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Diritti / Opinioni

La sospensione dei brevetti sui vaccini è uscita dal dibattito pubblico

Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice dell'Organizzazione mondiale del commercio ©WTO/Bryan Lehmann

La mediazione è in stallo e il compromesso raggiunto tra i Paesi è una bufala. A metà giugno la conferenza del World trade organization. La rubrica di Nicoletta Dentico

Tratto da Altreconomia 249 — Giugno 2022

Mentre impazza il terrore bellico in Ucraina, con attenzione mediatica senza precedenti, un altro estenuante conflitto si muove sottotraccia, e molto sotto silenzio stampa in Italia, con le sue vittime e le sue macerie diplomatiche. Qualcuno ricorda più la richiesta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale, avanzata da India e Sudafrica più di un anno e mezzo fa all’Organizzazione mondiale del commercio (nota con l’acronimo inglese Wto), il cosiddetto Trips waiver? Qualcuno ha recentemente sentito parlare della proposta di liberare la conoscenza scientifica e renderla -almeno durante la pandemia- un bene comune cui sia possibile accedere derogando finalmente ai monopoli per inventare tecnologie e produrre rimedi contro il Covid-19?

La questione si è accesa per qualche mese in Italia, all’inizio del 2021, approdando con qualche sorpresa anche nei talk show. Ma da quando il nostro Paese ha avuto la sua abbondante porzione di vaccini -con buona somministrazione di terza dose per larga parte della popolazione- il tema della sospensione della proprietà intellettuale è divenuto tabù. Non se ne può parlare. È difficile discuterne anche a livello politico con qualche rappresentante del governo. Sembra infranta ogni possibilità di interlocuzione.

Eppure, stiamo parlando di una clausola del diritto internazionale e di una misura che gode del sostegno della maggioranza dei membri del Wto, di diversi parlamenti nazionali europei (tra cui quello italiano) e del Parlamento europeo, che si è pronunciato due volte in merito. Stiamo parlando di una soluzione che gode del sostegno di organizzazioni internazionali, della comunità scientifica, di premi Nobel dell’economia come Joseph Stiglitz. A essa si oppongono ancora una manciata di governi, la Commissione europea in primis. Svizzera e Gran Bretagna seguono, mentre gli Stati Uniti formulano aperture molto condizionate, che di fatto stravolgono l’impianto della proposta originale. 

L’economia della conoscenza e i meccanismi legalizzati di “appropriazione della scienza” (come sostengono accreditati economisti) da parte di Big Pharma, anche quando l’innovazione è stata generata con finanziamenti pubblici (come nel caso del vaccino per il Covid-19), definisce un fronte di guerra aperta tra il Nord e il Sud del mondo che non riesce a trovare una mediazione. Il solo tentativo recente, perseguito con fatica tra Usa, Europa, India e Sudafrica, ha prodotto un testo ambiguo che “costituisce il minimo comune denominatore delle posizioni di Unione europea e Stati Uniti”, ha scritto un folto gruppo di realtà della società civile italiana in una lettera inviata al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, titolare del dossier.

Le persone morte per gli effetti diretti e indiretti del Covid-19 dall’inizio della pandemia sono 15 milioni secondo le stime dell’Organizzazione mondiale per la sanità diffuse a maggio 2022.

Il cosiddetto compromesso, non ancora validato da India e Sudafrica, non solo “non rimuove le barriere e restringe l’ambito ai soli vaccini e brevetti”, ma contiene condizionalità geografiche. Inoltre “prevede nuovi obblighi che non sono presenti nell’accordo Trips”. Insomma, una bufala.

Fortunatamente la società civile ha avuto accesso al testo e ha potuto così smascherare il gioco. Eppure un accordo sarebbe quanto mai essenziale per salvare quel che resta del multilateralismo, mentre la comunità internazionale è dilaniata dalla tragedia dell’Ucraina. Sarebbe urgente anche in vista della Conferenza del Wto, in programma a metà giugno. La direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio, Ngozi Okonjo-Iweala, naviga con molto protagonismo questa partita, per non lasciare insoddisfatti i grandi Paesi donatori. Ma dovrà tenere conto dei numeri a favore del waiver che si contano dentro il Wto. In fondo sono i sostenitori della sospensione dei diritti di proprietà intellettuale che hanno garantito la sua elezione due anni fa.

Nicoletta Dentico è giornalista ed esperta di diritto alla salute. Già direttrice di Medici Senza Frontiere, dirige il programma di salute globale di Society for International Development

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