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A Ivrea il futuro dello ZAC! è in bilico. Quando la cittadinanza attiva fa paura alla politica

La cooperativa Zona di cittadinanza attiva ha in gestione dal 2014 uno spazio adiacente alla stazione cittadina. Nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento sociale, culturale e aggregativo. Ma la giunta comunale ha annunciato di voler revocare la concessione degli immobili. Scatenando la protesta

La manifestazione di fronte al Comune di Ivrea da parte dei sostenitori dello ZAC! © Chiara Luna Targhetta

Alla stazione di Ivrea c’è fermento. Di fronte all’ingresso una bottega mette in vendita prodotti a chilometro zero; a sinistra il bar non ha neanche un posto vuoto. Il via vai è continuo, anche dalle “stanze” che chiudono l’atrio sul lato opposto all’ingresso: il doposcuola, la riunione di un’associazione che volge al termine, i dipendenti della cooperativa che preparano le sedie per l’incontro pubblico della sera. “Lo ZAC! è questo: un ecosistema che è un hub culturale e sociale, un luogo di incontro in cui si fanno tante cose diverse -racconta Andrea Gaudino, socio-lavoratore della cooperativa sociale ZAC!-. È prezioso perché nasce per riempire il ‘vuoto’ di un non-luogo che è una specie di stazione mai diventata tale perché costruita in uno spazio adiacente a quella funzionante”.

Un polmone vitale per la città che oggi rischia di sparire: la giunta comunale di centrodestra uscente guidata dal sindaco Stefano Sertoli ha infatti annunciato a metà marzo di non voler rinnovare la concessione per un progetto sociale e unitario come quello attivo ora. E gli amici dello ZAC! hanno reagito: in una settimana sono state raccolte poco meno di 1.500 firme, un mail-bombing ha visto oltre 2mila invii e la manifestazione di fronte al Comune con più di 500 partecipanti. “Saranno le persone a proteggerlo, così come sono state le persone ad abitarlo e renderlo vivo”, sottolinea Lucia Panzieri, presidente della cooperativa.

Nelle mail inviate al sindaco le “dichiarazioni d’amore” per lo ZAC! sono state le più svariate. Qualcuno ha scritto che senza quel posto non avrebbe superato l’adolescenza, altri hanno dichiarato che pur non essendo frequentatori assidui dello spazio sanno che per la città è fondamentale. E non è difficile capire il perché. Fin dalla sua nascita, nel 2014, lo ZAC! è diventato un luogo di aggregazione che a Ivrea mancava da tempo. Il bar gestito dalla cooperativa, che cucina utilizzando prodotti a chilometri zero, registra un centinaio di coperti al giorno: dagli autisti degli autobus che transitano dalla stazione, ai dipendenti dell’Asl distante qualche centinaia di metri. Ogni martedì e due sabati al mese, l’atrio si trasforma in un mercato coperto: i produttori locali espongono sulle bancarelle il frutto del loro lavoro. Tutti i giorni, invece, la stanza “arancione” è sede di tante associazioni che la utilizzano come spazio di riferimento (“uno spazio che da sempre mancava e che è diventato vitale per tantissime realtà di Ivrea e le interconnessioni che si attivano”, sottolinea Gaudino) mentre quella “gialla” è dedicata ai giovani che possono utilizzarla gratuitamente per studiare -da soli, oppure accompagnati da professori tutor dell’apprendimento e maestre in pensione- ma non solo. “La mattina presto, dalle 7 alle 8 diversi ragazzi che arrivano a Ivrea dai paesi vicini per andare a scuola possono aspettare in un luogo caldo e accogliente -continua Panzieri-. Proprio loro, i giovani, sono al centro del nostro progetto: volevamo dargli spazi, voce, accompagnarli nei loro percorsi di crescita. Fare tutto quello che oggi, a Ivrea, perlopiù manca”.

All’indomani dell’annuncio della giunta rispetto al mancato rinnovo della concessione, lo ZAC! ha organizzato un incontro pubblico a cui hanno partecipato centinaia di persone © Chiara Luna Targhetta

Una storia, quella dello ZAC!, nata nel 2014. Per il Comune quella “finta” stazione è un peso economico non indifferente. Dapprima vengono pubblicati alcuni bandi per l’apertura di spazi commerciali ma vanno deserti e si passa a un bando per attività culturali. Un gruppo di famiglie con il desiderio di avere uno spazio per mettere a regime una serie di dispositivi di economia solidale, come i gruppi di acquisto, accettano la sfida. Con un comodato di concessione gratuita della durata di sei anni più sei accedono agli spazi ma nel 2020 arriva la doccia fredda. Al momento del rinnovo, la nuova giunta tentenna. Lo ZAC! raccoglie più di 5mila firme online e il sindaco è consapevole del “peso” dei numeri: ha vinto le elezioni con neanche 500 voti di scarto. La situazione rimane in stallo per questioni burocratiche fino a dicembre 2022: il Comune riacquisisce i diritti di superficie fino al 2040 e quindi la cooperativa chiede di avere nuovamente un contratto regolare. Ma questo non succede e qualche settimana fa la giunta ha annunciato che non intende rinnovare la concessione. A maggio ci saranno le elezioni e, in una trama che ricorda un’opera kafkiana, il sindaco, messo da tempo in minoranza, ha dichiarato di essere dispiaciuto per questa decisione presa dalla giunta: in “ballo” c’è l’approvazione del bilancio e la Lega non vede di buon occhio lo ZAC!.

“Il motivo? Difficile capirlo fino in fondo -sottolinea Panzieri-. Io credo che faccia paura la ‘politica pre-figurativa”: noi facciamo vedere che cosa i cittadini possono fare se non delegano alle istituzioni l’organizzazione degli spazi e della vita sociale. E poi, soprattutto, spaventa il fatto che il nostro è uno spazio multifunzionale, difficile da definire, tanto che facciamo fatica anche noi a immaginare come normare questo luogo e le nostre attività: la risposta, però, non può essere la chiusura ma anzi, un accompagnamento per far sì che questi spazi civici, con la loro innovazione, siano valorizzati”. Quel che è certo è che, in termini economici, lo ZAC! per il Comune è stato una salvezza, a differenza di quanto affermato da diversi esponenti politici locali. La cooperativa, che conta oltre 300 soci e si era offerta anche di pagare un canone di locazione, ha fatto i conti: annualmente le istituzioni sono sgravate dalla quota spesa per gli spazi comuni utilizzati per 9mila euro, le pulizie dei bagni per 4.200, la pulizia dell’atrio e dei dintorni dell’immobile per 450 ore (coperte da volontari dello ZAC!), l’apertura e la chiusura dell’immobile per 2.400 euro. A questo si aggiunge una stima di 20mila euro di servizi educativi e sociali forniti e ben 35mila generati grazie all’attività culturale. Totale? 76.500 euro di cui viene sgravata la collettività. “Una stima al ribasso -commenta Panzieri-. E certi servizi sono incalcolabili in termini di costi: un esempio su tutti la riduzione delle diseguaglianze sociali tramite percorsi di welfare culturale, le azioni di informazione e prevenzione sull’uso delle sostanze, l’impegno per ridurre la dispersione scolastica e il disagio giovanile, le occasioni per l’aggregazione e il diritto al divertimento”.

Lo spazio gestito dallo ZAC! adiacente alla stazione di Ivrea © Chiara Luna Targhetta

Cultura è un’altra parola chiave che riempie di senso (e di persone) gli spazi dello ZAC!. “Concerti, presentazioni di libri (tra cui anche tre serate organizzate in collaborazione con Altreconomia, ndr), rappresentazioni teatrali, rassegne cinematografiche. Da quell’atrio è passato di tutto e di più: serate indimenticabili, in cui il fischio del treno era parte integrante della ferrovia, ma soprattutto preziose in termini di arricchimento”, osserva Gaudino. Lui, come diversi altri, ha scelto di tornare a vivere a Ivrea proprio per l’occasione lavorativa che gli ha offerto lo ZAC!.

Sono attualmente 15 i dipendenti, di cui tre appartenenti a “categorie svantaggiate”, oltre a 10 persone in servizio civile (gruppo che dovrebbe rinnovarsi a maggio, su cui pesa l’incertezza) che tengono vive le attività della cooperativa che è stata capace, dal basso, di creare lavoro in città. Sempre a metà marzo la multinazionale Italvolt che produce batterie si è tirata indietro dall’acquisto del gigantesco stabilimento Olivetti di Scarmagno, a 13 chilometri da Ivrea, che avrebbe dovuto bonificare oltre 300mila metri quadrati di spazi in disuso. Una difficoltà in più per la giunta, che però si concentra sullo ZAC!. “Ma se la politica fa davvero politica dovrebbe stare al fianco di realtà come le nostre e non ostacolarle -conclude Panzieri-. Non ci fermiamo: abbiamo tanti progetti in mente e vogliamo ampliare e non ridurre le nostre attività. Tutte, come sempre, al servizio della città, dei più e dei meno giovani, per continuare a essere il cuore pulsante di Ivrea”.

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