È proprio vero che la sfida politica di questo scorcio di millennio si gioca sui corpi di quelle persone che pudicamente chiamiamo migranti, ma che sotto sotto consideriamo “barbari”, cioè simbolo e paradigma di ciò che percepiamo come minaccia e quindi rifiutiamo. Da tempo corpi umiliati e maltrattati fanno irruzione nel quieto vivere dei cittadini europei, in nome dei quali si prendono le decisioni che contano: abbiamo visto marce di donne e bambini sotto la pioggia e nel fango lungo la “rotta dei Balcani”; accampamenti fatiscenti e soste senza fine davanti ai fili spinati tesi lungo confini statali; e ancora, corpi galleggianti nel Mediterraneo o spiaggiati in qualche isola greca. C’è un conflitto in corso fra due opposte idee di Europa (e di civiltà), ed entrambe hanno come perno i corpi dei migranti. L’Europa Fortezza vuole allontanarli e confinarli; l’Europa dei diritti e della solidarietà vorrebbe proteggerli e salvarli. Il confronto è arrivato fino ai tribunali, col processo d
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