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L’influencer non si mette in posa: intervista a Elisa Nicoli

Elisa Nicoli è una green influencer che preferisce però i contenuti all’apparire: in occasione dell’uscita di “Pulizie creative” facciamo con lei una breve riflessione sulla responsabilità di chi fa da “arbitro” in tema di sostenibilità

Tratto da Altreconomia 243 — Dicembre 2021

Elisa è una green influencer. “In realtà io mi sento una ‘divulgatrice ambientale’ ma mi rendo conto che fa molto meno figo -se la ride-. Comunque lavoro principalmente su un mezzo che ti trasforma in green influencer, che tu lo voglia o no”. Elisa Nicoli, 41 anni, bolzanina, è anche l’autrice più prolifica in assoluto per Altreconomia con ben dieci titoli: l’ultimo edito, “Pulizie creative”, aggiorna e riprende in una nuova veste editoriale il fortunato titolo e le sue migliori ricette sviluppate in anni di lavoro per fare da sé cosmetici e detersivi senza pesare sull’ambiente. 

“Non è facile interpretare questo ruolo e stare alle regole del gioco, rispettando la mia natura profonda e la mia forma mentis -spiega Elisa-. Rispetto ad altri influencer, ad esempio, non uso il mio corpo e la mia figura per acchiappare i like ma preferisco usare la testa e le mie competenze”. Ma l’aspetto serve davvero? “Sì certo, esiste una parte di questo ‘mestiere’ che è pura ‘influenza’: a volte conta proprio l’estetica, altre volte la semplice notorietà. Purtroppo non di rado sotto all’apparenza c’è un vuoto pneumatico di contenuti; o meglio si tratta di pura forma, di una ‘posa’. Ma soprattutto un certo tipo di influencer è disposto a mettere in mostra e -di fatto- vendere la propria vita, la propria quotidianità”.

Secondo te è possibile trovare un equilibrio? “La mia fatica è quella di bilanciare in modo efficace il contenuto con la forma, l’informazione con il linguaggio tipico dello strumento perché questa è la condizione per essere considerata un’influencer. Io ero abituata a creare contenuti con un metodo più giornalistico, che ho imparato proprio lavorando con Altreconomia, cercare le fonti, verificare le informazioni, studiare ed evitare le fake news. Ora mi rimetto in gioco”. Qual è il tuo social preferito? “Instagram, perché mi permette di mettere a frutto tutte le mie competenze di scrittura, fotografia, video. Ma comporta un cambio di prospettiva: se non ci metti la faccia, su Instagram la gente non ti segue. Ma comparire e rispondere a così tante persone è un po’ come andare dallo psicologo, essere sempre in terapia”.

Quattordicimila follower non sono pochi… “Sì, se hai un’etica -come spero di avere- senti ancora di più la responsabilità della comunicazione e di essere seguita nelle cose che proponi”. Ad esempio? “Mi chiedo spesso se è giusto parlare di me in un post. Perché so che le persone non aspettano altro ma io vorrei trovare il modo corretto di farlo e trovare un confine dove le persone non possono ‘entrare’. Ho fatto fatica prima a far sentire la mia voce e poi a fare vedere la mia faccia. Ma d’altra parte mi rendo conto che anch’io voglio vedere chi c’è dietro a un profilo. Perché dà uno spessore e un’empatia maggiore”. E quando hai deciso di fare il grande passo? “Ho sempre fatto molti lavori ‘spot’: poi incoraggiata dal mio compagno, ho cominciato a orientarmi verso il lavoro più quotidiano che Instagram e gli altri social richiedono. Il grande lockdown tra 2020 e 2021 mi ha poi obbligato a concentrare qui le mie energie. E -devo dire- mi diverto un sacco”. 

“Pulizie creative” è in libreria e su altreconomia.it. Potete seguire Elisa su elisanicoli.it, Instagram @autoproduco 

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