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La campagna per acquisire al patrimonio comunale i beni privati in stato di abbandono

Una veduta del centro storico di Piagge, Terre Roveresche © Wikicommons

L’ha promossa il Forum Salviamo il Paesaggio e si focalizza sulla possibilità dei Comuni di riportare alla disponibilità del patrimonio pubblico immobili e terreni privati in stato di abbandono e degrado nel rispetto del principio di funzione sociale del bene stabilito dalla Costituzione. L’esempio decennale di Terre Roverasche dimostra che è possibile

Restituire alla collettività beni abbandonati e in stato di degrado è possibile. Non solo, riportare alla disponibilità pubblica proprietà private, immobili o terreni, di cui non si occupa più nessuno e si trovano in stato di decadenza -arrivando a costituire un pericolo o a recare un danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana- rappresenta una corretta applicazione della Costituzione.

All’articolo 42 recita infatti: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Senza la funzione sociale non c’è tutela giuridica della proprietà privata che quindi può tornare a essere pubblica.

È proprio su questa possibilità che si sta focalizzando l’ultima campagna, iniziata a gennaio 2025, del Forum nazionale “Salviamo il Paesaggio – difendiamo i territori”, un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia che persegue un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio. Dal 2018 infatti il Forum promuove una proposta di legge per arrestare il consumo di suolo, facendo anche leva e cercando di accrescere la consapevolezza sull’entità del patrimonio edilizio inutilizzato dei Comuni italiani.

Secondo i più recenti dati messi a disposizione da Istat sono infatti oltre 10 milioni le abitazioni che rientrano nella categoria “vuote o occupate esclusivamente da persone non dimoranti abitualmenteche potrebbero ospitare una media di 10/12 milioni di abitanti e consentire l’azzeramento di tutte le previsioni edificatorie dei Comuni. A questo dato enorme, e molto spesso trascurato, vanno inoltre sommati i capannoni produttivi, commerciali e agricoli per uno stock dalle grandi potenzialità e disponibile per il recupero e riuso.

Non è solo la teoria a rendere reale questa opportunità, ma anche la pratica. La campagna del Forum Salviamo il Paesaggio poggia infatti su due pilastri: da una parte sulla ricostruzione storico-giuridica delle origini della proprietà realizzata grazie al contributo di Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale; e dall’altra sull’esperienza ormai decennale di Terre Roveresche.

A partire dal 2015 il piccolo Comune di 5.235 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino è riuscito infatti a riportare alla disponibilità del patrimonio pubblico, e dunque della collettività, sei immobili abbandonati e in stato di deterioramento e un terreno vicino alla scuola dove è stato realizzato un parco giochi. La strada aperta dalla corretta applicazione dell’articolo 42 della Costituzione lo ha portato infatti alla definizione di un regolamento comunale e di una procedura amministrativa semplice e ormai comprovata che secondo il Forum può essere di esempio per tutti coloro che vogliono tentare la stessa via.

Si parte con la mappatura del territorio per poi passare all’analisi caso per caso del patrimonio immobiliare esistente nel municipio, affrontando il tema all’interno del consiglio comunale e in assemblee aperte a tutta la cittadinanza per una presa di coscienza individuale e collettiva. Il sindaco emette successivamente un’ordinanza intimando ai relativi proprietari di adottare entro 120 giorni tutti i provvedimenti necessari per eliminare le condizioni di pericolo e di pregiudizio alla sanità e igiene pubblica e perseguire la funzione sociale del bene. Passati i quattro mesi se non viene adempiuto quanto richiesto, il Comune può dichiarare acquisito il bene al patrimonio comunale “ope constitutionis” (per opera della Costituzione). Non si tratta quindi di un esproprio e per questo motivo non è previsto neppure un compenso ai proprietari.

“In dieci anni non abbiamo riscontrato nessuna problematica -spiega il sindaco di Terre Roveresche Antonio Sebastianelli in un video diffuso sul sito del Forum-. Gli immobili erano abbandonati da più di venti anni ed erano in condizioni pietose, nessuno ha presentato ricorso”.

“Noi l’abbiamo definito ‘il vaso di Pandora’ perché non ci aspettavamo così tante reazioni da parte di sindaci e di assessori -racconta Alessandro Mortarino, coordinatore della campagna per il Forum Salviamo il Paesaggio-. Avevamo dato per scontato che sia l’applicazione di Terre Roveresche sia la base dottrinale di Paolo Maddalena fosse conosciuta, invece non è così, per cui abbiamo ricevuto centinaia di telefonate e di mail che ci hanno chiesto informazioni, approfondimenti e che hanno espresso dubbi. Noi abbiamo risposto a tutti quanti: copiate, imitate, ma prima ovviamente approfondite e analizzate”. Il Forum Salviamo il Paesaggio ha infatti realizzato diverso materiale per conoscere meglio la storia di Terre Roveresche, tra cui un vademecum e un video di risposta alle domande più frequenti.

In seguito a un aggiornamento del regolamento, nel 2022, Terre Roveresche ha inoltre aggiunto la possibilità di assegnare a terzi i beni acquisiti, non cedendoli ma affidandoli (attraverso un apposito bando che privilegia, ad esempio, le giovani coppie) solo in diritto di superficie, con durata di 99 anni, eventualmente rinnovabile, a fronte di un corrispettivo di 1 euro e con l’obbligo della residenza.

L’obiettivo alla base di questa operazione è infatti quello di ripopolare il Comune e stimolare la ripresa di una socialità compromessa, una situazione che riguarda la maggior parte dei 5.521 municipi che contano meno di cinquemila abitanti, che rappresentano il 70% del totale della nostra cartina geografica e in cui vivono 9,7 milioni di abitanti (il 16,5% del totale della popolazione nazionale). Sono le cosiddette “aree interne” dove lo spopolamento, negli ultimi anni, va a una velocità doppia, pari al 5,5%, rispetto alla media nazionale del 2,2%.

Tuttavia, gli immobili vuoti e fatiscenti sono un problema, ma anche eventualmente un’opportunità, anche nelle grandi e medie città, come dimostra il fatto che a presentare le prime due mozioni in consiglio comunale sul tema sono state Firenze e Asti.

“Qualche amministratore pubblico mi ha detto ‘sembra troppo facile’ -conclude Mortarino-. E io gli ho risposto che sì, effettivamente è facile se c’è la volontà politica”.

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