Diritti
A Cameri per esprimere al Parlamento un “no” deciso agli F-35
Il movimento "No F-35" di Novara e i rappresentanti di “Taglia le ali alle armi” incontrano i parlamentari delle commissioni Difesa di Camera e Senato
Dopo circa un anno e mezzo eccomi di nuovo davanti ai cancelli dell’aeroporto militare di Cameri, centro di manutenzione importante della nostra aeronautica e prossima (anche se speriamo di no) base logistica per gli F-35 che si assembleranno in Italia. L’occasione è ribadire ancora il nostro no deciso a questa scelta (per tutte le motivazioni da sempre espresse) questa volta incontrando anche una delegazione dei parlamentari facenti parte delle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Ecco, nel comunicato della campagna "Taglia le ali alle armi" come è andata.
Un incontro importante nel quale si sono ribaditi i contenuti e gli elementi concreti che danno corpo alle istanze dei movimenti che si oppongono alla partecipazione italiana al progetto Joint Strike Fighter. È quello avvenuto oggi ai cancelli dell’aeroporto militare di Cameri dove si sta costruendo il centro di assemblaggio e manutenzione (FACO) che dovrebbe ospitare le linee di produzione dei cacciabombardieri F-35. Approfittando della visita conoscitiva delle commissioni Difesa della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica alcuni Parlamentari sono usciti dal perimetro dell’aeroporto militare per incontrare i rappresentanti di associazioni e movimenti.
Nei giorni scorsi infatti il Movimento No F35 del Novarese ha ufficialmente chiesto ai membri delle commissioni Difesa di essere ascoltati in occasione del passaggio sul loro territorio, organizzando quindi un presidio di attesa e lavorando anche insieme alla campagna nazionale “Taglia le ali alle armi” all’organizzazione di un momento di incontro. Momento reso possibile dalla disponibilità delle Commissioni e di un gruppo di parlamentari sensibili che hanno chiesto ed ottenuto di individuare uno spazio nel programma per poter concretizzare l’interlocuzione con le campagne che si oppongono agli F-35. Una delegazione di Senatori e Deputati composta da Luigi Ramponi (PdL), Roberta Pinotti (PD), Federica Mogherini (PD) e Augusto Di Stanislao (IdV) ha quindi ricevuto, con la richiesta di successiva diffusione a tutti i commissari, il documento “La lotta contro i cacciabombardieri F35 nel territorio Novarese” (scaricabile dal sito www.noeffe35.org) e il dossier della campagna nazionale “Taglia le ali alle armi” dal titolo emblematico: “Tutto quello che dovreste sapere sul cacciabombardiere F35 e la Difesa non vi dice” (scaricabile dal sito www.disarmo.org/nof35).
“Nel documento – ha spiegato Laura Bergomi del Movimento No F35 Novarese – abbiamo ripercorso il nostro impegno partito fin dal 2006 contro l’F-35 e la base di Cameri. Noi siamo contro tutte le guerre e le fabbriche di armi e, di conseguenza, pretendiamo che lo Stato italiano cessi di sprecare le nostre risorse in una spesa militare inutile ed ipertrofica la cui evidente esemplificazione – conclude Bergomi – ci viene proprio offerta dall’ipotesi di produzione e di acquisto dei micidiali cacciabombardieri F-35”.
Al presidio era presente anche Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo e tra i portavoce della campagna nazionale, che ha dichiarato: “In questi giorni ai Parlamentari vengono fornite sul programma molte informazioni parziali, se non proprio errate ed incomplete, per questo nel nostro dossier abbiamo risposto punto per punto a tutte le questioni aperte sull’F-35 con dati precisi e certificati da fonti attendibili. E’ il caso dei fantomatici ritorni economici, industriali ed occupazionali da sempre promessi ma che alla prova dei fatti stanno svanendo uno ad uno. Solo per l’occupazione, argomento che interessava molto la zona del Novarese, degli sbandierati 10.000 posti di lavoro se ne potrebbero concretizzare realmente tra i 1.000 e i 2.000 al massimo. Ma come sempre abbiamo detto si tratterà solamente di ricollocazioni di chi perde il posto di lavoro per la prossima chiusura dal programma Eurofighter. Quindi in sostanza – conclude Vignarca – nessun nuovo posto di lavoro all’orizzonte”.
Il movimento ha ringraziato i Parlamentari disponibili al dialogo e tramite loro ha inviato un messaggio a tutto il Parlamento, dal quale ci si aspetta un dibattito ampio e serio su un tema così delicato come quello della nostra sicurezza e dell’uso delle risorse finanziarie in un momento di crisi economica come quella che stiamo attraversando.