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Nasce la nuova Rete Italiana per l’Economia Solidale: un’alternativa al modello che punta sulle relazioni
Rafforzare e mettere in collegamento le realtà che lavorano secondo i principi di cooperazione, reciprocità, democrazia, sostenibilità ambientale e giustizia sociale: è l’obiettivo della RIES, nata a Roma il 19 gennaio 2020 dall’unione di Gas, Reti di economia solidale fino alla Fondazione Finanza Etica. Assunta la forma di un’associazione di secondo livello, l’obiettivo è anche il dialogo con istituzioni pubbliche e private
Un’associazione nazionale che diffonda i principi e le pratiche dell’economia solidale, dialogando con le istituzioni pubbliche e private, per offrire un’alternativa al modello di sviluppo dominante e una risposta alla situazione di crescente crisi economica, ambientale, sociale e culturale: è l’obiettivo della Rete Italiana per l’Economia Solidale (RIES), costituita il 18 e il 19 gennaio 2020 a Roma. La “Rete” rappresenta il punto di arrivo del percorso svolto dalla RES (Rete Italiana di economia solidale) che, dopo circa vent’anni di lavoro nel Paese come realtà informale dedita alla rappresentazione dell’economia delle relazioni, ha deciso di riconoscersi in modo ufficiale come un unico soggetto formalmente costituito.
“La decisione di diventare un’associazione di secondo livello è stata presa alla fine di un percorso di riflessione durato due anni”, spiega Jason Nardi, membro del consiglio direttivo di RIES insieme ad altri otto. “La scelta di assumere una nuova organizzazione risponde all’esigenza di avere una struttura formale che porti a condividere forme di rappresentanza e procedure”, aggiunge. “Nei primi anni in cui la RES ha iniziato a lavorare sul territorio, l’obiettivo era definire la sua identità nazionale. Ora che è riconoscibile, grazie alle esperienze accumulate negli anni, la nuova RIES vuole rafforzare i collegamenti tra le realtà dell’economia solidale e i soggetti che la costituiscono, dai piccoli produttori ai consumatori. In questo senso, e nella prospettiva di avviare un dialogo con istituzioni pubbliche e private, la formalità è un requisito necessario. Uno strumento utile anche per la partecipazione a bandi pubblici e privati, nazionali e internazionali”.
L’associazione conta 22 soci fondatori e intende mettere in collegamento le realtà che già lavorano sul territorio secondo i principi dell’economia solidale: l’obiettivo è rafforzare le iniziative comuni rivolte all’affermazione di un modello economico fondato, come si legge nello statuto, su principi di cooperazione, reciprocità, democrazia, sostenibilità ambientale e giustizia sociale. RIES vuole favorire una cultura di cittadinanza attiva e, a tale proposito, “lavorerà sull’educazione e sulla formazione dell’immaginario”, spiega Nardi. “Stiamo pensando anche a interventi nelle scuole e ad agire sulla formazione professionale. Un punto centrale è capire che i mestieri possono essere riformulati dal punto di vista di un’economia che metta al centro l’ecologia e il rafforzamento sociale”.
Come rete informale la RES è nata nel 2002 dai Gruppi di Acquisto Solidale, diffusi in Italia a partire dagli anni anni Novanta con la funzione di momenti di incontro, relazione e scambio. Negli anni ha rafforzato la sua presenza sul territorio cercando di sviluppare possibili risposte alle ricorrenti crisi nell’attuale modello di sviluppo globale: ha elaborato proposte e modelli economici, e ha sperimentato nuove forme di organizzazione economica. Ne fanno parte DES Modena, GAStorino, CAES, DESR Parco Agricolo Sud Milano, AltroModo Flegreo, Assobotteghe, Federazione per l’Economia del Bene Comune, AEres Venezia, Fondazione Finanza Etica, RES Lombardia, CO-energia, Rete Gas pattanti Marche, Equo Garantito, CRESER, Mercato&Cittadinanza, Bilanci di Giustizia, DES Altro Tirreno, Oltre Mercato Salento, Solidarius Italia, Associazione per la Decrescita, Fairwatch, OltreConfin.
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