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Esteri / Attualità

Monitor, osservatorio sul mondo (giugno 2023)

Il Brasile “arcobaleno” piange David Miranda. La Spagna discute l’interruzione del programma “golden visa”. L’allarme negli Stati Uniti per i pozzi di petrolio “orfani nel Golfo del Messico”. Le università saudite a caccia di ricercatori per scalare le classifiche internazionali degli atenei più prestigiosi

Tratto da Altreconomia 260 — Giugno 2023

Il Brasile “arcobaleno” piange David Miranda
America Latina

Si è spento il 9 maggio 2023, un giorno prima del suo trentottesimo compleanno, l’attivista e politico brasiliano David Miranda. Il presidente Luiz Inácio “Lula” da Silva ha celebrato la “straordinaria traiettoria” del politico nato nella favela di Jacarezinho, figlio di una prostituta e orfano dall’età di cinque anni. Nonostante questo Miranda è riuscito a completare gli studi e a iscriversi all’università, per poi darsi alla politica: amico di Marielle Franco (l’attivista assassinata nel 2018) è stato il primo omosessuale eletto al consiglio municipale di Rio de Janeiro.

Nel 2019 è entrato nel Congresso brasiliano, dove è stato un forte oppositore dell’ex presidente Jair Bolsonaro e impegnato per la promozione dei diritti della comunità LGBTQ+. Ad annunciare la morte è stato il marito, il giornalista Glenn Greenwald, con cui aveva collaborato all’inchiesta sul programma di sorveglianza della National security agency statunitense (Nsa). In quell’occasione Miranda era stato fermato all’aeroporto inglese di Heathrow mentre trasportava una chiavetta usb con i file riservati e destinati a Greenwald.


Più di 14mila pozzi abbandonati nel Golfo del Messico
Nord America

Nelle acque del Golfo del Messico ci sono circa 14mila pozzi per l’estrazione di gas e petrolio “orfani”, che non sono stati chiusi o correttamente bonificati dalle aziende che li gestivano. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature energy che denuncia i pericoli, per l’ambiente e per la popolazione delle zone costiere di Alabama, Louisiana e Texas. Queste infrastrutture, infatti, rilasciano grandi quantità di metano, un potente gas serra, e di sostanze tossiche come l’arsenico. Secondo le stime contenute nella ricerca, intervenire per sigillare i pozzi -un’operazione lunga e complessa, che richiede un uso massiccio di cemento- costerebbe al governo federale degli Usa circa 30 miliardi di dollari. L’agenzia Reuters riporta che l’amministrazione Biden ha stanziato appena quattro miliardi di dollari per sigillare i pozzi abbandonati.


Il numero di sfollati interni (Idp) raggiunto a fine 2022 ha raggiunto i 71 milioni secondo il Danish refugee council. Incide la guerra in Ucraina: nel 2021 erano 59,1, quasi il 20% in meno


In Spagna si discute l’interruzione dei rilasci dei “passaporti d’oro”
Europa

Dal 2013 a oggi la Spagna ha garantito cinquemila golden visa -permessi di soggiorno della durata di tre anni- ad altrettanti cittadini extracomunitari che hanno investito almeno 500mila euro nel mercato immobiliare. Ad aderire all’iniziativa sono stati per la maggior parte cittadini cinesi. Ma la prassi potrebbe finire presto. A maggio Iñigo Errejon, leader del partito progressista Mas Pais, ha dichiarato a El País che la sua coalizione sarebbe in trattativa con il governo per chiudere il programma.

La Spagna seguirebbe così gli esempi del Regno Unito, che dal 2022 non garantisce più golden visa, e dell’Irlanda. Mentre il Portogallo ne ha annunciato l’interruzione imminente. Nonostante gli avvertimenti del Parlamento europeo, che ha messo in luce come la generosa concessione di visti possa favorire il riciclaggio di denaro, la corruzione e altri crimini internazionali chiedendo una “stretta” sui rilasci, Italia e Grecia offrono ancora permessi di soggiorno a ricchi investitori. Malta, invece, è l’ultimo Stato europeo a garantire passaporto d’oro, un sistema che permette agli investitori di ottenere cittadinanza del Paese e, di conseguenza, libertà di circolazione all’interno dell’Unione europea.

© freepick.org

La concorrenza sleale degli atenei sauditi per salire nel ranking
Medio Oriente

Le università saudite cercano di scalare le classifiche accademiche globali incoraggiando i migliori ricercatori a spostare la loro affiliazione, spesso in cambio di pagamenti in denaro. Ad aprile un articolo uscito su El País ha portato alla luce le vicende di alcuni ricercatori spagnoli che hanno ricevuto pagamenti dalla King Saud University (Ksu) di Riyadh, solo per citare l’ateneo come principale affiliazione accademica nel database usato dal Academic ranking of world university (Arwu).

La chimica Mira Petrović, dell’Istituto catalano per la ricerca sull’acqua a Girona, in Spagna, ha raccontato che nel 2018 è stata inserita nella lista dei “ricercatori altamente citati” (Hcr): un elenco di circa settemila accademici che si distinguono per aver pubblicato articoli che si collocano nel primo 1% al mondo per numero di citazioni. Poco dopo ha ricevuto un’email dalla Ksu che la invitava a cambiare affiliazione dall’università spagnola a quella saudita. Solo in seguito ha scoperto che se avesse accettato avrebbe ricevuto 70mila euro. Un’offerta che ha declinato: “Quello che mi proponevano era privo di qualsiasi contenuto accademico”. Dall’indagine condotta da Siris Academic, società di consulenza per l’istruzione superiore con sede a Barcellona, emerge il crescente numero di Hcr con affiliazione primaria alle università saudite, passati da 27 a 109 tra il 2014 e il 2022. Siris ha stimato che per ogni Hcr tra i propri associati, la posizione dell’ateneo possa salire fino a 100 posizioni più in alto nell’Arwu.


A un anno dall’uccisione per mano israeliana della giornalista palestinese americana Shireen Abu Akleh, The Intercept_ torna sulla sua morte con un articolo in cui denuncia l’inazione degli Stati Uniti


Hong Kong limita l’attività degli avvocati stranieri
Asia

L’11 maggio 2023 l’assemblea legislativa di Hong Kong ha approvato un emendamento per impedire agli avvocati stranieri di lavorare sui casi che riguardano la legge sulla sicurezza nazionale (Nsl), provvedimento in vigore dal 2020 che mira a indebolire i movimenti pro-democrazia. Tim Owen, che difende l’attivista Jimmy Lai (condannato all’ergastolo nell’agosto 2020) dovrà abbandonare la causa.


Martedì 16 maggio il dipartimento di Giustizia americano ha annunciato l’avvio di cinque procedimenti penali contro informatici accusati di aver rubato illegalmente tecnologia e materiali americani per fornirli ai governi di Russia, Cina e Iran


Peggiora l’insicurezza per la popolazione africana
Africa

Circa il 70% della popolazione africana vive in zone dove la sicurezza e lo Stato di diritto sono peggiorati dal 2012 a oggi. Nell’ultimo “Ibrahim index of african governance” (Iiag), elaborato dell’omonima fondazione che annualmente conduce un’analisi della governance in 54 Paesi africani, emerge che a causa del perpetrarsi di conflitti armati, terrorismo e criminalità organizzata nel continente, le vite degli africani sono messe sempre più a rischio.

I 23 colpi di Stato dell’ultimo decennio, tra riusciti e tentati, hanno gravemente indebolito le istituzioni democratiche in Mali, Burkina Faso e Sudan. L’aggravarsi della sicurezza ha portato a migrazioni interne, mal gestite dai vari governi, e che hanno aggravato le tensioni sociali già presenti a seguito delle recenti crisi sanitarie ed economiche mondiali. In particolare, la classifica dell’Iiag vede agli ultimi posti, come Paesi più insicuri: Sudan, Repubblica democratica del Congo, Eritrea, Somalia e Sud Sudan.

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