Il male minore
Aprile 2025
Il 26 marzo 2015 si aggravava il conflitto armato in corso a seguito dell’intervento militare di una coalizione guidata da Riyad e dagli Emirati Arabi Uniti. I bombardamenti continuano in quello che le Nazioni Unite hanno definito come “il peggior disastro umanitario causato dall’uomo”. Come l’Ue, anche l’Italia ha gravi responsabilità nell’export di materiale d’armamento denunciano le organizzazioni della società civile
All’emergenza sanitaria e a quella economica si affianca ogni giorno di più quella sociale e psicologica. Per questo l’associazione Comuni Virtuosi insieme al Festival della Lentezza hanno lanciato un’iniziativa semplice e concreta per “donare una storia” a chi sta patendo più di tutti le restrizioni e le misure di prevenzione. Ecco come funziona
L’epidemia non fa distinzioni ma la precarietà che soffrono le persone straniere in Italia determina “rischi di cui è urgente discutere anche in un’ottica di salute pubblica”. Dagli assembramenti nei grandi centri di accoglienza alle condizioni degli insediamenti informali. Decine di organizzazioni hanno fatto una ricognizione dei buchi del sistema e ora si appellano alle istituzioni proponendo soluzioni immediate
Il web-documentario “Iraq without water”, a cura delle giornaliste Sara Manisera e Arianna Pagani insieme alla Ong italiana Un Ponte Per, narra la crisi idrica irachena e la lotta di alcuni giovani attivisti per salvare il fiume Tigri, le antiche Paludi Mesopotamiche e il patrimonio ambientale del Paese
Nei Territori occupati il rischio di diffusione del Covid-19 può rappresentare un pericolo ancora più serio per la vita delle persone e per il rispetto dei diritti umani. In particolare nella Striscia di Gaza. La denuncia di Michael Lynk, Special rapporteur delle Nazioni Unite
In piena emergenza sanitaria alcune strutture hanno pubblicato avvisi per l’assunzione di medici e infermieri riservandoli ai soli cittadini italiani o dell’Unione europea. Un’iniziativa discriminatoria e illegittima in contrasto con i decreti governativi approvati per affrontare l’epidemia. La denuncia di Italiani senza cittadinanza, Lunaria e Asgi
La cooperativa Filò, tra le ultime piccole imprese artigiane rimaste in città, autoproduce e distribuisce gratuitamente gli strumenti monouso a due strati, in tessuto non tessuto idrorepellente, sicuri al 100%. L’iniziativa è partita dal mercato biologico e solidale promosso da AEres. “La gratuità oggi è l’unica possibilità per condividere uno strumento di sostegno a chi ne ha bisogno”, spiegano i promotori
Il Paese, entrato nel decimo anno di guerra, non ha ancora registrato alcun caso ma il timore dello scoppio dell’epidemia è diffuso. Le capacità di far fronte all’emergenza sono ridotte e solo metà degli ospedali funziona regolarmente. La situazione più difficile è nei campi profughi e nel Nord-Est della Siria. Le testimonianza della Mezzaluna rossa curda e del Rojava Infomation center
L’emergenza epidemiologica tocca anche il mondo del fair trade. Non solo per le ricadute economiche su attività già in parte fragili quanto per gli effetti sulle relazioni tra le persone. Come si stanno orientando cooperative, associazioni, gruppi informali o consorzi che portano avanti botteghe, gruppi di acquisto, centrali di importazione, laboratori, piattaforme di distribuzione e tanto altro in tutto il Paese
Un appello pubblico rivolto al Parlamento Europeo affinché “intervenga per riaffermare il principio di non refoulement che in queste ore viene cancellato alla frontiera greco turca, il diritto d’asilo e il diritto all’accoglienza delle persone che arrivano alle nostre frontiere a chiedere protezione”
La più importante compagnia petrolifera statunitense avrebbe incontrato, tramite i suoi lobbisti, alcuni funzionari della Commissione europea con un obiettivo chiaro: cercare di rallentare il pacchetto di azioni, piani e programmi della politica comunitaria per la transizione ecologica. La denuncia della piattaforma InfluenceMap
Dopo la decisione di Ankara di riaprire la frontiera con la Grecia, si sono verificati violenti respingimenti dei migranti che cercavano di lasciare la Turchia. Le violazioni dei diritti hanno interessato anche le isole nell’Egeo orientale, dove in migliaia sono ristretti negli hotspot. Una situazione che si trascina da tempo, a quattro anni esatti dal contestato “accordo” contro i migranti tra Consiglio europeo e Turchia