Terra e cibo / Opinioni
Un Natale “verde” come il mondo, con il fair trade
I giovani denunciano la distruzione del Pianeta e i cittadini iniziano a svegliarsi. I consumatori possono cambiare le cose. La rubrica di Equo Garantito
Calato il sipario su Glasgow con la “kermesse” di Cop26 (ahinoi, ancora una volta con tanti “bla bla bla”), si accendono a dicembre (queste sono le aspettative al momento della scrittura della nostra rubrica) i riflettori su un altro importante -e speriamo non vano- appuntamento con il futuro: la direttiva europea sulla due diligence, una legge sull’obbligo di dovuta diligenza per le imprese -tutte, in tutto il mondo- a rispettare i diritti umani e ambientali in ogni fase della filiera produttiva (approfondiremo il tema, intanto guardate il sito impresa2030.org e, se potete, sottoscrivete l’appello e fatelo circolare).
Sostenibilità sociale e ambientale: due facce della stessa medaglia, due temi inscindibili e urgenti che richiedono l’impegno vero, concreto e quotidiano di ciascuno di noi se vogliamo seriamente immaginare un futuro per chi verrà dopo di noi. Non passa giorno ormai senza che i telegiornali e i giornali raccontino della crisi climatica in atto e dell’impatto allarmante sul nostro Pianeta e sulla vita degli esseri viventi, compreso l’essere umano. Non si tratta più di drammi lontani in Amazzonia o in Africa, facili da dimenticare. Le conseguenze sono arrivate anche “a casa nostra”, in Germania oppure in Sicilia, solo per citare qualche caso.
La narrazione mediatica sta cambiando, almeno in termini di spazi dedicati al tema ambientale, anche se non si scorge ancora appieno un intento che miri a cambiare dal profondo la nostra società. I ragazzi e le ragazze di tutto il mondo sono quelli che, più di tutti, denunciano il disastro a voce alta, purtroppo spesso senza essere veramente ascoltati. Le coscienze dei cittadini e delle cittadine cominciano a svegliarsi, però è ancora troppo poco. Le imprese sembrano cogliere i segnali lanciati dai sostenitori dei Fridays for Future, ma sono davvero poche quelle realmente preoccupate per il futuro del mondo quando invece sono sempre mosse dall’opportunità di intercettare nuove nicchie di mercato per i loro profitti.
Una legge rigorosa che includa sanzioni e conseguenze serie in caso di mancato rispetto dei diritti umani e ambientali sarebbe certamente un passo decisivo. Un passo verso un nuovo paradigma del fare impresa in cui la protezione del Pianeta -delle persone, delle risorse naturali, degli animali- sia parte integrante del processo produttivo e non più considerata un costo da abbattere o evitare.
Ma come spesso abbiamo ripetuto in questa rubrica, non aspettiamo che siano altri a fare la prima mossa. Il ruolo dei consumatori e delle consumatrici è determinante e le nostre scelte di consumo possono fare la differenza. È tempo perciò di sostenere le botteghe del commercio equo e solidale, una pratica concreta per agire con la dovuta diligenza che dovrebbe contraddistinguere ogni essere umano.
Qualche riga, infine, per chiudere questo primo anno di “finestra sul commercio equo e solidale”: grazie ad Altreconomia per l’opportunità e per l’attenzione che da sempre dedica al “nostro” mondo. Grazie a tutti e a tutte voi che avete dedicato qualche minuto per conoscerci meglio, sperando di essere stati utili e stimolanti. La finestra non si chiude, anzi a Natale bisogna proprio spalancarla e lasciare entrare nelle vostre case tutta la bellezza e la variopinta umanità del commercio equo e solidale. Vi aspettiamo in bottega o, se preferite, comodamente da casa con i vostri equi-regali online!
Allora buon Natale a tutti e a tutte con il commercio equo e solidale dalla parte delle persone. Con il commercio equo e solidale dalla parte dell’ambiente.
Equo Garantito. Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane.
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