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Centro Italia: i comitati scrivono al governo per “salvare” il commissario per la ricostruzione

Una casa lesionata dal terremoto del 2016 ad Amatrice © Mitchell Shapiro Photograper via flickr

I terremotati del Centro Italia hanno scritto alla presidente del Consiglio chiedendo che Giovanni Legnini, che dal 2020 guida la struttura commissariale per la ricostruzione, sia confermato. È la prima volta che associazioni e comitati sostengono in modo così aperto l’operato di un Commissario straordinario. Ecco perché

Il 6 dicembre i terremotati del Centro Italia hanno deciso di alzare nuovamente la voce scrivendo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere che Giovanni Legnini, che dal 2020 guida la struttura commissariale per la ricostruzione, sia confermato nel suo incarico. È la prima volta nella storia d’Italia che associazioni e comitati sostengono in modo così aperto l’operato di un Commissario straordinario (la denominazione puntuale è Commissario straordinario del Governo ai fini della ricostruzione nelle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016).

“La lettera a Meloni riprende una prima richiesta avanzata una decina di giorni fa al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che pero non ci ha risposto. Legnini si è dimostrato efficiente, competente, ha saputo ascoltare e accogliere anche richieste avanzate da associazioni e comitati, raccogliendo sul campo le esigenze di sindaci, tecnici e anche di singoli terremotati. Dopo quattro anni d’attesa, finalmente, a partire dal 2020 ha lavorato per snellire le procedure e si è occupato a tempo pieno e con competenza della questioni legate alla ricostruzione -spiega Michele D’Avossa, portavoce del Coordinamento comitati Terremoto centro Italia e fa parte dell’associazione Pie’ Vettore di Pretare, una della frazioni di Arquata del Tronto (AP), uno dei Comuni distrutti dal terremoto-. Per tutto questo vorremmo che restasse al suo posto”.

Legnini è stato senatore per nove anni, deputato per uno e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il 30 novembre 2022 il governo lo ha nominato Commissario straordinario per la Protezione civile a Ischia e potrebbe sostituirlo con Guido Castelli, ex assessore al Bilancio della Regione Marche, eletto senatore nel 2022. “Già prima delle elezioni avevamo scritto, dopo che una serie di articoli davano conto di un possibile passaggio delle competenze a livello regionale, ente che avrebbe senz’altro interesse a gestire le risorse ingenti della ricostruzione”, continua D’Avossa. Risorse che ammontano a oltre 14 miliardi di euro, comprese quelle del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Perché avete deciso di sostenere in modo così aperto Legnini?
MD’A Perché prima di lui è come se fossimo stati fermi per quattro anni. La ricostruzione è stata attuata solo in una serie di zone periferiche, dove i danni erano minori ed era più facile intervenire. Nelle zone più duramente colpite dal terremoto, come Amatrice, Accumoli o Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Camerino, Caldarola, quelle oggetto di “perimetrazione” (le zone disastrate, che necessitano di un nuovo piano urbanistico, ndr), non s’era fatto niente, invece. Ad Arquata il nuovo piano urbanistico, il cui iter era stato avviato nel 2017, è stato concluso solo a inizio dicembre, con la definitiva approvazione del piano: Legnini e i suoi uffici hanno sostenuto, spronato e coadiuvato il Comune, cosa che con i suoi predecessori (Vasco Errani, Paola De Micheli, Piero Farabollini) non avveniva.

In che modo Legnini ha dimostrato di sapere ascoltare le richieste delle popolazioni terremotate?
MD’A Con un atteggiamento normale: ci ha chiamato spesso come Coordinamento, per confrontarsi. A lui dobbiamo in particolare il Testo unico per la ricostruzione privata, cioè un attento lavoro di riordino e riorganizzazione di tutte le norme che sono state emanate dal 2016 in poi, che presentavamo molte contraddizioni e non hanno permesso una rapido intervento. Il suo è stato un lavoro enorme di semplificazione, realizzato a partire da una serie di ordinanze. Sono anni che chiedevamo questo Testo unico e lui lo ha realizzato ascoltando anche una nostra esigenza, quella di norme chiare (il testo sarà in vigore dal primo gennaio 2023, ndr).

In che modo confidate che il suo lavoro come Commissario possa sostenere ulteriormente le vittime di calamità come i terremoti?
MD’A Legnini s’è fatto promotore di una Codice della ricostruzione, che aveva portato nel corso della passata legislatura all’approvazione di una legge delega. Elemento nevralgico di quel testo è la creazione di una struttura centrale di intervento, perché -come sappiamo bene- non è possibile intervenire a livello regionale a fronte di situazioni d’emergenza estesa come quelle legate ai terremoti. Con la fine della legislatura, la legge delega è andata persa e bisogna ricominciare da capo. Il terremoto ci ha insegnato la necessità di un intervento veloce per la ricostruzione, velocità che oggi dipende troppo dalla capacità di un territorio di veicolare interessi, com’è successo dopo il terremoto in Emilia-Romagna del 2012, ma non in Centro Italia, aree marginali che già prima del sisma erano a rischio spopolamento. Ecco, oggi laddove non esiste un interesse economico forte, le cose sono più difficili e questo dev’essere superato.

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