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Diritti / I nostri libri

L’animale che (per fortuna) ci portiamo dentro

Un bestiario per anime sensibili che -attraverso il nostro rapporto con i “non umani”- ci aiuta a comprendere meglio il mondo, dai cerotti per salvare i coralli, al ruolo educativo di un’oca disabile. Per raccontare una convivenza possibile

Tratto da Altreconomia 251 — Settembre 2022

Che cosa possiamo imparare dagli animali? Che cosa ci bisbigliano i nostri fratelli dell’aia e quelli della foresta tropicale, quelli in cattività per la nostra dabbenaggine e quelli liberi nell’aria e negli oceani? La stessa cosa: viviamo nella medesima casa e abbiamo in comune molte più cose di quante siano quelle che ci separano. Questo libro è un “bestiario” per anime sensibili, dedicato a chi ritiene un onore vedere e capire il mondo attraverso gli occhi, i comportamenti e i “segreti” dei nostri vicini: tante storie -note e meno note- raccolte da Cecilia Di Lieto, giornalista e conduttrice radiofonica con una vibrazione speciale.

Storie di convivenza ed etologia profonda, che ci fanno scoprire come -tramite gli animali e la loro grazia, innocenza, naturalezza- si possa parlare anche di rispetto dell’ambiente e di climate change, di alimentazione e bioetica, di disabilità e di diritto, di migrazione e di guerra, due fenomeni, l’uno “naturale” per molte creature, l’altro essenzialmente umano ma di cui anche gli animali subiscono le conseguenze.

In queste pagine troverete storie delicate e a lieto fine così come vicende amare e intensi drammi. Non tutte sono edificanti e in alcuni casi semplicemente non si trovano ancora le giuste parole -perlomeno quelle umane- adatte a descrivere l’empatia suscitata da una cozza d’acqua dolce o da una patella, i sentimenti che possiamo dedicare a una tartaruga o a un cavalluccio di mare, la profondità dello sguardo di un’oca di Tolosa o di un avvoltoio maremmano. Ma abbiamo anche delle certezze: il miracolo dell’incontro con specie iconiche e che lasciano una traccia indelebile nella storia, nella letteratura e nella nostra immaginazione, come il maestoso capodoglio o il lupo, il nonno del nostro miglior amico.

Un’altra cosa certa è che la relazione con i nostri amici spesso regala felicità -senza retorica- a chi soffre, perché è in carcere o perché non ha una casa, perché ha una disabilità o semplicemente perché deve ritrovare fiducia nella vita o cercare la propria strada. Nemmeno si può disconoscere la forza dirompente che le storie di animali portano con sé, come dimostrano il successo social di vicende come quella della cagnolina Palla, un “cane-rottame” recuperato alla vita. Forse perché spesso ci specchiamo in loro e riconosciamo la parte migliore di noi umani, soprattutto quando si parla di fedeltà, disponibilità, intelligenza. O forse anche perché, anche se così spesso tradiamo la loro fiducia e li trattiamo come oggetti o peggio, in molte persone -per fortuna- questo suscita un’indignazione genuina difficile da trattenere. Agli animali -anche questo è un dato certo- vogliamo dare un nome. E così i nostri incontri letterari saranno con l’oca Becco di rame, l’agnellino Miracolo, il maiale Pierporco, il capodoglio Siso, la tartaruga Gavino e altri attori protagonisti. Tra i quali ci sono comunque umani che hanno dedicato la vita agli altri esseri senzienti, veterinari, scienziati, professori, gestori di rifugi, volontari animati da un profondo amore per le più diverse specie.

Eppure con altrettanta sicurezza chi esce meno bene da questo libro -con le eccezioni a cui si accennava- è la nostra specie, i cui esemplari sono come minimo ambivalenti e bipolari verso le altre specie. Ne accarezzano alcune -quando va bene-, ma altre le uccidono e le mangiano. Ne mettono una miriade in “prigioni”, come zoo, circhi, laboratori, allevamenti intensivi. Questo libro -in tono pacato- rivendica il diritto degli animali a non essere sfruttati e vessati. Non per dare giudizi o stigmi ma per metterci di fronte alle nostre responsabilità verso tutti i viventi, cosa che da febbraio la nostra Carta costituzionale chiede anche al legislatore (e di questo abbiamo domandato a Lorenzo Guadagnucci). Un libro -insomma- poetico e militante con una grande biodiversità nelle sue pagine e la gradita presenza di animali “non convenzionali”, dalla balenottera alla nutria.

“Me l’ha detto l’armadillo. Storie di passione tra noi e altri animali” di Cecilia Di Lieto, 160 pagine, 15 euro, (Altreconomia). In libreria, nelle botteghe del Commercio Equo e Solidale e su altreconomia.it


Sì, il dibattito sì!

La partecipazione è libertà. La cittadinanza è un bene comune. L’informazione è forza. Oggi siamo -numeri alla mano- in un’epoca di diffusa sfiducia nella politica (e nei politici). È in particolare netto il senso di impotenza da parte dei cittadini rispetto alla possibilità di influenzare le scelte pubbliche. Ma è davvero così?

Questo libro prova a ribaltare questo luogo comune, mettendo in evidenza i principali strumenti che ogni cittadino può utilizzare per diventare protagonista nelle decisioni pubbliche. Un vero e proprio manuale di pratiche partecipative che ha l’ambizione di essere il primo a illustrare in modo esaustivo e comprensibile i metodi e le prassi per esercitare la partecipazione e il civismo. Un vademecum che si rivolge a decisori pubblici, docenti ed educatori, amministratori, professionisti della comunicazione, imprenditori, ma soprattutto a comitati di cittadini ad attivisti più o meno impegnati, a giovani e studenti.

La questione della partecipazione assume -politicamente- un’importanza centrale perché mai come oggi è in corso un tentativo -attraverso le tecniche di comunicazione di massa- di trasformare cittadini senzienti in un indistinto gregge elettorale o di consumatori compulsivi, con lo scopo neanche tanto nascosto di avere un “popolo” che possa supportare scelte populiste.

Luca Montani, professionista nella comunicazione pubblica, fornisce qui teoria, strumenti, esempi ed esperienze sul campo, con l’obiettivo finale di ritrovare le ragioni comuni dell’esperienza di una cittadinanza identitaria e solidale. Una vera e propria “scuola di cittadinanza”: si parte dal rapporto del cittadino con i decisori pubblici e con il potere delle istituzioni, passando dai metodi per decidere insieme, la partecipazione deliberativa e la democrazia partecipativa, per arrivare infine ai principali strumenti: dalla raccolta di firme al dibattito pubblico, dal town meeting al bilancio partecipativo, dall’ e-voting alla progettazione partecipata. Non solo. Il manuale affronta il tema dell’azione civica diretta e di altre forme di partecipazione allargata come le comunità energetiche o la citizen science. Senza trascurare i “luoghi” importanti e simbolici come il cantiere; e la comunicazione e i linguaggi usati nei contesti partecipativi. Con un contributo di Andrea Pillon, membro di Avventura urbana dal 1999, esperto di analisi e facilitazione dei processi decisionali inclusivi, programmazione strategica e nell’elaborazione di progetti di sviluppo locale.

“I cittadini contano. Guida alle pratiche partecipative per city user e city maker”, Luca Montani – 192 pagine, 15 euro (Altreconomia, prossima uscita)

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