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Monitor, osservatorio sul mondo (maggio 2023)

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La ripresa “insostenibile” delle compagnie aeree low cost in Europa: le emissioni climalteranti di Ryanair e Wizz Air hanno superato quelle del 2019. Tra gennaio e aprile 2023 almeno 23 attivisti per l’ambiente sono stati uccisi o incarcerati in America Centrale. Tre alti funzionari del regime siriano verranno processati a Parigi

Tratto da Altreconomia 259 — Maggio 2023

La ripresa insostenibile delle compagnie aeree low cost europee
Europa

Nel 2022 le emissioni climalteranti di Ryanair e Wizz Air, due delle maggiori compagnie aeree low cost in Europa, hanno superato quelle del 2019, l’anno precedente alla pandemia da Covid-19. È quanto emerge da un’analisi effettuata da Transport&Environment, la federazione europea dei trasporti e dell’ambiente (T&E). Nel corso del 2022 i voli Ryanair, la più inquinante tra le compagnie europee, hanno emesso 13,3 milioni di tonnellate di CO2, mentre Wizz Air, che invece si piazza all’ottavo posto, ne ha emesse 3,7 milioni.

A differenza delle low cost, le emissioni delle compagnie aeree a lungo raggio non sono ancora tornate ai livelli pre 2019. La compagnia di bandiera tedesca, Lufthansa, con 8,7 milioni di tonnellate di CO2, si attesta al 67%, mentre Air France con 8,1 milioni di tonnellate è all’81%. “È evidente che le promesse su una ripresa verde e all’insegna della sostenibilità sbandierate durante la pandemia erano forvianti -commenta Roman Mauroschat, responsabile delle politiche aeronautiche di T&E-. Le compagnie aeree dovrebbero impegnarsi attivamente e versare più fondi per i carburanti aerei realmente sostenibili”.


Attivisti indigeni per l’ambiente nel mirino
America Latina

Un’ondata di attacchi contro i difensori dell’ambiente ha colpito le comunità indigene e rurali del Messico e dell’America centrale. Secondo un’inchiesta del Guardian, tra gennaio e aprile 2023 nella regione almeno 24 attivisti sono stati uccisi, fatti sparire o incarcerati. L’ultima vittima si chiamava Eustacio Alcalá Díaz, un difensore dei diritti delle popolazioni indigene e contro lo sfruttamento minerario. Stava viaggiando con dei missionari cattolici quando è stato rapito da uomini armati. Tre giorni dopo il suo corpo è stato trovato vicino a Huitzontla nello Stato del Michoacán, in Messico. Díaz aveva avviato un’azione legale -peraltro poi vinta- per fermare una compagnia mineraria in una regione dove l’industria estrattiva si sta imponendo sempre più sulle comunità locali. Michel Forst, Relatore speciale delle Nazioni unite per i difensori dell’ambiente, ha ribadito come “la maggior parte di questi crimini rimanga impunita, la radice delle violenze sta spesso nell’esclusione da parte di governi e imprese delle comunità dalle decisioni riguardanti le loro terre e risorse naturali”.


L’utile stimato dei dieci principali hedge fund nel primo trimestre 2022, a cavallo dell’invasione in Ucraina, grazie al trading su grano e soia è stato pari a due miliardi di dollari


Il costo nascosto delle “miniere” texane di bitcoin
Stati Uniti

Negli Stati Uniti sono attive almeno 34 “miniere” di bitcoin, dieci delle quali in Texas: siti dove migliaia di computer eseguono miliardi di calcoli ogni secondo. Una dettagliata inchiesta del New York Times racconta l’impatto che queste operazioni (altamente energivore) hanno sull’ambiente e sulle persone. L’elevata domanda di energia necessaria ad alimentare i processori delle dieci “miniere” texane (stimata in circa 1.800 MW) ha causato un aumento delle bollette dei cittadini che una società di consulenza specializzata ha stimato in 1,8 miliardi di dollari all’anno. Oltre al consumo energetico, che grava sulla popolazione locale, già duramente colpita dal razionamento dello scorso inverno, c’è anche l’inquinamento: l’85% della domanda energetica delle “miniere” di bitcoin, infatti, è soddisfatta da centrali a carbone e gas.

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Nell’aprile 2014 276 studentesse di Chibok, nel Nord della Nigeria, vennero rapite dai miliziani di Boko Haram. A nove anni di distanza, 98 sono ancora prigioniere. Amnesty International ha denunciato il “totale fallimento” delle autorità.


Tre alti funzionari del regime siriano a processo in Francia
Medio Oriente

Con una decisione storica, il 29 marzo i giudici istruttori dell’unità per i crimini di guerra della Corte giudiziaria di Parigi hanno ordinato l’incriminazione di tre alti funzionari del regime siriano (Ali Mamlouk, Jamil Hassan e Abdel Salam Mahmoud) con l’accusa di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La vicenda processuale aveva avuto inizio nel 2016, a seguito della denuncia presentata da un cittadino franco siriano, Obeida Dabbagh, per la scomparsa del fratello e del nipote: arrestati nel novembre 2013 a Damasco (durante i primi anni della rivolta contro il regime di Assad) e detenuti nel carcere di Mezzeh, dove sono deceduti dopo essere stati torturati.

Secondo la Fédération internationale des droits de l’homme (Fidh) questa decisione apre la strada, per la prima volta in Francia, a un processo nei confronti di alti funzionari dell’apparato repressivo di Damasco. “In un momento in cui il regime siriano sembra uscire impunito da tutte le atrocità commesse, è essenziale che questo processo qualifichi i crimini del regime e ritenga responsabili i suoi più alti funzionari”, ha dichiarato Clémence Bectarte, avvocato di Fidh e della famiglia Dabbagh. Secondo le stime delle Nazioni Unite, le persone vittime di sparizione forzata in Siria sarebbero almeno 100mila, ma non esistono dati certi e il numero reale potrebbe essere molto più elevato. Per dare una risposta ai loro familiari, l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha chiesto l’istituzione di una commissione indipendente.


Holy Week. The story of a revolution undone” è il titolo del podcast prodotto da The Atlantic che racconta gli eventi della settimana successiva all’omicidio di Martin Luther King il 4 aprile 1968.


L’India censura l’Islam sui libri di testo scolastici
Asia

In India le discriminazioni ai danni della comunità musulmana arrivano anche sui banchi di scuola. Il quotidiano Indian Express ha denunciato ampi tagli e profonde riscritture dei libri di testo che parlano della storia del Paese, in particolare la cancellazione dei capitoli sugli storici governanti islamici (le corti Moghul). I nuovi volumi finiranno in migliaia di classi in almeno 20 Stati della federazione.

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Il peso dell’analfabetismo sull’economia sudafricana
Africa

Tre milioni di sudafricani, su una popolazione di 60 milioni, non sa leggere né scrivere, né far di conto. E il trend è in drammatico aumento da due anni. È quanto emerge dal nuovo studio dell’Ong australiana World literacy foundation che denuncia il costo -sociale ed economico- dell’analfabetismo nel Paese, stimato in circa 6,7 miliardi di dollari all’anno. La mancanza d’istruzione, infatti, incide sia sulla retribuzione degli individui, inferiore del 30%-42% rispetto a quella delle persone alfabetizzate, sia sulla perdita di produttività delle aziende. Tra la popolazione adulta del Sudafrica -l’economia più avanzata del continente- il tasso di scolarizzazione è dell’87%, più basso rispetto ad altri Paesi in via si sviluppo come Messico e Brasile. Un sistema scolastico inadeguato, una scarsa cultura della lettura e una difficile reperibilità di libri contribuiscono ad aggravare lo stato dell’educazione nel Paese, in una regione con il più alto numero al mondo di bambini che non frequentano la scuola.

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