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Spari contro l’accoglienza in provincia di Brescia: “Non fermeranno la nostra solidarietà”
Nella notte del 31 maggio alcuni colpi di arma da fuoco hanno raggiunto un centro di accoglienza a Collebeato dove vivono sei richiedenti asilo. Il 2 giugno è previsto un momento simbolico di vicinanza per gli accolti nella struttura, gestita dall’associazione ADL a Zavidovici
La notte del 31 maggio cinque spari hanno colpito la struttura che ospita il centro Sprar di Collebeato, in provincia di Brescia, dove sono accolti sei richiedenti asilo. Secondo quanto ricostruito, i colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro l’edificio, una struttura che fa parte del palazzo del municipio ed è situata nel centro del Comune, alle 3.30 e tre proiettili avrebbero raggiunto le finestre del primo piano del palazzo. I video delle telecamere, visionati dalla Procura che ha aperto un’indagine, avrebbero ripreso una persona in abiti scuri mentre si allontana dal palazzo.
“Siamo indignati e preoccupati”, commenta ad Altreconomia Agostino Zanotti, direttore dell’associazione ADL a Zavidovici che gestisce lo Sprar (l’acronimo del fu Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) del paese dal 2014. “Questo episodio ci sconcerta perché sembra avere una natura intimidatoria”, prosegue. “Ma avviene in un contesto in cui la popolazione e l’amministrazione comunale hanno sempre partecipato e risposto bene al progetto di accoglienza”. Durante i mesi dell’emergenza sanitaria le persone che vivono nella struttura hanno distribuito la spesa e i medicinali agli anziani e alle famiglie in difficoltà. “È stato un gesto spontaneo per aiutare la comunità che li ha accolti”, aggiunge. “Non siamo intimiditi: dobbiamo vigilare ancora di più e dimostrare la nostra solidarietà ai ragazzi. Fortunatamente stanno bene ma provengono da situazioni di fragilità e un atto come questo fa ricordare loro le violenze dalle quali sono fuggiti”, conclude.
Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Lo scorso ottobre, un petardo era stato inserito nella cassetta della posta di Antonio Trebeschi, il sindaco del paese, e un secondo era stato lanciato contro un’altra struttura che accoglie richiedenti asilo. Scritte naziste avevano imbrattato il muro del municipio e la lapide in memoria dei partigiani. “Crediamo siano gesti isolati, riconducibili a singoli individui”, commenta Trebeschi. “Sono poche persone rispetto a una maggioranza che appoggia i progetti di inclusione che portiamo avanti da anni. Abbiamo sempre ricevuto sostegno da parte dei cittadini. E non è mancato neanche in questo caso”, aggiunge. L’idea di organizzare un incontro simbolico per esprimere solidarietà è stata subito accolta dalle associazioni. Martedì 2 giugno dall’edificio raggiunto dagli spari saranno mostrate le bandiere della pace portate dalle realtà dell’associazionismo bresciano. “Le esporremo sul balcone dell’appartamento, dove si vedono i fori lasciati dai colpi di pistola. Un gesto simbolico per ribadire che i nostri progetti di solidarietà e accoglienza non si fermano”.
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