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Diritti / Attualità

Dalla Corte dei conti alla Corte di giustizia europea: l’agenzia Frontex sotto accusa

A giugno la Corte dei conti europea ha giudicato “non abbastanza efficace” l’operato dell’agenzia che non sarebbe pronta “a dare efficace attuazione al mandato del 2019”. Una stroncatura cui si aggiunge l’azione legale presentata alla Corte di giustizia dell’Unione europea da parte dei legali di “Front-LEX” e di “Progressive Lawyers Network” assieme all’associazione “Greek Helsinki Monitor”

© Frontex

Frontex, l’agenzia che sorveglia le frontiere europee è di nuovo sotto i riflettori: da un lato alcune istituzioni europee ne contestano l’azione e l’efficacia, dall’altro le associazioni impegnate per la tutela dei diritti dei migranti denunciano prassi illegittime e respingimenti illegali di richiedenti asilo nelle acque del Mar Egeo.

Sul fronte istituzionale i guai per Frontex -e in particolare per il suo direttore Fabrice Leggeri- erano iniziati a gennaio 2021 quando l’Olaf (l’ufficio europeo che si occupa di frodi e corruzione) ha aperto un’indagine sull’operato dell’agenzia a seguito di accuse di molestie, cattiva condotta e respingimento di migranti. A far partire l’indagine era stata un’inchiesta del sito di informazione EuObserver secondo cui, tra le altre cose, l’agenzia avrebbe speso 360mila euro per un evento di gala nel 2015. Una cifra superiore a quella stanziata per il 2020 per l’ufficio dei diritti fondamentali dell’agenzia. Critiche all’operato di Frontex erano arrivate anche dalla commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson. Mentre la commissione Libe del Parlamento europeo ha promosso la creazione di un Gruppo di lavoro e indagine sull’operato dell’agenzia (Frontex scrutinity working group).

L’ultima tegola sull’operato dell’agenzia con sede a Varsavia è arrivata nei giorni scorsi dalla Corte dei conti euroepa che lunedì 7 giugno ha pubblicato una relazione speciale dal titolo quanto mai esplicito: “Frontex’s support to external border management: not sufficiently effective to date” (“Il supporto di Frontex alla gestione delle frontiere esterne: non abbastanza efficace”). Secondo gli estensori del rapporto il contributo dato da Frontex ai Paesi membri dell’Unione europea alla gestione e al controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea non è stato abbastanza efficace e il suo operato “non sarebbe stato idoneo a contrastare l’immigrazione illegale e la criminalità transfrontaliera”.

“I compiti di Frontex sono fondamentali per contrastare il crimine transfrontaliero e l’immigrazione illegale -ha commentato Leo Brincat, membro della Corte dei conti europea e tra gli autori del report-. Tuttavia, attualmente Frontex non sta adempiendo a questi doveri in maniera efficace. E questo è particolarmente preoccupante nel momento in cui a Frontex sono state date nuove responsabilità”. Nel corso degli anni, infatti, il mandato dell’agenzia con sede a Varsavia è progressivamente aumentato, così come il suo budget passato dai 19 milioni di euro del 2006 ai 460 milioni di euro del 2020.

Nel 2016, Frontex ha ricevuto dalla Ue il mandato a supportare gli Stati membri nel contrasto all’immigrazione illegale e al crimine transfrontaliero. Tuttavia, i membri della Corte dei conti europea hanno riscontrato “lacune e incoerenze nel quadro di scambio delle informazioni” mentre l’analisi dei rischi e le attività di valutazione delle vulnerabilità “non sono sempre supportate da dati completi e di buona qualità”. I revisori sottolineano anche l’assenza di relazioni sull’efficienza e sui costi di Frontex: sebbene l’agenzia comunichi ampiamente le sue attività -si legge nella documentazione della Corte- raramente analizza le sue prestazioni o l’impatto delle sue attività. Né fornisce informazioni sul costo reale delle sue operazioni congiunte”.

Oltre a concludere che Frontex non ha attuato pienamente il mandato che ha ricevuto nel 2016, i revisori hanno anche messo in dubbio la sua capacità di attuare efficacemente il nuovo ruolo operativo: “Il nuovo regolamento che disciplina l’operato di Frontex approvato nel 2019 non è stato corroborato da alcuna valutazione preliminare -scrive la Corte dei conti europea-. Ha però impresso una profonda svolta all’attività dell’Agenzia, facendone evolvere la funzione di sostegno e coordinamento in un ruolo di servizio operativo”. Entro il 2027, infatti, Frontex conterà nel suo organico operativo fino a 10mila unità (rispetto ai 750 agenti del 2019) mentre la dotazione finanziaria dovrebbe raddoppiare, raggiungendo i 900 milioni di euro l’anno. Un importo che gli auditor giudicano “ingente”, deciso però “senza neanche accertare di che cosa abbia bisogno Frontex per espletare il nuovo mandato. Dal momento che Frontex non si è ancora adeguata ai requisiti del mandato del 2016, non è pronta -a giudizio della Corte- a dare efficace attuazione al mandato del 2019”.

Alle contestazioni politiche e contabili si sommano poi le denunce di violazioni dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo alle frontiere esterne dell’Unione. Ultima, in ordine di tempo, l’azione legale presentata contro Frontex di fronte alla Corte di giustizia dell’Unione europea da parte dei legali di “Front-LEX” e di “Progressive Lawyers Network” assieme all’associazione “Greek Helsinki Monitor”. Il caso è stato presentato per conto di due richiedenti asilo (un minore non accompagnato e una donna) che dopo aver cercato di chiedere asilo in territorio europeo, per la precisione sull’isola di Lesbo, “sono stati violentemente aggrediti, derubati, rapiti, detenuti, trasferiti forzatamente in mare, espulsi collettivamente e infine abbandonati su zattere senza mezzi di navigazione, cibo o acqua”, si legge nel comunicato diffuso da Front-LEX.

Si tratta della prima azione legale nei confronti di Frontex nei suoi 17 anni di attività. Un’azione legale che, per i suoi promotori, si è resa necessaria dal momento che l’agenzia non ha posto fine alle sue attività nel Mare Egeo “nonostante le prove indiscusse e schiaccianti di gravi e persistenti violazioni dei diritti fondamentali”.

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