Il 19 giugno di quest’anno l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane Spa (ICBPI) -che opera anche attraverso il marchio CartaSì- è stato acquisito da un consorzio di fondi formato da Advent International, Bain Capital e Clessidra. Il “corrispettivo” è stato di 2,15 miliardi di euro. Vi spieghiamo chi sono gli acquirenti e perché quest’operazione vi riguarda
Aprite il portafoglio, estraete una carta di pagamento e guardatene il retro. C’è scritto “CartaSì”? Avete un motivo in più per leggere questo articolo. Il 19 giugno di quest’anno l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane Spa (ICBPI) è stato acquisito da un consorzio formato da Advent International -tra i principali investitori globali di private equity-, Bain Capital -società d’investimento a capitale privato- e Clessidra -società milanese di private equity-. Il “corrispettivo” è stato di 2,15 miliardi di euro.
Quella che è passata come una nota di cronaca economica e finanziaria è in realtà un’operazione strategica con importanti ricadute quotidiane. Non fosse altro perché l’ICBPI -come recita il comunicato dei fondi che l’hanno rilevato- “è leader nel mercato italiano dei servizi finanziari con forte posizione competitiva nel settore dei servizi di monetica e pagamento”. Carte di pagamento e strumenti correlati, appunto, visto che ICBPI opera attraverso marchi "consolidati" quale CartaSì.
I venditori (Credito Valtellinese, Banco Popolare, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca popolare dell’Emilia Romagna, Iccrea Holding, Banca Popolare di Cividale, UBI Banca, Banca Popolare di Milano, Banca Sella Holding e Banca Carige) hanno stipulato l’accordo (“manca ancora l’ufficialità del closing” fanno sapere dal Consorzio, "in attesa dell’approvazione delle autorità antitrust competenti e della Banca Centrale Europea") con una piccola società con sede in via Vittor Pisani a Milano, la Mercury Italy Srl, nata il 6 maggio di quest’anno. Il presidente del Cda è Simone Cucchetti, con un passato in Citigroup ed un presente nei Cda di Sisal e Bitolea. Il capitale della Mercury Italy -10mila euro- è detenuto interamente da un socio domiciliato a Londra, la Mercury Uk Holdco Limited.
La chiusura dell’operazione, come detto, è ormai un fatto di (poco) tempo, ma la rilevanza del settore della monetica, anche per i risvolti sociali rappresentati dagli strumenti di pagamento -privacy, stili di vita, tracciabilità-, emerge immediatamente. Anche perché l’Istituto acquisito dai fondi -stando alla “Relazione sulla gestione e sulle attività" di Banca d’Italia di questo maggio- è secondo azionista della società Equens SE -di diritto europeo con sede nei Paesi Bassi- che è secondo via Nazionale è un “importante fornitore tecnologico per le banche italiane” in materia di sistemi di pagamento all’ingrosso e al dettaglio.
E a questa fondamentale “partita a carte” abbiamo dedicato un approfondimento esattamente un anno fa.
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