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Manganelli contro la primavera No OGM
Blitz di 150 persone all’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma. I manifestanti hanno portato ortaggi e frutti, simboli della biodiversità, per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sui danni portati dalla coltivazioni di sementi geneticamente modificate nel nostro Paese. La Polizia li ha caricati
La primavera della biodiversità è stata salutata stamani da centocinquanta persone, che a Parma hanno portato ortaggi e frutti -dal brocollo fiolaro alle arance- all’interno dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), l’unico organo Ue con sede nel nostro Paese.
I colori della "sovranità alimentare" sono stati scelti come simbolo per denunciare l’illegalità nella coltivazione di sementi OGM Italia, come stabilito dal Decreto interministeriale del luglio 2013 che prevedeva una moratoria alle sementi geneticamente modificate in Italia per 18 mesi, almeno fino a dicembre 2014.
Mentre si stavano allontanando, a conclusione di una manifestazione pacifica durata poco più di mezz’ora, e che aveva portato gli attivisti a dialogare con i dipendenti EFSA e a cospargere il pavimento dell’Agenzia di mais-, i manifestanti sono stati caricati dalle forze dell’ordine e spinti per le strade di Parma fino a un ponte, dove un’autoambulanza ha medicato chi risultava ferito dai manganelli.
"Abbiamo deciso di portare l’attenzione sul tema degli Ogm manifestando di fronte a un ‘simbolo’, perché nella sede dell’EFSa si prendono decisioni relativa alla sicurezza alimentare. Pensiamo che ci sia un’altra sicurezza, che passa per la tutela della sovranità alimentare degli agricoltori e dei cittadini -hanno dichiarato gli attivisti, durante una conferenza stampa improvvisata per strada, sul Ponte di Mezzo-. Siamo venuti per manifestare a difesa della biodiversità e della salvaguardia del paesaggio, contro le sementi OGM che sono illegali il nostro Paese. Con l’iniziativa di oggi lanciamo una campagna per la biodiversità e la tutela del territorio da sementi geneticamente modificate, guardando alla scadenza del prossimo 9 aprile, quando il Tar del Lazio si esprimerà sul ricorso dell’imprenditore agricolo friulano Giorgio Fidenato per poter coltivare il mais Mon810".
Intorno a mezzogiorno, dopo essere stati identificati uno a uno con le telecamere, i manifestanti -provenienti dai centri sociali del Nord-est, delle Marche e dell’Emilia-Romagna- hanno potuto allontanarsi dal ponte.
(Foto di Chiara Spadaro)