In tutte le famiglie esistono lessici e mitologie tramandati nel tempo, spesso come ricorsi generazionali o non detti. Lo sa bene la scrittrice messinese Nadia Terranova, che ha scoperto di avere una bisnonna internata nel manicomio cittadino, più o meno alla stessa età in cui lei è diventata madre. Questo è stato lo spunto per “Quello che so di te” (2025, edizioni Guanda) nel quale Terranova esplora nuovi orizzonti, senza abbandonare il dialogo con le crepe della memoria personale e collettiva.
Attraverso la sua scrittura regala narrazioni dense di significati, in cui storia, traumi e fantasmi del passato si mescolano con riflessioni intime e universali. Nei suoi romanzi, Terranova intreccia una forte connessione con la memoria storica e collettiva della sua città, Messina, segnata dal devastante terremoto del 1908 che causò oltre 80mila vittime e trasformò la città in un luogo costruito sopra un cimitero.
Questo evento, centrale nel suo immaginario narrativo, ricorre in opere c
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