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La società ex Gkn di Firenze ha già venduto lo stabilimento. Ma non lo ha comunicato

Il 12 marzo gli operai della ex Gkn occuparono la torre di illuminazione della stazione di Santa Maria Novella per protestare contro lo spostamento dell'incontro presso il ministero delle Imprese, previsto il 20 dello stesso mese. Due giorni dopo la proprietà della fabbrica concludeva la vendita © Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

Rsu e organizzazioni sindacali hanno scoperto tramite visure camerali che il liquidatore aveva ceduto la fabbrica a marzo 2024 a due società immobiliari che avrebbero numerosi punti in comune con la stessa proprietà di Qf. “La partita è stata fin dall’inizio immobiliare, ecco perché non comincia mai la discussione sulla reindustrializzazione”. La parola, ora, toccherebbe a Regione Toscana e governo

La notizia ha del clamoroso. Il Collettivo di fabbrica ex Gkn ha scoperto, tramite visure camerali, che lo stabilimento di Campi Bisenzio è stato venduto e non fa più capo a Qf, la società di Francesco Borgomeo subentrata al fondo d’investimento Melrose.

La compravendita del complesso immobiliare risalirebbe addirittura al 12 marzo scorso e non sarebbe stata comunicata a nessuna delle parti coinvolte: la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), le sigle sindacali, il Comune di Campi Bisenzio, la Regione Toscana e il ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Lo stabilimento, dice il Collettivo operaio, è ora “in mano a società immobiliari che sembrano avere numerosi elementi di commistione con la stessa proprietà Qf”. “Che cos’è oggi Gkn? -si chiede la Rsu-, una fabbrica o un complesso immobiliare?”.

Lo stabilimento di via Fratelli Cervi è al centro di una contesa politico-sindacale che coinvolge Qf ma soprattutto il Collettivo di fabbrica e la nascente cooperativa Gff, che da mesi chiedono alla Regione Toscana di acquisirne il controllo attraverso un consorzio industriale pubblico, che poi ne affitterebbe a Gff una porzione per insediarvi le nuove attività previste dal piano cooperativo di reindustrializzazione, volto alla produzione di pannelli solari e cargo bike. 

Le visure indicano come acquirenti dello stabilimento due società, Tuscany Industry Srl (Ti) e Sviluppo Immobiliare Toscana Srl (Sit), entrambe legate a Qf e create “forse ‘a scopo’ il 22 settembre 2023 -afferma la Rsu ex Gkn-, con lo stesso amministratore delegato e poco prima che Qf riaprisse i licenziamenti (18 ottobre 2023)”.

“Avevamo previsto tutto -denuncia il Collettivo di fabbrica-, e ora ne abbiamo l’ufficialità: la partita è stata probabilmente sin dall’inizio immobiliare ed è per questo che non comincia mai la discussione sulla reindustrializzazione. Chi invece si è voltato dall’altra parte, l’ha fatto per distrazione o coscientemente?”. Incombono anche altre domande, altri dubbi. La Rsu si chiede per esempio “a che titolo oggi il liquidatore di Qf parli dello stabilimento o vi abbia acceduto finora, in alcuni casi addirittura coinvolgendo le forze dell’ordine”. 

Il Collettivo di fabbrica solleva poi dei sospetti sulla tempistica, poiché l’atto di compravendita e la sua registrazione si intersecano, nell’arco di pochi giorni nella primavera scorsa, con incontri ministeriali rinviati all’improvviso, e con l’udienza, prevista per il 20 marzo 2024, davanti al Tribunale del lavoro di Firenze sull’istanza di sequestro conservativo di tutti i beni mobili e immobili della società (e dunque anche dello stabile) proposta da 43 lavoratori Gkn a tutela dei propri crediti.

L’udienza, ricorda il Collettivo, “non si è potuta tenere: due giorni prima il liquidatore Franchi deposita istanza di ricusazione della giudice in questione, motivata da una ‘grave inimicizia della giudice nei confronti della società’. Il 22 marzo la compravendita è trascritta nei registri immobiliari, il bene non è più di Qf ed è definitivamente sottratto alla richiesta di sequestro conservativo. L’istanza di ricusazione mossa verso la giudice verrà mesi dopo giudicata totalmente infondata”. 

Fin qui fatti, rivelazioni, ipotesi e sospetti. Un quadro fosco più che nebuloso, per una vicenda nata come progetto di dismissione e delocalizzazione, poi divenuta, grazie all’imprevista lotta operaia e al sostegno della società civile, un caso di scuola sui reali rapporti fra imprenditoria, poteri pubblici e lavoratori, con la prima abituata a dettare legge, i secondi a subire se non assecondare i suoi desiderata, e i terzi oscillanti fra rassegnazione alla sconfitta e volontà di ribellarsi a un destino in apparenza segnato, aprendo scenari nuovi.

Il succo è che siamo di fronte a uno stabilimento conteso: da un lato gli operai in assemblea permanente da oltre tre anni, pronti a insediarvi nuove attività industriali, forti di un business plan da undici milioni di euro di investimenti complessivi (1,3 di azionariato popolare), con oltre cento nuovi posti di lavoro previsti; dall’altro Qf, ma forse anche due società immobiliari spuntate all’improvviso, di cui non si conoscono i progetti, che paiono però votati, appunto, all’ambito immobiliare, non a quello produttivo.

In mezzo gli enti pubblici: la Regione Toscana, chiamata in causa da un “ultimatum” (in scadenza il 15 novembre) di Collettivo di fabbrica e Gff affinché intervenga e renda possibile il progetto di industrializzazione, e il ministero che porta un nome impegnativo -“delle Imprese e del Made in Italy”- ma non è riuscito finora a dare prova, attraverso atti concreti, di volere davvero nuove imprese italiane in una fabbrica abbandonata dalla proprietà (in origine straniera).

Si stanno scoprendo via via tutte le carte e ognuno è chiamato a fare la sua parte. La misteriosa “conversione” immobiliare della ex Gkn, oltretutto, potrebbe addirittura -perché no?- agevolare l’accesso di Gff all’affitto di una parte dello stabilimento. La parola, ora, toccherebbe a Regione Toscana e ministero; per gli operai ex Gkn, intanto, si avvicina la fine del decimo mese senza stipendio. 

Lorenzo Guadagnucci è giornalista del “Quotidiano Nazionale”. Per Altreconomia ha scritto, tra gli altri, i libri “Noi della Diaz” e “Parole sporche”.

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