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In Italia l’85% dei cittadini sostiene il ripristino della natura. Ma il governo li ignora

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Un nuovo sondaggio condotto nei sei Stati dell’Ue che hanno sabotato la Nature restoration law (incluso il nostro) mostra come sia maggioritaria l’idea che il declino della natura e della biodiversità abbia effetti negativi a lungo termine sulle persone, sull’agricoltura e sull’economia e che perciò debba essere affrontato con urgenza. L’appello delle Ong al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin

I governi dei Paesi membri dell’Unione europea che non appoggiano la legge comunitaria sul ripristino della natura (Nature restoration law) sono in contrasto con l’opinione pubblica. Circa tre cittadini su quattro di Italia, Paesi Bassi, Finlandia, Ungheria, Polonia e Svezia sono infatti favorevoli all’introduzione del provvedimento, atteso dalla comunità scientifica e dalle Ong ambientaliste. Mentre cresce la pressione internazionale sugli Stati che ancora vi si oppongono. È quanto mostra un sondaggio realizzato dalla società indipendente di ricerche di mercato Savanta per conto della coalizione #RestoreNature.

“I risultati di questo sondaggio confermano e rafforzano la posizione di seimila scienziati, cento imprese, duecento Ong, numerosi attivisti per il clima e di più di un milione di cittadini che hanno chiesto di approvare una legge ambiziosa sul ripristino della natura. L’Italia non può permettersi di perdere l’ennesima occasione di mettersi al passo con i Paesi più lungimiranti nell’adattamento al cambiamento climatico”, spiega Andrea Goltara, direttore del Centro italiano di riqualificazione fluviale (Cirf).

La Nature restoration law -considerata dai suoi promotori come uno strumento fondamentale per preservare la biodiversità e contrastare il cambiamento climatico- si trova infatti in una situazione di stallo dal 22 marzo di quest’anno, quando ha perso il sostegno della maggioranza degli Stati in seguito all’inversione di rotta improvvisa dell’Ungheria di Viktor Orbán (con l’Italia al traino, e non solo). Eppure un nuovo sondaggio condotto su 6.190 intervistati nei sei Stati membri contrari, rivela che la maggioranza dei cittadini di questi Paesi ritiene che il declino della natura e della biodiversità avrà effetti negativi a lungo termine sulle persone, sull’agricoltura e sull’economia e che deve essere affrontato con urgenza ripristinando gli ecosistemi.

Stando ai risultati del sondaggio, la legge riceve il maggior sostegno proprio in Italia, con l’85% dei cittadini favorevoli, solo il 3% di contrari e il 10% di indifferenti (il restante 2% non ha preso posizione). Seguono l’Ungheria con l’83% e la Polonia con il 72% di risposte a favore. Mentre solo il 6% degli intervistati, a livello europeo, non è d’accordo con l’adozione della Nature restoration law. Inoltre alla domanda sulle conseguenze del declino della biodiversità europea, poco più della metà degli intervistati, sia a livello europeo sia nei singoli Stati (Italia compresa), ha risposto che “il declino della natura e della biodiversità avrà un effetto dannoso sugli abitanti e sull’economia” e che “il problema va affrontato urgentemente con politiche di ripristino della biodiversità e degli ecosistemi”. Solo il 10% del campione ha espresso posizioni scettiche sulle sue conseguenze (“la perdita di biodiversità non avrà effetti negativi su popolazione ed economia”) e sulle politiche di ripristino (valutate come troppo costose e con un impatto negativo sul sistema economico).

I risultati del sondaggio arrivano dopo l’invio di un’importante lettera, il cui contenuto è stato reso noto a metà maggio, nella quale 11 ministri europei dell’Ambiente esortano i loro omologhi a oggi contrari o astenuti, tra cui l’italiano Pichetto Fratin, ad adottare la Nature restoration law durante la prossima riunione del Consiglio ambiente fissata per il 17 giugno. L’iniziativa, guidata dall’Irlanda, è sottoscritta anche da Germania, Francia e Spagna, insieme a Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Cipro, Lussemburgo, Lituania e Slovenia.

“Questi risultati dimostrano che alcuni Stati membri ignorano la preoccupazione dei propri cittadini per la natura. Nonostante il 75% della popolazione olandese, finlandese, ungherese, italiana, polacca e svedese sia favorevole alla legge sul ripristino della natura, i relativi governi continuano a negarne i benefici tra cui la protezione da eventi meteorologici estremi, il miglioramento della salute e del benessere e i guadagni finanziari a lungo termine -è la posizione di #RestoreNature, la rete europea che comprende Wwf, Birdlife Europe, ClientEarth e l’European environmental bureau (Eeb), oltre allo stesso Cirf-. Questi numeri confermano quanto sia cruciale che l’Ue adotti la Nature restoration law e dovrebbero essere un campanello d’allarme per i governi che non la sostengono. Nessuno vince quando la nostra natura si deteriora, mentre tutti otteniamo dei benefici quando lasciamo che la natura si riprenda”.

Le 31 associazioni italiane che lo scorso 22 aprile in occasione della Giornata della Terra avevano rivolto lo stesso appello al ministro Pichetto Fratin e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, condividono le parole del ministro dell’Ambiente irlandese Eamon Ryan: “Dobbiamo agire con urgenza e decisione per concludere il processo di approvazione. Se non lo facciamo, daremo carta bianca per distruggere la natura, minando radicalmente la fiducia dell’opinione pubblica nella leadership politica europea a livello nazionale e internazionale”.

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