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Tutto il mondo è una periferia. Un festival di giornalismo tra il Serpentone e Torpigna

© Michela Perna

La seconda edizione del Mip (Mondo in periferia), dal 13 al 15 giugno, è pronta ad attraversare due quartieri di Roma con cultura, giornalismo e comunità. Il festival mira a dare voce alle realtà spesso trascurate dai media mainstream, offrendo una piattaforma a reporter, attivisti e ricercatori locali e da tutto il mondo

“Il Serpentone”, il mega-condominio lungo un chilometro dove vivono quasi 5mila persone al Corviale, periferia Sud-Ovest di Roma e le casette irregolari di Torpignattara (o meglio Torpigna) addossate a un vecchio acquedotto romano a Roma Est, sono immagini della capitale odierna spesso erroneamente associate a degrado e abbandono. Non è così perché, al contrario, sono tra i quartieri periferici più vitali, dove è possibile sperimentare iniziative innovative. È il caso della seconda edizione del Mip, un festival dedicato alla cultura, al giornalismo e alla comunità che animerà questi quartieri dal 13 al 15 giugno. Conosciuto come “il Mondo in periferia”, il Mip è il frutto di una collaborazione tra le associazioni Gli Asini e Lettera22, oltre a tanti soggetti e molte associazioni che lavorano ogni giorno in quelle periferie. “Il Mondo in periferia si regge su relazioni umane, prima che professionali” -racconta Giuliano Battiston uno degli ideatori dell’iniziativa-. Oltre che grazie al sostegno dell’Otto per mille dei Valdesi, prende forma intorno alla rete informale stabilita con associazioni e comunità di quartiere”.

La scelta dei luoghi dove si terranno incontri e laboratori non è casuale e non è ideologica, come racconta l’altro inventore del Mip, Giacomo Zandonini: “Come nella prima edizione abbiamo scelto di tenere gli incontri in spazi comunitari, intrecciandosi con realtà territoriali. Molti festival di giornalismo sono ospitati nei centri storici, in spazi poco frequentati e accessibili per chi è al di fuori del mondo del giornalismo e dell’informazione, rischiando di essere autoreferenziali. Così saremo in una struttura di accoglienza per persone rifugiate, Casa Scalabrini 634, in una scuola d’italiano e centro interculturale, Asinitas, e poi nel giardino del comitato di quartiere Villa Certosa, acquistato con sottoscrizioni popolari in un quartiere con una forte storia di resistenza, e poi in un caffè culturale come Zazie nel Metrò, e infine sotto le pareti del cosiddetto Serpentone, il maxi condominio di Corviale, alla periferia sud-ovest di Roma”.

L’ispirazione, dietro questo evento, è scaturita due anni fa da due giornalisti, Battiston e Zandonini, desiderosi di portare il giornalismo internazionale nelle periferie per dare voce a realtà spesso trascurate dai media mainstream, ma anche per far dialogare quartieri distanti anche se della stessa città. Capita che chi viva una periferia romana, del resto, non conosca una realtà dall’altra parte della città. Il Mip si propone di mettere in luce le realtà delle periferie stesse. “In genere le periferie non si raccontano, vengono raccontate, oscillando tra le due rappresentazioni speculari del ‘degrado’ e dei ‘murales/rigenerazione’” -prosegue Battiston-. “Il Mip ha due obiettivi: il primo è fornire strumenti ad alcuni residenti affinché raccontino il proprio quartiere, dal loro punto di vista”.

Dal laboratorio di Torpignattara, infatti, sono usciti dei video-reportage, da quello di Corviale il numero zero di una rivista “corvialista”.

Ancora Battiston spiega anche lo stile e la posa di chi è invitato al Mip: “Il secondo obiettivo è avvicinare gli esteri e portarli nelle periferie. Li proviamo ad avvicinare attraverso i racconti e le analisi di attivisti, ricercatrici e colleghi che non guardano ai contesti di cui parlano dall’alto, con sguardo solo geopolitico, ma attraverso una lunga esperienza sul campo, dal basso. E portiamo le discussioni su temi cruciali del nostro tempo -le migrazioni, le questioni di genere, la transizione ecologica e l’estrattivismo fossile, i diritti negati delle minoranze, il capitalismo, la violenza dei conflitti, la sovranità degli Stati e quella dei popoli- dove di queste cose non si dibatte pubblicamente, nelle periferie. Forniamo una piattaforma, non virtuale ma fisica, per il dibattito pubblico”.

Il programma del festival spazia su una vasta gamma di argomenti, dall’attualità del Nord Africa e del Medio Oriente al contestato Sudan, dalle tensioni in Myanmar e Bangladesh alla situazione in Argentina e Palestina. Il MIP esplora anche temi cruciali come i diritti umani, l’ecologia, la transizione energetica e la giustizia internazionale, offrendo una piattaforma a reporter, attivisti e ricercatori provenienti da tutto il mondo.

“Abbiamo scelto di coinvolgere molte colleghe e colleghi freelance, -conclude Zandonini- perché sono ancora tra i pochissimi a fare lavori sul campo approfonditi, gettando luce su storie e territori che trovano poco spazio in molti media italiani. Per esempio Sara Creta, documentarista e reporter che ha lavorato a lungo in Sudan e Libia, racconterà di come è entrata nella regione del Darfur, documentando le conseguenze di un conflitto violentissimo. È stata l’unica giornalista straniera a entrare in Sudan dallo scoppio della guerra nell’aprile 2023.” L’incontro con Creta, dal titolo “Khartoum chiama Roma: cosa accade in Sudan e perché ci riguarda”, avrà luogo la prima sera, giovedì 13 alle 21 da Zaziè, insieme a Irene Panozzo di Lettera22.

L’inaugurazione del festival è prevista per giovedì 13 giugno alle 16:30 nella sede di Asinitas, scuola di italiano per stranieri, a via Policastro a Torpignattara. Durante questa occasione, coloro che hanno partecipato ai laboratori di giornalismo delle settimane precedenti presenteranno i loro video-reportage su Torpignattara. La serata sarà arricchita dalla partecipazione di Sara Nunzi, presidentessa dell’associazione Gli Asini, e dei docenti Angela Nittoli, Giuseppe Chiantera e Alessandro Fornaci.

La discussione sarà moderata dal ricercatore Luca Raineri della Scuola Superiore Sant’Anna. Inoltre la giornalista Arianna Poletti di Fada Collective, insieme ai ricercatori Maddalena Procopio dello Ecfr e Antonio Tricarico di ReCommon, affronteranno il controverso tema del piano Mattei per l’Africa del Governo italiano.

Il sabato vedrà il Mip trasferirsi al cuore del “serpentone” di Corviale. Durante questa giornata saranno proposti nuovi reportage e incontri coinvolgenti, tra cui l’incontro su “Milei e l’Argentina. Un anarco-capitalista al potere” e la discussione su “Palestina. Di fronte alla storia”, con ospiti autorevoli come Francesca Mannocchi e Hamdi Shaqqura.

Il Mip rappresenta un’opportunità per le periferie di essere protagoniste della propria narrazione e per il mondo intero di avvicinarsi a realtà spesso trascurate. Con il coinvolgimento di una vasta rete di associazioni e comunità locali, il Mip si conferma come un faro di innovazione e inclusione nel panorama culturale romano. 

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