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Economia / Opinioni

Superare i falsi miti sul sistema pensionistico

Direzione generale dell'Inps © Wikipedia

Si replicano diagnosi e terapie degli anni Novanta, ma i dati raccontano una storia diversa. Per riscrivere le regole bisogna partire da basi radicalmente nuove. La rubrica a cura dell’Osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale (OCIS)

Tratto da Altreconomia 275 — Novembre 2024

Il dibattito sulle pensioni rimane schizofrenico tra promesse elettorali e nuovi vincoli di bilancio che preannunciano tagli. A sostegno di questi ultimi, alcuni contributi della stampa replicano diagnosi e terapie degli anni Novanta: se il processo di invecchiamento demografico mette a rischio la sostenibilità dei sistemi a ripartizione, le principali criticità sarebbero il carattere “assistenzialistico” di quello italiano e il limitato versamento contributivo da parte dei lavoratori per via di condizioni di accesso al pensionamento troppo “morbide”. La nuova terapia prevede: riduzione della quota di spesa pensionistica assistenziale; innalzamento dell’età pensionabile ed estensione del periodo contributivo minimo per le pensioni di vecchiaia.

Ma davvero l’assistenzialismo è il grande vizio del sistema pensionistico italiano e andiamo ancora in pensione troppo presto? I dati raccontano una storia diversa. Primo, la componente assistenziale (pensioni di vecchiaia means-tested

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