

Oggi è tempo di tornare a camminare verso quella utopia irraggiungibile. Questo è il messaggio, con parole e disegni, del libro di Mauro Biani e Carlo Gubitosa. La nostra recensione

© Claudio Schwarz - Unsplash

Avevamo ragione noi, a Genova. Lo hanno detto le foto e le immagini, le testimonianze, i processi e le sentenze, la cronaca, le più insospettabili istituzioni nazionali e internazionali e perfino alcuni poliziotti. Ma mentre il tempo e la storia facevano il loro lavoro, quel movimento “che non chiedeva niente per sé” si è dovuto eclissare, diventare carsico, con un grido strozzato in gola. Oggi però è tempo di tornare a camminare verso quella utopia irraggiungibile. Questo è il messaggio, con parole e disegni, del libro sempreverde di Mauro Biani e Carlo Gubitosa “Abbiamo ragione da vent’anni. La contestazione al G8 del 2001 nelle lotte sociali del 2021” (People, 144 pagine, 15 euro).

Non è però di quei libri che scade il giorno dopo la celebrazione -doverosa ma un po’ vieta- degli anniversari.
Me lo ricordava Carlo Gubitosa proprio nel luglio scorso, nel rumoroso ristorante di un popolarissimo caruggio del centro storico: “A Genova si discuteva già di clima, di ambiente, di migranti. E non diversamente da allora, mentre i movimenti antagonisti proponevano soluzioni -radicali, certo ma soluzioni- i G8, proprio come i G20 di oggi, si trinceravano dietro alle dichiarazioni ufficiali, i veti incrociati; e intanto il mondo brucia, 800 milioni soffrono la fame, i rifugiati crescono”. Sostiene Gubitosa che sono questi i temi di cui l’agenda politica ha strappato la pagina ma che tornano a galla con prepotenza, a dispetto della violenza in cui sono stati annegati vent’anni fa e nonostante l’11 settembre, che si celebra proprio oggi e che ha voltato per sempre un’altra pagina di quella agenda. Il libro -oltre a godere della visionaria ironia di Mauro Biani e della sua matita- ha un ulteriore indubbio merito: mettere nell’indice (e non all’indice) proprio questi temi, le migrazioni, la giustizia sociale, la salute globale, le guerre e le spese militari, il modello di sviluppo insostenibile, la violenza di stato, la possibilità di concepire un altro mondo.

Un libro che serve a tutti. Per combattere il “riflusso della disillusione”, per rimettere le cause perse nei nostri bullet journal, per vaccinarsi, se aveste perso la prima dose vent’anni, contro il virus dell’indifferenza. La speranza ce la danno -sostiene Gubitosa- le battaglie vinte, almeno in Occidente, dalla giornata di otto ore ai matrimoni omosessuali. La spinta ce la danno quelle ancora da vincere, dal fine vita al “diritto di vincolare alla compatibilità ambientale ogni iniziativa economica privata”.

Un libro infine complementare al nostro “Genova per chi non c’era”, regia di Angelo Miotto, ottimo cast tra cui compaiono generosamente lo stesso Carlo Gubitosa, Haidi Gaggio Giuliani che qui firma la prefazione, Lorenzo Guadagnucci, autore dell’introduzione.

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