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Diritti / Reportage

Terra e libertà: la rivoluzione delle donne Maya ha un cuore verde

Carmelia Ozorio, socia di Aj Quen, nel suo terreno a Comalapa, Chimaltenango. © Beatrice De Blasi

In Guatemala le componenti dell’associazione Aj Quen guidano il cambiamento. Attraverso l’agricoltura rigenerativa, rafforzano i diritti delle loro comunità, promuovendo sovranità alimentare e autodeterminazione

Tratto da Altreconomia 275 — Novembre 2024

Il Guatemala, il cui nome significa “terra di molti alberi” in lingua nahuatl, ci accoglie con un’aria pungente mentre percorriamo la strada che si snoda nel verde intenso del dipartimento di Chimaltenango, in un paesaggio dominato da maestosi alberi di pino e querce, con felci giganti e rampicanti che avvolgono i tronchi. La foresta Balam Juyú, che in lingua Maya significa “Montagna del Giaguaro”, evoca la presenza di antichi spiriti e animali selvaggi. Salendo, la nebbia l’avvolge e crea un’atmosfera quasi mistica, interrotta solo dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie.

Arriviamo a Patzún, un municipio a 2.200 metri di altitudine, dove le comunità Maya Kakchiquel vivono fin dai tempi precolombiani. La giornata per le donne inizia all’alba. Avvolte nei loro abiti tradizionali, intessuti con simboli che raccontano storie antiche, si mettono al lavoro mentre la casa è ancora immersa nel buio. Preparano il mais per le tortillas, accendono i fuochi, e quando arriviamo, la c

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