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Diritti / Opinioni

Rohingya, il disastro umanitario in diretta

Nel fango dei campi profughi del Bangladesh, migliaia di persone in fuga vivono in condizioni pessime. Esposte a malattie che abbiamo dimenticato

Tratto da Altreconomia 201 — Febbraio 2018

“Un disastro. Condizioni igieniche pessime”. Così mi ha risposto il mio amico Loris quando, a Natale, gli ho chiesto come stesse procedendo la sua missione in Bangladesh. È proprio in Bangladesh che hanno cercato rifugio le centinaia di migliaia di Rohingya fuggiti dal Myanmar dallo scorso mese di agosto. Sono 647.000 secondo le stime dell’UNHCR, di cui tantissimi i bambini (vedi Altreconomia 200). I problemi per i Rohingya non nascono nell’agosto del 2017, quando la violenza è scoppiata senza distinguere uomini, donne e bambini, ma da allora la crisi ha assunto dimensioni enormi. Dopo una prima fase in cui l’emergenza è stata soccorrere le vittime della violenza, ferite da arma da fuoco, pestaggi e ustioni per gli incendi appiccati ai villaggi, ora si è passati al prestare aiuto ai rifugiati. Sono tutti accampati con mezzi di fortuna, concentrati in un territorio ristretto malsano. Camminano per giorni attraverso la giungla e le montagne, risaie, fango, umidità e caldo,

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