Diritti / Attualità
A Milano un Forum internazionale per il diritto alla salute
Disuguaglianze sociali, accesso alle terapie, privatizzazione dell’assistenza sanitaria, l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute. Questi i temi al centro del “contro-vertice” in programma il 4 novembre che anticipa il G7 dei ministri della Salute
Disuguaglianze sociali e povertà come causa di malattia, accesso alle terapie, privatizzazione dell’assistenza sanitaria, l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute. Questi i quattro temi che saranno al centro del “Forum internazionale per il diritto alla salute e l’accesso alle cure” in programma a Milano sabato 4 novembre. Organizzato da diverse associazioni che hanno costituito il comitato “Salute senza padroni e senza confini”, in collaborazione con gli euro parlamentari del Gue e al gruppo consiliare “Milano in Comune”.
Il Forum anticipa la riunione dei ministri della Salute dei Paesi del G7, in programma nel capoluogo lombardo il 5 e il 6 novembre. Due appuntamenti per parlare della salute, ma con due approcci radicalmente diversi. “Quando abbiamo avuto conferma che il G7 si sarebbe tenuto a Milano abbiamo ritenuto che, vista l’importanza della tematica, fosse necessario organizzare un incontro che fornisse una lettura diversa della situazione attuale”, spiega Vittorio Agnoletto, medico, docente universitario e promotore del comitato “Salute senza padroni e senza confini”, tra gli organizzatori dell’evento del 4 novembre. Durante la giornata si confronteranno ricercatori, scienziati, medici e biologi, assieme ad attivisti provenienti da tutto il mondo. Obiettivo: individuare obiettivi condivisi -dai movimenti e dal mondo scientifico- per produrre un documento finale che individui gli interventi necessari per tutelare il diritto alla salute e l’accesso alle cure per tutti.
I quattro temi scelti dagli organizzatori del Forum mettono sul tavolo una serie di problematiche e di numeri allarmanti. A partire dagli 11 milioni di italiani che hanno dovuto rinunciare a una terapia nel corso dell’ultimo anno. O il milione di cittadini europei che non possono permettersi il trattamento contro l’epatite C. O ancora i 16 milioni di persone sieropositive al mondo (pari al 50% del totale) che non possono permettersi le terapie contro l’Hiv. “Si tratta di disuguaglianze fondate sulle condizioni economiche e sociali di vita -puntualizza Vittorio Agnoletto-. Disuguaglianze che vengono calcolate dal cosiddetto Effetto Glasgow: chi vive in periferia ha un’attesa di vita minore rispetto a chi vive in centro”. Un’analoga ricerca condotta negli Stati Uniti ha rivelato che l’attesa di vita tra il 5% più ricco della popolazione e il 5% più povero è di 14 anni.
“Stiamo assistendo a uno sviluppo enorme della tecnologia medico-sanitaria. Si va verso cure sempre più complesse ed efficaci –riflette Agnoletto-. Dall’altra parte, però, aumenta sempre più il numero di coloro che possono accedere non solo alle terapie d’avanguardia. Ma anche a quelle di base”. Da qui lo sviluppo del secondo e del terzo argomento che saranno al centro del Forum: l’accesso ai farmaci (l’obiettivo è lanciare una campagna europea per la revisione degli accordi TRIPS sui brevetti) e la privatizzazione dell’accesso ai servizi sanitari.
Ultimo, ma non meno importante, il tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla salute delle persone: fenomeni come siccità, aumento delle temperature, variazione e intensificazione delle precipitazioni, inquinamento dell’aria già oggi hanno importanti conseguenze sulla salute di milioni di persone. Secondo l’Organizzazione mondiale per la salute, solo nel 2012 circa 7 milioni di persone sono morte per malattie legate all’inquinamento atmosferico. Se non si interverrà per modificare la situazione attuale –avverte l’Oms- tra il 2030 e il 2050 gli effetti del cambiamento climatico potrebbero causare oltre 250mila decessi in più ogni anno: morti per fame e malnutrizione (95mila bambini con meno di 5 anni), a seguito di colpi di calore (circa 38mila, soprattutto tra gli anziani), morti legate alla diffusione di malattie come la malaria (60mila).
“L’obiettivo di questo convegno è far emergere l’importanza della prevenzione, che è un po’ la Cenerentola delle politiche di questi ultimi anni: i tagli fatti dai Paesi Ocse durante la crisi hanno tagliato in maniera importante questo settore –conclude Agnoletto-. Occorre quindi invertire il paradigma: in assenza di prevenzione la salute diventa profitto. Tornare a investire sulla prevenzione, invece, fa diminuire il business privato e tutela maggiormente la salute delle persone”.
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