Altre Economie
Pisa pratica la Costituzione?
Una petizione indirizzata al sindaco della città toscana: chiede al Comune di acquisire lo spazio dell’Ex Colorificio liberato, occupato dal "Municipio dei beni comuni", che la proprietà ha chiesto di sgomberare. Obiettivo: migliaia di firme entro settembre. Tra le prime, insieme a Settis, Viale, Revelli e Gesualdi, anche quelle di Pietro Raitano e Luca Martinelli di Altreconomia
La tutela degli investitori, la protezione della proprietà sono l’elemento centrale dell’attuale modello economico. Sono i pilastri del liberismo, intoccabili ed inalienabili. Ma c’è sempre un inizio, spesso graduale, che potrebbe cambiare le carte in tavola, rovesciando il banco.
“Io pratico la Costituzione” è una petizione, semplice nei modi ma radicale nei contenuti: chiede di ripartire dagli articoli 41 e 42 della nostra Costituzione, i riferimenti giuridici su cosa si intende come limite alla proprietà privata e, soprattutto, su cosa significa relativizzare un titolo che è diventato sempre più qualcosa di “sacro”, indipendentemente dalla sua funzione e dalla sua utilità, o disutilità, sociale.
La petizione è indirizzata al sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, e l’iniziativa ha un obiettivo chiaro: chiede al Comune che acquisica lo spazio di 14mila metri quadrati dell’Ex Colorificio Toscano, occupato a ottobre 2012 dal “Municipio dei beni comuni”.
All’amministrazione di Pisa, chiede anche di mantenere la destinazione d’uso dell’immobile, vocata ad uso produttivo dell’area e impedendo quindi ogni speculazione immobiliare, destinandolo l’ex Colorificio ad uso pubblico.
In questa "partita" per la Costituzione, i movimenti pisani sono accompagnati da personalità di primo piano del mondo del diritto e dell’accademia come il professor Salvatore Settis i giuristi Ugo Mattei, Paolo Maddalena, Luca Nivarra, Maria Rosaria Marella, Alberto Lucarelli, l’urbanista Enzo Scandurra, l’economista Guido Viale ed il sociologo Marco Revelli. Una lista a cui si sono aggiunte le firme di una sessantina di esponenti del mondo della società civile italiana, dal missionario comboniano Alex Zanotelli, al fondatore del Centro nuovo modello di sviluppo Francuccio Gesualdi, al regista Massimo Lauria, fino al direttore di Altreconomia Pietro Raitano.
Se l’obiettivo della petizione è scritto nero su bianco, altrettanto evidente è la motivazione: "Il diritto di proprietà privata accampato dalla J-Colors (la ditta proprietaria dell’immobile, ndr) per il sequestro ed il relativo sgombero dell’Ex Colorificio occupato di Pisa” sottolineano i promotori, "non ha fondamento giuridico, perché, a seguito dell’abbandono dell’attività produttiva, non persegue più la sua funzione sociale, ed è in contrasto con l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana, come chiaramente espresso e richiesto dagli articoli 42 e 41 della Costituzione”.
È così: si deve ripartire dalla Carta costituzionale per rivedere la gerarchia d’importanza dei diritti. E se per tutti questi anni la tutela dei soggetti giuridici ha troppe volte sovraordinato quella delle persone fisiche e dell’ambiente (a parte alcune lodevoli eccezioni, come il caso Eternit), è a partire da Pisa che si potrebbe contribuire ad invertire la tendenza.
La campagna “Io pratico la Costituzione” si muove in vista di una data simbolicamente importante, il 20 settembre, quando la Procura di Pisa stabilirà se l’ex Colorificio toscano andrà sgomberato oppure no. L’obiettivo è raccogliere migliaia di firme, a Pisa come in tutto il Paese, con un passo in più. Quel giorno di settembre sarà il primo di una tre giorni, dal 20 al 22 settembre, in cui all’Ex Colorificio Liberato si daranno appuntamento reti di movimento e realtà della società civile, dalle fabbriche occupate alle reti dell’economia solidale, dai teatri liberati all’associazionismo diffuso, con ospiti dalle realtà in mobilitazione in Grecia, Turchia ed Argentina, per rifare il punto della situazione sulla lotta al liberismo e all’austerity. Con un occhio ad una proprietà privata non più intoccabile e ad un autunno che potrebbe rivelarsi in movimento.