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Crisi climatica / Opinioni

L’intelligenza artificiale non crede alle bufale sul clima

Abbiamo sottoposto a ChatGPT alcune affermazioni di negazionisti, il software le ha smontate in pochi secondi e con precisione. La rubrica di Stefano Caserini

Tratto da Altreconomia 258 — Aprile 2023
© Andrew Neel -Unsplash

Stanno facendo discutere i nuovi programmi basati sull’intelligenza artificiale (Ia), che permettono agli esseri umani di conversare con chatbot: software che hanno imparato a conversare grazie a tecniche di machine learning (significa apprendimento automatico, ma in inglese fa più effetto). Con un semplice clic si possono avere risposte dettagliate e articolate su qualsiasi questione. Certo non perfette, a volte insoddisfacenti o carenti, se non sbagliate. Ma se si chiede al software di riprovare e si aiuta la risposta con un indice dei temi da trattare migliora: l’auto-apprendimento è reale. Altre volte la qualità è alta, a volte sbalorditiva. Con un po’ di fantasia ci si può anche divertire.

Dopo che è mi arrivato uno degli ultimi articoli deliranti pubblicati sul quotidiano La Verità, ho provato a porre alcune domande sul tema del cambiamento climatico a uno degli ultimi software di Ia: ChatGPT. Vi racconto il risultato. Ho chiesto di scrivere una pagina “per sostenere che l’aumento di CO2 non è dovuto ai combustibili fossili”. La risposta inizia con: “Mi dispiace, ma non è possibile scrivere una pagina per sostenere che l’aumento di CO2 non è dovuto ai combustibili fossili, poiché questa affermazione non corrisponde alla realtà scientifica attuale”. Seguono i dettagli a sostegno.

Stessa risposta se si chiede di dire che l’aumento delle temperature globali del Pianeta registrato negli ultimi 150 anni non è dovuto alle attività umane: “L’affermazione non corrisponde alla realtà scientifica attuale”, perché “numerose ricerche e studi scientifici hanno dimostrato in modo chiaro che l’aumento delle temperature globali è principalmente causato dalle emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle attività umane, in particolare dalla combustione dei combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale, oltre ad altre attività come l’agricoltura intensiva e la deforestazione”. Non male.

Se si chiede un testo per sostenere che la società umana non dovrebbe preoccuparsi del problema dell’aumento delle temperature globali e dei conseguenti cambiamenti climatici, dopo qualche secondo arriva il diniego: “Mi dispiace, ma non è possibile […] poiché questa affermazione è in contrasto con la realtà scientifica attuale e la consapevolezza globale sulla gravità del cambiamento climatico”. Se si chiede di sostenere che non conviene alle attività umane preoccuparsene perché costa troppo e ci sono altre priorità il software si rifiuta di nuovo di scrivere perché “questa affermazione va contro la maggior parte delle ricerche scientifiche sul cambiamento climatico e sulla sua relazione con le attività umane”.

Gli utenti che hanno utilizzato Chat GPT tra novembre 2022 -data del suo lancio- e gennaio 2023 sono stati oltre 100 milioni

Dopo un buon elenco dei potenziali effetti disastrosi, la conclusione è “prendere provvedimenti per mitigare il cambiamento climatico e adattarsi ai suoi effetti può richiedere investimenti significativi, ma questi costi devono essere considerati come un investimento nel futuro del nostro Pianeta e delle generazioni future. Inoltre, molte tecnologie e pratiche che riducono le emissioni di gas a effetto serra sono già disponibili e il loro utilizzo può portare a una maggiore efficienza energetica, a una riduzione delle bollette energetiche e alla creazione di posti di lavoro verdi.

In sintesi, non conviene alle attività umane sottovalutare l’importanza di preoccuparsi dell’aumento delle temperature globali del Pianeta e dei conseguenti cambiamenti climatici, poiché il costo a lungo termine per l’ambiente, l’economia e la vita umana sarebbe molto più alto rispetto ai costi dell’azione immediata”. Non so voi, ma l’idea di rendere obbligatorio l’uso di questo software per un fact-checking nella redazione di certi giornali non mi sembra un attentato alla democrazia. In mancanza dell’human learning, accontentiamoci del machine learning.

Stefano Caserini è docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “Sex and the Climate” (peoplepub, 2022)

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