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Un decalogo per promuovere la cultura della legalità

Un momento dell'assemblea nazionale di Avviso Pubblico del 4 e 5 maggio 2023. In quell'occasione è stato presentato il Manifesto di Monte Sant'Angelo © Avviso Pubblico

Il “Manifesto di Monte Sant’Angelo” indica gli specifici impegni che Regioni ed enti locali possono attuare contro mafie e corruzione. La rubrica di Pierpaolo Romani

Tratto da Altreconomia 260 — Giugno 2023

“La cultura come antidoto alle mafie” è il titolo scelto da Avviso Pubblico per la propria assemblea nazionale che si è svolta il 4 e 5 maggio a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia. In un territorio permeato dalla presenza di una criminalità particolarmente feroce e aggressiva (dove, tra il 2019 e il 2023, si sono contati un centinaio di atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali e ben cinque Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa), Avviso Pubblico ha voluto dare un segnale concreto di presenza e vicinanza, riunendo sindaci, assessori e consiglieri comunali provenienti da tutta Italia, compreso il primo cittadino di Bari e presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro.

L’assemblea si è conclusa con la presentazione del “Manifesto di Monte Sant’Angelo”: un decalogo che si propone di indicare specifici impegni che gli enti locali e le Regioni possono mettere in atto per promuovere la cultura della legalità costituzionale contro le mafie e la corruzione. Di cui proponiamo di seguito una sintesi.

1. Organizzare la legalità sul territorio, sottoscrivendo un patto a livello locale che unisca gli attori istituzionali, economici e sociali per coprogettare iniziative di promozione della cultura della cittadinanza attiva e responsabile.

2. Promuovere la buona amministrazione per una politica credibile e responsabile. Le istituzioni devono quindi adoperarsi per la formazione del personale, mettere in atto buone pratiche amministrative, esercitare la trasparenza, rafforzare la credibilità della politica e la fiducia dei cittadini.

3. Sostenere percorsi e progetti di educazione alla legalità nelle scuole.

4. Promuovere nella programmazione culturale l’antimafia sociale organizzando e sostenendo eventi culturali, rassegne, festival sul territorio per diffondere i valori dell’antimafia, i diritti costituzionali e la giustizia sociale.

5. Sviluppare, all’interno dei progetti rivolti ai giovani, percorsi di sensibilizzazione e partecipazione per favorire la conoscenza di luoghi e storie delle vittime innocenti di mafia e la cultura della partecipazione alla vita democratica, per stimolarne impegno e protagonismo.

Sono 10 gli impegni concreti che il “Manifesto di Monte Sant’Angelo”, promosso da Avviso Pubblico, suggerisce agli enti locali e alle Regioni per promuovere la legalità costituzionale e la cittadinanza attiva contro le mafie e la corruzione.

6. Organizzare iniziative in occasione della giornata del 21 marzo per non dimenticare donne e uomini vittime della violenza mafiosa. Una ricorrenza importante da celebrare organizzando e sostenendo iniziative che stimolino la partecipazione democratica e l’impegno dei cittadini.

7. Intitolare spazi pubblici alle vittime innocenti di mafia: un gesto che alimenta la memoria, crea occasioni per coinvolgere la comunità locale nella riflessione e genera impegno.

8. Valorizzare i beni confiscati, che testimoniano la vittoria delle istituzioni e della legalità democratica contro mafie e corruzione. Destinarli a finalità sociali e culturali li trasforma da luoghi di illegalità in opportunità di inclusione, educazione e sviluppo sociale.

9. Creare legami di legalità tra Comuni di territori, favorendo lo scambio di esperienze culturali e di sensibilizzazione tra realtà diverse accomunate dalla voglia di sostenersi reciprocamente nell’impegno contro mafie e corruzione.

10. #Nosilenziosullemafie grazie ai luoghi della cultura e alla comunicazione istituzionale. Lo sforzo deve essere quello di qualificare i luoghi della cultura -come biblioteche e musei- per sostenere iniziative che favoriscano la conoscenza del fenomeno mafioso. Oltre a utilizzare i canali di comunicazione istituzionale per fornire informazioni e attivare campagne di sensibilizzazione.

Pierpaolo Romani è coordinatore nazionale di “Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”

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