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RethinkAble, il festival transfrontaliero dell’economia trasformativa

La pietra che segna il confine tra Italia e Slovenia tra le città di Gorizia e Nova Gorica © Isidoros Pirounidis, via Flickr

L’iniziativa, organizzata da ProDES F-VG, associazione di promozione delle comunità distrettuali dell’economia solidale del Friuli-Venezia Giulia, si svolgerà tra la città italiana di Gorizia e la slovena Nova Gorica dal 14 al 22 ottobre. Un’occasione per scoprire le realtà del territorio che vogliono cambiare modello di sviluppo

“Serve un ripensamento del modello economico attuale: le crisi che oggi attraversano il globo ce lo confermano. È necessario e urgente un cambiamento”. Nadia Carestiato, docente di Geografia umana all’Università di Udine e presidente dell’associazione proDES Fvg, che si occupa di promuovere e comunicare l’economia solidale in Friuli-Venezia Giulia, ne è sicura: bisogna invertire la rotta. Per farlo però è necessario prima confrontarsi. “Crediamo nella possibilità di creare uno spazio in cui discutere tutti insieme, per far nascere nuove idee, relazioni e progetti”, aggiunge. È nato così RethinkAble, il festival transfrontaliero delle economie trasformative e delle comunità territoriali che si terrà tra Gorizia e Nova Gorica dal 14 al 22 ottobre di quest’anno.

Tanti i partner coinvolti a vario titolo nella manifestazione, realizzata con il sostegno della Regione Friuli-Venezia Giulia. Parteciperanno, infatti, le Università di Udine, Trieste e quella slovena di Nova Gorica, Legambiente regionale, l’impresa sociale slovena Potencial Institut, l’Unità scientifica Zrc Sazu, l’Associazione italiana per la decrescita, Labsus, la Rete italiana per l’economia solidale (Ries), l’Ong goriziana Cvcs, Fairwatch, il circolo Arci Gong di Gorizia e Libera Gorizia.

Il luogo in cui l’evento sarà organizzato -una città unica divisa tra due Stati- è simbolico e rappresenta l’intento degli organizzatori di aprirsi a una dimensione sovranazionale. “Abbiamo la volontà di dialogare con tutte le esperienze che si occupano di altre economie per favorire collaborazioni e sinergie scavalcando anche i confini politici e amministrativi, in un’ottica di bioregione -spiega la presidente-. Ci piacerebbe riannodare i fili di un passato comune, andare oltre muri e appartenenze per dare vita a un dialogo tra realtà che mirano allo stesso obiettivo”.

Per uscire dal modello economico attuale non c’è una sola strada: per questo il festival si occuperà, al plurale, delle esperienze che si stanno muovendo lungo direttrici diverse rispetto a quelle tracciate dal modello capitalistico. “L’idea è di riprendere i quattro assi tematici proposti dal primo Forum sociale mondiale delle economie trasformative, tenutosi a Barcellona nel 2020: l’economia sociale e solidale, i beni comuni, il movimento agroecologico e la sovranità alimentare, le economie femministe e le prospettive di genere -spiega Mavì Carcione, coordinatrice della manifestazione-. Naturalmente, essendo alla prima edizione, non pretendiamo di essere esaustivi: vogliamo lanciare un sasso nello stagno e dare un segnale di movimento che possa essere da impulso per chi è convinto che cambiare serva”.

RethinkAble, infatti, vuole essere anche un luogo di incontro per chi, nel concreto, ha intenzione di muoversi nel segno della sostenibilità. “Verrà dato molto spazio di confronto e di discussione alle esperienze e alle pratiche del territorio e di altre Regioni -continua Carcione-. Ci saranno, per esempio, i rappresentanti delle filiere solidali della farina del Friuli-Venezia Giulia, ma anche esponenti del consorzio siciliano Le galline felici, delle rete dei Gas di Torino, del progetto Nutrire Trento e di esperienze di rivitalizzazione delle aree interne in provincia di Cuneo e di Massa Carrara”. Il programma della manifestazione si muove quindi in un dialogo costante tra teoria e pratica. Ad aprire il festival, il direttore di Altreconomia, Duccio Facchini, che, assieme alla giornalista Monica di Sisto, tratteggerà lo stato dell’arte delle economie trasformative in Italia. Nei giorni a seguire, si alterneranno tavole rotonde e conferenze sui temi dell’economia solidale (in collaborazione con la Ries e l’Associazione per la decrescita), sul rapporto tra arte ed ecologia, sulle comunità territoriali e i processi partecipativi, sulle aree interne e sulle comunità energetiche, queste ultime trattate in un pomeriggio organizzato assieme a Legambiente Friuli-Venezia Giulia.

“Coinvolgeremo i cittadini attraverso workshop -spiega la coordinatrice-. Avremo anche un momento dedicato ai più piccoli quando, domenica 16, organizzeremo assieme alla sede locale dell’Arci, un laboratorio durante il quale i bambini potranno cucinare, con la guida e la supervisione dei volontari, dei biscotti con le materie prime delle filiere dell’economia solidale del territorio”. A precedere il festival, sabato 8 ottobre, è in programma una gita in bicicletta alla scoperta di una delle esperienze pionieristiche della Regione, il Patto della farina del Friuli orientale, sorto non lontano da Gorizia. In questa occasione, ma anche durante altri momenti conviviali nel corso del festival, sarà possibile assaggiare prodotti provenienti dalle buone pratiche raccontate durante le conferenze.

“Abbiamo voluto realizzare una manifestazione che si sviluppa su più giorni per dar conto della complessità dell’argomento e per lasciare spazio al dialogo -afferma Carcione-, e questo richiede un grande impegno in termini di tempo, così come di investimento economico”. Gli organizzatori, quindi, hanno lanciato una campagna di crowdfunding, che, se andrà a buon fine, permetterà di portare a termine tutte le attività pensate per la cittadinanza. “Il cambiamento si può costruire solo mettendosi assieme e collaborando -conclude la presidente Carestiato- ed è a questo che mira il festival che stiamo organizzando: unire cittadini, esperti, istituzioni sensibili e realtà economiche avviate o in avviamento, perché possano costruire insieme una progettualità futura che vada verso una trasformazione del mercato attuale in un modello più giusto, riportato a una dimensione umana”.


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