Terra e cibo / Attualità
Consumo di suolo: così la Lombardia ha cancellato se stessa
La disponibilità di superfici agricole nella Regione è passata da quasi 2mila metri quadrati a meno di mille per ogni residente. La denuncia di Legambiente e Coldiretti attraverso un dossier fotografico che mette in fila le colate dal 2000. Fino al 12 settembre è possibile firmare la petizione internazionale People4Soil per una legge europea a tutela del suolo
Nell’arco degli ultimi 60 anni ogni cittadino lombardo ha perso metà della sua quota di prati e aree coltivate. Lo ha fotografato un’analisi di Legambiente e Coldiretti Lombardia basata sui dati del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo del Politecnico di Milano. “La disponibilità di superfici agricole -spiegano le due associazioni- è passata da quasi duemila metri quadrati a meno di mille per ogni residente in Lombardia, mentre a livello regionale il 30% dei terreni coltivabili è stato abbandonato o trasformato in insediamenti residenziali, capannoni e nuove autostrade”. Brebemi in testa. “Il processo non si è mai arrestato”, come testimonia bene un dossier fotografico con i casi più significativi di cementificazione accaduti dal 2000 in poi, visti dall’alto.
Dalla piastra dell’Expo tra Rho e Milano allo stabilimento IVECO di Suzzara, in provincia di Mantova. Dagli svincoli della TEM a Melzo (Milano) ai capannoni industriali vuoti sorti a San Grato (Lodi). Dagli spazi verdi divorati a Colico (Lecco) al tappeto di insediamenti industriali della Brianza. A Cremona è atterrato il nuovo sito produttivo dell’acciaieria Arvedi mentre a Sergnano (Cremona) il suolo libero cede il passo a campi fotovoltaici e impianti dell’Eni e di Stogit.
Nel 1999 la Lombardia contava su una dotazione agricola di oltre 1 milione di ettari. Quindici anni dopo ne ha consumati ben 51mila, il 4,73%. Il picco è stato raggiunto dalla provincia di Monza e Brianza: oltre 2.300 ettari pari al 14,68%.
Perdere suolo -come ha spiegato a luglio, ad Altreconomia, Michele Munafò del Dipartimento ISPRA per il Servizio geologico d’Italia- non comporta soltanto “degradazione dell’ambiente” o impatti “alti e consistenti”. Determina infatti anche un costo in termini di perdita di servizi ecosistemici -come stoccaggio e sequestro del carbonio, protezione dall’erosione, regolazione del microclima, infiltrazione dell’acqua, etc-. Nel Rapporto ISPRA sul consumo di suolo c’è un’interessante “stima preliminare” dei costi annuali minimi e massimi dovuti al consumo di suolo avvenuto tra il 2012 e il 2016 in Italia. Il risultato è impressionante: “l’impatto economico del consumo di suolo in Italia varia tra i 625,5 e i 907,9 milioni di euro l’anno, pari ad un costo compreso tra 30.591 e 44.400 euro per ogni ettaro di suolo consumato”.
“Ancora oggi, in Lombardia come nel resto d’Europa, i suoli sono sotto assedio da parte del cemento, ma anche di fenomeni di degrado e abbandono: per questo promuoviamo una petizione europea, che ogni cittadino con la propria carta d’identità può firmare sul sito www.salvailsuolo.it, per chiedere una iniziativa legislativa europea che tuteli una risorsa naturale da cui noi tutti dipendiamo”, afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ricordando che sia Coldiretti sia Legambiente, insieme a oltre 500 associazioni europee, sono sono tra i promotori della ECI (Iniziativa dei Cittadini Europei), People4Soil, che è possibile sottoscrivere fino al prossimo 12 settembre.
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