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Diritti / Opinioni

Un codice etico per una politica credibile e responsabile

© Avviso Pubblico

La nuova versione della Carta di Avviso Pubblico colma l’assenza di codici di comportamento per gli amministratori locali. La rubrica di Pierpaolo Romani

Tratto da Altreconomia 261 — Luglio/Agosto 2023

La democrazia è in crisi a livello globale. E uno dei sintomi principali è l’aumento del numero delle persone che non si recano più alle urne per votare qualcuno a cui delegare la propria fiducia, per migliorare quello che non funziona. In diversi Paesi, a partire dall’Italia, il primo partito non sta né a destra, né al centro, né a sinistra ma è quello degli astensionisti. Alle ultime elezioni politiche 16,5 milioni di elettori (il 37% degli aventi diritto) non sono andati a votare: il dato più alto della storia repubblicana. E sommando le schede bianche e nulle si arriva a 18 milioni.

I dati delle ultime elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Friuli-Venezia Giulia non sono stati più confortanti: a votare è andato un elettore su tre. L’affluenza è leggermente migliorata alle elezioni amministrative del maggio 2023, quando si trattava di eleggere sindaci e consiglieri comunali, i rappresentanti istituzionali più vicini ai cittadini e alle cittadine. Ma il 59% registrato in quell’occasione è un dato ben lontano da quello di memorabili annate precedenti.

Il voto, che per la nostra Costituzione è innanzitutto dovere civico, per un numero elevato di cittadini non è più considerato uno strumento capace di incidere sulla realtà e di produrre cambiamento. In un sondaggio pubblicato ai primi di giugno da la Repubblica, il 54% degli intervistati ha dichiarato di non avere fiducia nella classe politica locale e il 47% si sente demotivato, non riconoscendo autorevolezza e competenza agli amministratori. Tra i rispondenti, il 35% aveva tra i 18 e i 34 anni. Che cosa fare di fronte ad uno scenario simile? Come può la politica in generale, e quella locale in particolare, riconquistare credibilità e fiducia?

Avviso Pubblico, a distanza di dieci anni dalla prima presentazione e forte dell’adesione di oltre 540 enti soci, ha presentato una nuova edizione del suo codice etico per gli amministratori locali: la Carta di Avviso Pubblico, riconosciuta dalla Commissione Ue come buona pratica in materia di promozione della trasparenza e strumento di prevenzione a corruzione e all’illegalità. La nuova Carta di Avviso Pubblico -il cui lavoro di aggiornamento è stato curato da Alberto Vannucci (professore di Scienze politiche all’Università di Pisa), Enrico Carloni (professore di Diritto amministrativo all’Università di Perugia) con il supporto degli organi dirigenti dell’associazione, dell’ex magistrato Gherardo Colombo e della consigliera dell’Autorità nazionale anticorruzione, Laura Valli- cerca di colmare l’assenza di codici di comportamento ufficiali, che oggi sono previsti solo per i dipendenti pubblici. La Carta, rispetto alle due edizioni precedenti, è stata semplificata e punta maggiormente sulla logica della responsabilizzazione, anziché su quella della prescrizione dei comportamenti di chi amministra un ente e una comunità.

Sono 16,5 milioni i cittadini italiani aventi diritto al voto che non si sono recati alle urne alle elezioni politiche del settembre 2022. Si tratta del dato più alto nella storia repubblicana. Sommando le schede bianche e nulle si arriva a 18 milioni

Nella nuova versione, il codice etico tiene conto anche del linguaggio di genere ed è stato esteso anche ai parlamentari nazionali ed europei. Ancorata ai principi della nostra Costituzione e da non intendersi un testo rigido calato dall’alto, la nuova Carta di Avviso Pubblico “mira a rafforzare la trasparenza e la rendicontabilità dei comportamenti e dell’utilizzo delle risorse di chi riveste un incarico politico e amministrativo pubblico, nella convinzione che questo contribuisca a rafforzare concretamente il perseguimento degli interessi collettivi, a prevenire e a contrastare le mafie e la corruzione e, di conseguenza, a restituire fiducia e credibilità alla politica e alle istituzioni”, scrive il presidente Roberto Montà. L’adesione resta volontaria e pubblica e la sua sottoscrizione può avvenire sia a livello individuale sia collettivo (giunte e consigli comunali, provinciali e regionali).

Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie

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