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A Roma nascono tre comunità energetiche solidali e per la pace

I Punti luce di Save the children sono centri ad alta densità educativa, aperti ai bambini, agli adolescenti e ai loro genitori. Quello di Ostia sorge all’interno dei locali dell’ex Istituto Guttuso ed è qui che verrà installato l’impianto fotovoltaico della nuova Cers © Save the children

Le iniziative sono frutto della collaborazione tra enti pubblici, ordini religiosi, università e Terzo settore. Inclusa una tra i Frati minori francescani e il Centro islamico culturale d’Italia. Con il supporto tecnico della cooperativa ènostra

Tratto da Altreconomia 262 — Settembre 2023

Sui tetti di Roma si sta preparando una rivoluzione silenziosa per sostenere la transizione ecologica, costruendo legami sul territorio. Una rivoluzione che si concretizzerà attraverso la costituzione di tre comunità energetiche rinnovabili e solidali (Cers) e per la pace (Cerp) cui partecipano enti pubblici, ordini religiosi, università e realtà del Terzo settore. “Ciò che accomuna i promotori di queste iniziative è l’aver visto nella comunità energetica uno strumento capace di aggregare persone attorno a un progetto comune. È questo ciò che li ha entusiasmati e li ha spinti ad affrontare un percorso ancora sconosciuto -spiega Mauro Gaggiotti, esperto in gestione dell’energia che, per conto della cooperativa energetica ènostra, accompagna queste realtà nello sviluppo dei loro progetti-. Gli incentivi economici erogati alle Cer hanno rappresentato l’occasione per mettersi a un tavolo: sono uno strumento, non il fine”.

Il primo progetto ha preso il via ufficialmente il 13 marzo 2023 con la firma di un accordo tra la Pontificia università Antonianum (istituzione didattica e scientifica promossa dall’ordine dei Frati minori francescani) e il Centro islamico culturale d’Italia per costituire una comunità energetica rinnovabile e di pace (Cerp). “Alla base ci sono le encicliche di papa Francesco ‘Laudato si’’, un invito all’umanità a prendersi cura della casa comune, e la ‘Fratelli tutti’ -racconta ad Altreconomia Massimo De Maio, professore del corso di laurea in Ecologia integrale dell’Antonianum-. Non è possibile parlare di pace senza includere gli aspetti ecologici: le guerre che andiamo a fare in giro per il mondo le combattiamo anche per accaparrarci le risorse fossili necessarie al nostro modello di sviluppo, caratterizzato inoltre da uno spreco enorme. Un modello che deve essere messo in discussione”. La produzione di energia pulita e la sua condivisione in una logica comunitaria e interreligiosa rappresenta quindi una prima concreta alternativa, come ha ricordato l’imam della Grande moschea Nader Akkad.

Lo studio di fattibilità del progetto è curato da ènostra che, oltre a produrre e distribuire energia elettrica rinnovabile con garanzia d’origine, affianca associazioni e Comuni nell’attivazione di comunità energetiche. “I pannelli fotovoltaici verranno installati sui tetti della Casa generalizia dei Frati minori, dell’Antonianum e della Grande moschea per una potenza complessiva di 420 kWh -spiega Gaggiotti-. L’energia prodotta servirà ad alimentare il fabbisogno energetico degli edifici e quella in eccesso verrà condivisa con le altre realtà che formeranno la Cer”. Il modello proposto dalle due comunità religiose ambisce ad andare oltre il tema ambientale.

“Vogliamo costruire prima di tutto una comunità per diventare successivamente un modello di relazione per la convivenza civile e anche per la politica -racconta padre Giuseppe Buffon, decano della facoltà di Teologia dell’Antonianum-. In questi mesi abbiamo organizzato i primi incontri con alcune realtà attive nel quartiere Esquilino, coinvolgendo una scuola e altre associazioni del territorio, comprese alcune che per diversi aspetti sono ‘lontane’ da noi. Il dialogo, del resto, rappresenta il primo passo per costruire concretamente la pace”.

“Ciò che accomuna i promotori di queste iniziative è l’aver visto nella comunità energetica uno strumento capace di aggregare” – Mauro Gaggiotti

Per conoscere la seconda Cers in partenza occorre spostarsi nel quadrante Sud-Ovest di Roma. L’idea è partita dall’ottavo Municipio e dall’associazione dei genitori Scuola libera tutti che a febbraio 2022 hanno lanciato un progetto per realizzare una comunità energetica con la partecipazione della comunità educante, dei genitori e delle realtà sociali del territorio. A fine luglio sono partiti i lavori per installare un impianto fotovoltaico sul tetto della scuola media “Giuseppe Moscati” che il Municipio ha finanziato con 40mila euro.

Un’iniziativa che si è rafforzata unendosi a un analogo progetto avviato dall’Università Roma Tre che ha definito un piano di sviluppo quinquennale finalizzato all’autosufficienza energetica attraverso l’uso di fonti rinnovabili. Il progetto prevede un investimento di 15 milioni di euro in cinque anni che ha già registrato uno stanziamento di cinque milioni di euro per l’installazione di pannelli fotovoltaici (per una potenza complessiva di quasi quattro MW) sugli edifici dove hanno sede le aule e i laboratori dell’ateneo.

“I nostri impianti sono stati progettati per raggiungere la piena autosufficienza dell’università negli orari di apertura. Durante i periodi di inattività delle infrastrutture tecnologiche, così come durante le pause estive e invernali e nei fine settimana, la significativa quantità di energia elettrica prodotta sarà condivisa con gli altri partecipanti alla Cer -racconta Fabio Crescimbini, ordinario di Ingegneria dell’energia elettrica a Roma Tre-. A mio avviso si tratta di un modello che può essere replicato da altre istituzioni pubbliche che hanno grandi superfici disponibili. Certamente la componente economica legata alla riduzione dei consumi ha avuto un peso, ma vogliamo soprattutto veicolare un modello virtuoso di autoproduzione utilizzando le più avanzate tecnologie a disposizione”.

“Si tratta di un modello che può essere replicato da altre istituzioni pubbliche che hanno grandi superfici disponibili” – Fabio Crescimbini

Le comunità energetiche però non si limitano a distribuire l’energia pulita tra più consumatori. Uno dei punti di forza di questo modello (disciplinato dal decreto legislativo “Red II”, 199/2021) sta negli incentivi erogati dal Gestore servizi energetici (Gse) per ogni MWh che viene prodotto e consumato nella stessa fascia oraria. In altre parole: una Cer che riesce a produrre e consumare interamente al proprio interno l’energia prodotta ottiene incentivi economici che può scegliere come utilizzare. Possono essere distribuiti tra le famiglie per abbassare ulteriormente il costo della bolletta. Oppure destinati esclusivamente a un membro della comunità -ad esempio il Comune- per finanziare progetti sociali. O ancora accumulati e utilizzati per promuovere iniziative solidali come progettano di fare le Cer romane.

La terza Cer solidale invece sorgerà a Ostia sui tetti del “Punto luce delle arti”, un centro ad alta densità educativa aperto ai bambini e agli adolescenti del quartiere gestito e coordinato dalla Ong Save the children. “Il nostro principale obiettivo è il contrasto alla povertà educativa ma non ci fermiamo a questo. Per noi è importante capire quali sono i problemi dell’ambiente in cui vivono questi bambini e questi ragazzi, perché anche questo incide sul loro benessere -spiega Elio Lo Cascio, responsabile dei Punti luce di Roma-. Qui a Ostia ci sono diversi parchi e zone verdi: un patrimonio importante che i più giovani non possono utilizzare quanto vorrebbero perché degradato o perché non ci sono aree giochi attrezzate”.

Il 13 marzo 2023 è stato firmato un accordo tra la Pontificia università Antonianum e il Centro islamico culturale d’Italia per costituire una comunità energetica rinnovabile e di pace. Alla cerimonia hanno partecipato Nader Akkad, imam della Grande moschea; Abdellah Reouane, segretario generale del Centro islamico; Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati minori; Augustín Hernández Vidales, rettore dell’Antonianum © Antonianum

Proprio il coinvolgimento attivo dei giovani abitanti del quartiere (riuniti all’interno di un Comitato permanente promosso da Save the children) ha contribuito all’attivazione del percorso per costituire la comunità energetica. La peculiarità di questa iniziativa sta nel fatto che, oltre alle istituzioni locali e alle scuole, la Cers punta a coinvolgere in primo luogo altre associazioni attive sul territorio attraverso le quali poi raggiungere le famiglie con cui le singole realtà hanno un rapporto privilegiato: un passaggio quasi obbligato in un quartiere complesso come quello di Ostia ponente.

“Abbiamo avviato lo studio di fattibilità e ora, a settembre, ci dedicheremo all’intensificazione del lavoro di rete -continua Lo Cascio-. Gli incentivi economici che arriveranno dal Gse verranno destinati a interventi di riqualificazione del quartiere per migliorare l’illuminazione o per installare giochi inclusivi nei parchi. Il nostro auspicio è che la Cer possa entrare in funzione già nei primi mesi del 2024”.

Definire l’ammontare di questi incentivi al momento è impossibile per le comunità energetiche solidali di Roma come per tutte le Cer d’Italia che verranno realizzate in base a quanto previsto dal decreto “Red II”. Le caratteristiche tecniche, infatti, sono state definite, ma al momento in cui Altreconomia va in stampa (metà agosto 2023) non è stato approvato il documento che fissa l’importo degli incentivi. A febbraio 2023 il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha inviato il decreto alla Commissione europea, che però non ha ancora dato il via libera. Gaggiotti aspetta la notizia con ansia: “Siamo in attesa e pronti a rimettere mano agli studi di fattibilità appena arriveranno buone notizie da Bruxelles”.

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