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Cultura e scienza

Banda Rulli Frulli. Gli strumenti dell’integrazione

Dai bidoni colorati legati in vita al palco romano del Concerto del 1° maggio: ecco il gruppo formato da 70 ragazzi tra gli 8 e i 25 anni, nato a Finale Emilia (MO) nel 2010

Tratto da Altreconomia 183 — Giugno 2016

Quando la banda Rulli Frulli si sposta per un concerto servono tre furgoni a passo lungo e un pullman da 80 posti. Sul palco, infatti, salgono in settanta, quasi tutti ragazzi tra gli 8 e i 25 anni. Il primo maggio hanno calcato quello del Concerto romano del 1° maggio, suonando subito dopo la Bandabardò, e quest’estate, dopo la pubblicazione dell’album “Cinquanta urlanti” (presentato a metà aprile, www.bandarullifrulli.com), il tour prevede 28 date in giro per l’Italia. Fino a settembre, quando si torna a scuola. “Sfruttiamo l’inverno per preparare il nuovo spettacolo” racconta Federico Alberghini: ha 34 anni ed è l’ideatore e il direttore della banda, che è nata nel 2010 all’interno della scuola di musica dei 9 Comuni dell’area Nord della Provincia di Modena, gestita dalla Fondazione Carlo e Guglielmo Andreoli. 

Lui allora insegnava batteria, a Finale Emilia (MO). “Quando siamo partiti i ragazzi coinvolti erano 8, e seguivano piccoli laboratori per l’autocostruzione di strumenti musicali con materiale di recupero: il mio obiettivo era l’integrazione, far suonare insieme giovani normodotati e i due ragazzi diversamente abili che erano miei alunni in quel momento”. 

Nel 2012 i ragazzi erano diventati ormai venti, e la Rulli Frulli si qualificava come “marching band”: “All’inizio abbiamo preso dei bidoni, li abbiamo pitturati e poi legati intorno alla vita dei ragazzi con una cintura; facevamo concerti per strada, o nelle piazze, camminando e suonando questi ‘tamburi’. Più che musica, era ritmo, ma per far colpo sui ragazzi e coinvolgerli nel progetto dovevamo trovare il modo di poter suonare in pubblico molto in fretta” spiega Alberghini. 

La svolta è arrivata dopo il doppio terremoto del 20 e 29 maggio 2012, che a Finale Emilia ha distrutto numerosi edifici, tra cui la sala prove della Rulli Frulli.    

Che cos’è cambiato dopo il sisma?
FA La metà dei ragazzi viveva in tenda. Anche la mia casa era crollata. Inoltre, non avevamo più un posto dove suonare. Una settimana dopo il terremoto, però, Luca Viaggi, di Mani Tese, ci ha offerto l’opportunità di riunirci sotto un tendone, all’interno dell’area occupata dalla sede della cooperativa che si occupa di raccolta e distribuzione di beni usati. Per la prima volta avevamo l’opportunità di far le prove ogni pomeriggio, perché i ragazzi non andavano più a scuola. Nei laboratori, poi, potevamo realizzavare una marea di strumenti. Subito dopo il sisma si sono unite alla banda una trentina di persone.  

Continuate a realizzare i vostri strumenti?
FA
Quest’inverno abbiamo costruito delle grancasse acustiche utilizzando dei cestelli d’asciugatrice: dopo averli smontati, siamo rimasti a lungo indecisi sul possibile utilizzo, finché è stato un ragazzino diversamente abile, autistico, a prendere la pelle della batteria e a sistemarla sul ‘buco’, mostrandoci che erano dello stesso diamestro. Abbiamo realizzato anche delle bacchette particolari, utilizzando dei manici di scopa e inserendovi dentro silicone. E poi abbiamo costruito dei ‘tubofoni’, utilizzando tubi idraulici in plastica tagliati a diverse lunghezze, e quindi producono intonazioni diverse. Le suoniamo con delle racchette da ping-pong. Con mattonelle di recupero, invece, abbiamo costruito due pianoforti, o meglio xilofoni. E abbiamo inventato una macchina del vento. Nel 2017 uscità anche un piccolo libro, con tutte le foto e le spiegazioni di come realizzare gli strumenti, e alcune foto scattate durante i laboratori. Da sempre tutti i materiali provengono dal mercatino di Mani Tese: fermiamo i furgoni prima che vadano in discarica, e così diamo una seconda vita a ciò che non è possibile rivendere come usato. 

Il progetto d’integrazione tra giovani normodotati e non continua? 
FA Sì. Nella ‘Rulli Frulli’ ci sono 15 ragazzi diversamente abili. Il messaggio che diamo, quello che i ragazzi colgono, è che non c’è differenza: tutti suonano, e tutti hanno auto-costruito il proprio strumento. La Fondazione ha una Convenzione con l’Asl di Mirandola, con il settore neuro-psichiatrico: insieme ai miei colleghi che seguono il progetto, che sono Sara Setti, Marco Golinelli e Federico Bocchi, tutti e tre insegnanti della Scuola di musica, ci rapportiamo con i medici. Che riconoscono il valore e la ‘forza’ della banda. Ci dicono che sul palco non è possibile capire quali siano i ragazzi autistici e quali no. Non ‘riconosci’ i diversamente abili. Tutti stanno facendo la stessa cosa. E se questo ce lo dice un neuropsichiatra, significa che il risultato è ottimo. 

Quali sono i prossimi passi?
FA Intanto il progetto è stato esteso a tutte le scuole del territorio. Oltre ad aver visto i risultati sul fronte dell’integrazione, i dirigenti scolastici hanno visto il progetto funzionare molto bene per quanto riguarda il contrasto dei fenomeni di bullismo. Grazie a un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Mirandola, insieme altri altri 3 insegnanti facciamo attività Rulli Frulli nelle scuole: abbiamo coinvolto circa 470 bambini e ragazzi, formando piccole ‘bande’ in vista del saggio finale. E poi è partita da quest’anno anche la ‘Rulli Frullini’, una banda che coinvolge trenta bambini dai 6 ai 12 anni.
Tutti i progetti ruotano intorno alla nuova casa della Rulli Frulli, una sala prove realizzata all’interno dell’area di proprietà della cooperativa Mani Tese. È stata costruita grazie alla gara di solidarietà del post-terremoto: l’associazione che riunisce i biker di Correggio (RE) appassionati di Harley Davidson, ad esempio, ha donato 15mila euro, e un furgone a passo lungo. 

 

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