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I Pfas, la minaccia invisibile che mette a rischio la nostra salute

I Pfas, la minaccia invisibile che mette a rischio la nostra salute

Esce per Altreconomia la prima inchiesta italiana sugli “inquinanti eterni”, a firma di Giuseppe Ungherese di Greenpeace. La denuncia dei principali casi di contaminazione, dando voce agli attivisti e a quanti chiedono giustizia

Tratto da Altreconomia 267 — Febbraio 2024

Quattro lettere che descrivono i contorni di un disastro ambientale globale. Dagli anni Quaranta del Novecento i Pfas (Per- and polyfluoroalkyl substances), sostanze poli- e per-fluoroalchiliche prodotte esclusivamente dall’attività umana, si sono diffuse in ogni angolo del Pianeta, contaminando gli ecosistemi e il nostro organismo. Per troppo tempo sono state considerate inoffensive, oggi invece non solo sappiamo che sono tossiche, ma anche che hanno una persistenza molto prolungata e le possiamo rintracciare ovunque: nell’acqua potabile, nella pioggia, persino nei ghiacciai e nell’aria che respiriamo. A essere colpite sono soprattutto le zone di produzione, che si trovano in alcune delle aree più inquinate al mondo.

Pfas. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua. Storie di diritti negati e cittadinanza attiva” di Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia, è il primo testo che nel nostro Paese affronta il tema sia dal lato scientifico sia da quello della cittadinanza e della società civile che si organizza per sensibilizzare e rendere nota questa emergenza. Nel 1938 l’azienda statunitense DuPont, ancora oggi una delle più grandi multinazionali della chimica, scoprì casualmente il politetrafluoroetilene (Ptfe). Questa sostanza, commercializzata come teflon, venne usata per le padelle antiaderenti e trovò impiego perfino nella realizzazione delle prime bombe atomiche.

Grazie alle denunce di un allevatore della Virginia Occidentale e al lavoro dell’avvocato Robert Bilott (che firma la prefazione del volume) nel 2017 DuPont ha dovuto versare un maxi-risarcimento di 671 milioni di dollari a seguito di un’azione legale collettiva. In Italia uno dei casi più emblematici è lo stabilimento Solvay a Spinetta Marengo (AL) in Piemonte: nonostante uno studio epidemiologico del 2019 abbia rivelato un aumento significativo delle patologie tumorali nelle aree vicine alla fabbrica, l’azienda ha continuato la produzione.

Un altro caso rilevante è quello della Fluorsid, un’azienda che opera nella lavorazione del fluoro a Assemini, in provincia di Cagliari. Nel 2017 la società è finita sotto processo con l’accusa di associazione a delinquere in inquinamento, disastro ambientale e smaltimento illecito di rifiuti. Il libro di Ungherese dedica poi ampio spazio a un disastro ambientale che ha contaminato le acque sotterranee in una vasta area tra le province di Vicenza, Verona e Padova, andando a impattare su oltre 350mila persone. L’origine dell’inquinamento è riconducibile alla Miteni, un’azienda chimica di Trissino (Vi) che ha prodotto e utilizzato per decenni i Pfas.

Pfas. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua. Storie di diritti negati e cittadinanza attiva” di Giuseppe Ungherese con la prefazione di Robert Bilott. In libreria, in bottega e su altreconomia.it

“Pfas. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua” è arricchito da interviste a chi ha subito in prima persona gli effetti dell’inquinamento -come le “Mamme no Pfas”- e si è mobilitato Giuseppe Ungherese spiega le conseguenze a cui porta la logica del profitto a ogni costo combinata con l’inazione della politica. Un’inchiesta che coglie l’obiettivo di sensibilizzare i lettori e individuare vie d’uscita concrete per affrontare questa crisi, denunciando gli impieghi di queste sostanze nei prodotti di uso quotidiano.

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