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Esteri / Attualità

Monitor, osservatorio sul mondo (settembre 2023)

Rifugiati sudanesi in un campo profughi in Ciad © UNHCR/Aristophane Ngargoune

Il conflitto tra l’esercito e le Rsf sta aggravando la crisi alimentare in Sudan. Negli Stati Uniti cresce il costo delle assicurazioni sulla casa a seguito degli eventi climatici estremi. La Svezia annuncia la costruzione di dieci nuovi reattori nucleari. Quanto è costato alla Siria di Assad l’appoggio dell’Iran durante la guerra civile

Tratto da Altreconomia 262 — Settembre 2023

L’insicurezza alimentare minaccia il Sudan
Africa

Lo scoppio del conflitto che, dallo scorso aprile, vede contrapposti l’esercito sudanese e le Rapid support forces (Rsf) sta aggravando la crisi alimentare in Sudan. A giugno erano quasi otto milioni i bambini colpiti da grave insicurezza alimentare e, secondo le stime di Save the children, il loro numero potrebbe toccare i 9,5 milioni a settembre. Complessivamente più di 20,3 milioni di persone in Sudan soffrono la fame (il 42% della popolazione).

Ma la situazione è particolarmente drammatica nelle regioni più interessate dal conflitto come il Darfur occidentale, il Kordofan meridionale e l’area della capitale Khartoum. I combattimenti, infatti, hanno costretto milioni di agricoltori a rinunciare alla semina primaverile di sorgo, miglio e grano che rappresentano gli alimenti base per l’alimentazione delle fasce più povere della popolazione. Ad aggravare la carenza di beni di prima necessità si sono poi aggiunti i saccheggi di mercati e negozi.


Negli Usa crescono i prezzi delle polizze sulle case
Nord America

Negli Stati Uniti è in crescita il numero di persone che non possono permettersi di pagare l’assicurazione sulla propria casa. I prezzi delle polizze, scrive la Bbc, stanno aumentando vertiginosamente, le compagnie limitano le coperture e decine di piccoli assicuratori hanno cessato l’attività per l’impossibilità di coprire i costi causati da esondazioni, incendi e uragani sempre più violenti. Negli Stati più colpiti da eventi estremi -la cui frequenza e intensità sono aumentate per via dei cambiamenti climatici- anche alcune grandi società hanno smesso di sottoscrivere nuove polizze. Secondo le stime di un portale specializzato citato dalla Bbc, i premi sarebbero aumentati in media del 7% nel 2022 e un ulteriore più 9% è previsto per il 2023 (per un importo medio di 1.784 dollari). Negli Stati più a rischio come la Louisiana la spesa è cresciuta del 65% rispetto al 2021.

© Texas Military Department, via Flickr

Si è conclusa lo scorso 11 agosto la complessa operazione per rimuovere 1,1 milioni di barili di petrolio dalla FSO Safer, la petroliera abbandonata dal 2015 al largo delle coste dello Yemen a causa dello scoppio del conflitto nel Paese.


La violenza dei narcos colpisce l’Ecuador
America Latina

Nel mese che ha preceduto le elezioni presidenziali in Ecuador (che si sono svolte il 20 agosto) diversi esponenti politici sono stati assassinati. Il 26 luglio Agustín Intriago, sindaco di Manta, la terza città del Paese, è stato assassinato. Nella notte tra il 9 e il 10 agosto è stata la volta del candidato alle presidenziali Fernando Villavicencio, ex giornalista, apertamente schierato contro i cartelli del narcotraffico. Il 14 agosto è stato ucciso anche Pedro Briones, leader locale del partito Revolución cìudadana. Negli ultimi anni il Paese ha registrato un drammatico aumento della violenza legata al traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina proveniente da Colombia e Perù, i due principali produttori a livello mondiale. Come ha raccontato il New York Times, a partire dal 2018 i gruppi criminali attivi in Ecuador sono stati sempre più coinvolti nello stoccaggio e nel trasporto della droga. Solo nel 2022 ci sono stati circa 4.500 omicidi legati ai cartelli e sono state sequestrate oltre 210 tonnellate di sostanze stupefacenti.

L’ex giornalista e candidato alle elezioni in Ecuadro Fernando Villavicencio è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco il 10 agosto alla fine di un comizio elettorale nella capitale Quito © FernandoVillavicencioEC

Secondo le stime del World resource institute circa quattro miliardi di persone vivono in condizioni di forte stress idrico per almeno un mese all’anno


La Svezia annuncia la costruzione di dieci nuovi reattori nucleari
Europa

Ad agosto il governo svedese ha annunciato di voler costruire dieci nuovi reattori nucleari entro il 2045. Se verranno realizzati, andranno ad aggiungersi ai sei già attivi e che forniscono il 30% dell’elettricità del Paese. Romina Pourmokhtari, ministra dell’Ambiente e dell’energia (in basso), ha dichiarato che i nuovi impianti permetteranno alla Svezia di ridurre le emissioni di gas climalteranti. Ha inoltre spiegato che il governo intende eliminare la normativa attuale che fissa a dieci il numero massimo di reattori autorizzati nel Paese. Il progetto di riforma sarà esaminato dal Parlamento di Stoccolma in autunno.

Intervistato dal Guardian, Lars J Nilsson, professore alla Lund University e membro dell’European climate advisory board, parla di una scelta simbolica: “Non mi aspetto la costruzione di alcun nuovo impianto nucleare a meno che il governo non fornisca ampie garanzie”. I costi inoltre andranno a incidere pesantemente sui contribuenti e gli impianti rischiano di entrare in funzione troppo tardi per incidere davvero sulla riduzione delle emissioni climalteranti che -come stabilito dal piano europeo “Fit for 55”- deve raggiungere il 55% entro il 2030.

La ministra svedese del Clima e dell’ambiente Romina Pourmokhtari © Johannes Fransen / Government offices

Quanto è costato il sostegno iraniano al regime di Assad
Medio Oriente

Il governo iraniano ha speso l’equivalente di 50 miliardi di dollari per sostenere il regime di Bashar al Assad nel corso dei dieci anni di guerra civile che ha dilaniato la Siria. È quanto emerge da una nota del ministero degli Esteri di Teheran diffusa dal gruppo hacker iraniano “Uprising till overthrow” e ripresa da diversi media arabi. In aggiunta alle spese militari il documento sottolinea come “oltre all’esportazione di petrolio, l’Iran ha garantito linee di credito e altri pagamenti a Damasco, nonché denaro contante al governo siriano”.

Citando i documenti hackerati, il quotidiano Middle east monitor evidenzia come gli accordi già stipulati tra i due Paesi per risanare questi debiti coprano solo 18 dei 50 miliardi di dollari che Teheran intende recuperare sotto forma di “investimenti e trasferimento di fosfati, petrolio e altre risorse dalla Siria”. L’Iran ha svolto un ruolo significativo nel sostenere politicamente e militarmente il regime di Bashar al Assad durante la guerra civile, con l’obiettivo di preservare i propri interessi e la propria influenza regionale.

Al condizionamento economico-politico si aggiunge anche l’interferenza militare: l’Iran infatti controlla diverse zone del Sud e del Sud-Est della Siria, in particolare quelle limitrofe al confine con l’Iraq. È qui, secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, che i miliziani jihadisti sciiti filoiraniani starebbero rafforzando la propria presenza nell’area e si preparerebbero a controllare una serie di scali aerei minori per addestrarsi all’uso di droni.


Come l’hip hop ha dato voce a una generazione di giovani egiziani affamati di cambiamento” è il titolo di un interessante reportage pubblicato dal Guardian l’11 luglio


La Turchia espande le proprie miniere di carbone
Asia

Nonostante le proteste degli abitanti e un presidio durato circa due anni, a inizio agosto è iniziato l’abbattimento della foresta di Akbelen nel Sud-Ovest della Turchia per permettere l’espansione di una miniera di carbone. Il combustibile fossile andrà ad alimentare le tre centrali già attive nella zona e che, secondo le stime di Climate action network europe, hanno emesso 360 milioni di tonnellate di CO2 tra il 1982 e il 2017.

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